GREENPEACE:
APPROVAZIONE SBLOCCA ITALIA, “POLITICA DI RENZI È VECCHIA DI UN
SECOLO”
ROMA, 05.11.14 –
Greenpeace esprime profondo dissenso rispetto alla strategia energetica che il
decreto Sblocca Italia - appena approvato in via definitiva in Senato - prevede
per il Paese.
«La politica energetica
di Renzi è quanto di più vecchio e miope potesse toccare in sorte
all’Italia», dichiara Andrea
Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace.
«Puntare oggi sulle
misere riserve fossili di cui disponiamo, in spregio all’ambiente e alla
bellezza dei nostri territori e dei nostri mari, vuole dire consolidare la
nostra dipendenza dalle energie più inquinanti, non generare occupazione e
danneggiare altri comparti strategici come turismo, pesca e
agricoltura».
Secondo Greenpeace, con
questo provvedimento il Governo italiano mostra una doppiezza sconcertante:
mentre in Europa e nei summit Onu si impegna a parole a contrastare i
cambiamenti climatici, nei fatti si rivela succube dei petrolieri che si
preparano a deturpare le nostre coste e i nostri mari con le loro trivelle.
Neppure gli ennesimi disastri climatici che si sono abbattuti su metà del
territorio italiano nelle scorse settimane – da Genova a Parma, sino alla
Maremma – e che anche oggi colpiscono molti territori sono serviti come monito,
per ricordare che la strada delle energie fossili è sbagliata.
Visto il voto di oggi,
resta inoltre inascoltato l’allarme lanciato dall’IPCC (International Panel
on Climate Change), il braccio scientifico delle Nazioni Unite sul clima,
che solo pochi giorni fa ha ricordato come sia urgente cambiare subito i nostri
sistemi energetici, se si vuole evitare il peggio.
Il
decreto Sblocca Italia attribuisce un carattere “strategico” alle concessioni di
ricerca e sfruttamento di idrocarburi, semplificando
gli iter autorizzativi, togliendo potere alle Regioni e prolungando i tempi
delle concessioni. Una deregulation selvaggia per chi vorrà bucare
suolo e fondali in cerca di pochi barili di petrolio.
Nel
frattempo – forse Renzi non lo sa? - le energie rinnovabili non sono più una
fonte marginale: oggi in Italia soddisfano circa il 40 per cento dei consumi di
elettricità. Una politica orientata
a un loro forte sviluppo arriverebbe, al 2030, a impiegare 100 mila unità:
ovvero, una base occupazionale tripla rispetto a quanto oggi occupa la FIAT Auto
in Italia. Ancor più si potrebbe fare con lo sviluppo dell’efficienza
energetica. Il decreto Sblocca Italia
invece difende gli interessi delle lobby fossili mentre, con burocrazia e nuove
tasse, chiude la strada al futuro e blocca le rinnovabili.
«Questo
decreto appare antistorico a chiunque abbia una conoscenza pur superficiale del
mondo dell’energia: va in direzione opposta ai mercati e alla ricerca, punta
dritto al passato e riavvolge il nastro della storia industriale italiana al
‘900», aggiunge
Boraschi. «Ma, anche
se non vi fossero tutte queste pecche, risulterebbe comunque indecente per il
carattere autoritario che lo ispira. Renzi tira dritto per la sua strada e non
ascolta nessuno, se non le lobby fossili. Ma presto, crediamo, dovrà ascoltare
comunque, volente o meno, la protesta che sta montando in tutto il
Paese»,
conclude.
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