Lei Zhiqian pedala sul fiume Hanjiang River, affluente delloYangtze, aWuhan, provincia di Hubei, il 16 giugno 2010 (Fonte: Reuters/China Daily). |
venerdì 28 novembre 2014
Bici galleggiante
La nostra immaginazione è già naturalmente interattiva
"Ora, però, seguendo il pensiero di Dewey, ci si chiede se destinarsi a vivere in un mondo già pre-processato non muti l'essenza profonda dell'esperienza umana, ovvero se «un eccesso di delega tecnica nei confronti dei dispositivi nei quali si prolunga la sensibilità umana non comporti un'interruzione del carattere genuinamente interattivo della nostra relazione con l'ambiente".
articolo di Anna Li Vigni; fonte e articolo completo: Il Sole-24 ore
Recensione al libro di Pietro Montani, Tecnologie della sensibilità. Estetica e immaginazione interattiva, Raffaello Cortina, Milano, 2014.
"Ora, però, seguendo il pensiero di Dewey, ci si chiede se destinarsi a vivere in un mondo già pre-processato non muti l'essenza profonda dell'esperienza umana, ovvero se «un eccesso di delega tecnica nei confronti dei dispositivi nei quali si prolunga la sensibilità umana non comporti un'interruzione del carattere genuinamente interattivo della nostra relazione con l'ambiente".
articolo di Anna Li Vigni; fonte e articolo completo: Il Sole-24 ore
Recensione al libro di Pietro Montani, Tecnologie della sensibilità. Estetica e immaginazione interattiva, Raffaello Cortina, Milano, 2014.
Così il nuovo capitalismo crea (e sfrutta) i nuovi schiavi
Articolo di Luciano Canfora sulle origini e le nuove declinazioni dello schiavismo
Il traffico clandestino di schiavi verso i Paesi più ricchi è una delle maggiori fonti di profitto delle organizazioni criminali
Il nesso tra capitale e schiavitù non si è dunque mai del tutto spezzato. Ora un bel libro di Herbert S. Klein (Il commercio atlantico degli schiavi, Carocci, pp. 288, € 20) ricostruisce, con fredda e tanto più efficace documentazione, questa vicenda sulla scala dei secoli (soprattutto XV-XIX), non senza un breve ed efficace preambolo sulle origini antiche dell’ininterrotto fenomeno.
Fonte e articolo completo: Corriere della sera
Il traffico clandestino di schiavi verso i Paesi più ricchi è una delle maggiori fonti di profitto delle organizazioni criminali
Il nesso tra capitale e schiavitù non si è dunque mai del tutto spezzato. Ora un bel libro di Herbert S. Klein (Il commercio atlantico degli schiavi, Carocci, pp. 288, € 20) ricostruisce, con fredda e tanto più efficace documentazione, questa vicenda sulla scala dei secoli (soprattutto XV-XIX), non senza un breve ed efficace preambolo sulle origini antiche dell’ininterrotto fenomeno.
Fonte e articolo completo: Corriere della sera
martedì 25 novembre 2014
Bici a razzo: nuovo record. Ma perché?
Il rocket man gallico François Gissy ha spinto al massimo i tre razzi alimentati da perossido di idrogeno della propria bici, toccando i 333 Km/h e stabilendo così il nuovo record mondiale. Il video è qui. Sinceramente, pensavo potesse andare più veloce, tipo 500 o 450 all'ora. Resta l'interrogativo: perché ci hanno messo i pedali?
In realtà l'interrogativo è più ampio: perché?
In realtà l'interrogativo è più ampio: perché?
Udine: le bici dei vigili fermate dalla burocrazia
Stop ai vigili in bicicletta: devono fare i corsi di guida
Gli agenti dovranno superare un test pratico e ripassare il codice della strada. Lo prevede il decreto Sicurezza sul lavoro. I quattro mezzi fermi da 15 giorni
Fonte e articolo completo: Il messaggero veneto
Produzione bici
(Fonte: Italpress)
La produzione europea di biciclette è calata dal 2007. Fa eccezione l'Italia, dove nel 2013 la produzione di bici è cresciuta del +22% rispetto al 2012.
La produzione europea di biciclette è calata dal 2007. Fa eccezione l'Italia, dove nel 2013 la produzione di bici è cresciuta del +22% rispetto al 2012.
lunedì 24 novembre 2014
James Bond, attento alle buche!
Daniel Craig vestirà di nuovo i panni di 007 nel film che uscirà nell'autunno del 2015 e diretto da Sam Mendes. Previste alcune riprese a Roma, fra inseguimenti, auto che precipitano nel Tevere e atterraggi col paracadute. Si inizia il 19 febbraio, per finire il 12 marzo. L'auto supertecnologica di Bond sparirà a sorpresa in una buca?
Il vecchi Bond Sean Connery in bici durante le riprese di un film |
domenica 23 novembre 2014
Scollegarsi è giusto
Scollegarsi è giusto
Roberto Casati 23 novembre 2014
(Fonte e articolo completo: Sole-24 ore)
venerdì 21 novembre 2014
Trenitalia: un milione di multa
A un viaggiatore sprovvisto di biglietto (63 euro su un Roma-Firenze), Trenitalia imponeva sanzioni di 200 euro più sovrattassa di 16.67 euro. Totale 279.67 euro. Un salasso per i viaggiatori sprovvisti di biglietto, spesso per cause di forza maggiore o magari per disservizi imputabili alla stessa Trenitalia. L'Antitrust ha multato Trenitalia con 1 milione di euro per multe giudicate "afflittive".
lunedì 17 novembre 2014
Bono cade
U2: Bono cade dalla bici a Central Park, sara' operato
La star irlandese del rock Bono, leader degli U2, dovra' subire una operazione a un braccio,
dopo essersi ferito cadendo dalla bicicletta a New York, a
Central Park. Lo ha annunciato il gruppo (Fonte: Ansa).
La star irlandese del rock Bono, leader degli U2, dovra' subire una operazione a un braccio,
dopo essersi ferito cadendo dalla bicicletta a New York, a
Central Park. Lo ha annunciato il gruppo (Fonte: Ansa).
domenica 16 novembre 2014
Furti di bici costose: un fenomeno in crescita
Bande di "specialisti" lavorano soprattutto in Nord Italia
L'ultimo colpo è andato male. Durante un raid nel Modenese arrivano i Carabinieri: i quattro ladri fuggono nella nebbia e sono costretti ad abbandonare due autocarri rubati carichi di costose biciclette da corsa e mountain bike, per un totale di 50 mila euro di refurtiva.
A rischio anche le bici dei feticisti hipster. Solo i cultori del ciclismo paesano - con le loro vecchie bici arrugginite, senza cerchi ad alto profilo - possono stare tranquilli.
L'ultimo colpo è andato male. Durante un raid nel Modenese arrivano i Carabinieri: i quattro ladri fuggono nella nebbia e sono costretti ad abbandonare due autocarri rubati carichi di costose biciclette da corsa e mountain bike, per un totale di 50 mila euro di refurtiva.
A rischio anche le bici dei feticisti hipster. Solo i cultori del ciclismo paesano - con le loro vecchie bici arrugginite, senza cerchi ad alto profilo - possono stare tranquilli.
Yerka: la bici non rubabile cilena e le altre
It can'be stolen, they say
Si chiama The Yerka ed è stata realizzata da tre giovani sudenti di ingegneria cileni. Si tratta di un prototipo. la bici può essere fissata, usando alcune sue parti. Il prototipo non è una novità assoluta. Sono diverse le bici che impiegano componenti della propria struttura come antifurto, per esempio "Seatylock" (prodotta a Brooklyn) che usa la sua sella come catena o "Denny" (realizata a Seattle) che si chiude con il suo manubrio smontabile.
Si chiama The Yerka ed è stata realizzata da tre giovani sudenti di ingegneria cileni. Si tratta di un prototipo. la bici può essere fissata, usando alcune sue parti. Il prototipo non è una novità assoluta. Sono diverse le bici che impiegano componenti della propria struttura come antifurto, per esempio "Seatylock" (prodotta a Brooklyn) che usa la sua sella come catena o "Denny" (realizata a Seattle) che si chiude con il suo manubrio smontabile.
Yerka |
Attivista italiana di Greenpeace ferita alle Canarie
Un'attivista italiana di Greenpeace è rimasta ferita questa mattina nel corso di una "pacifica manifestazione di protesta" al largo delle isole Canarie. L'azione dimostrativa era stata organizzata nelle acque dell'arcipelago spagnolo vicino alle isole di Lanzarote e Fuerteventura, contro la nave Rowan Reinassance, incaricata per
conto del colosso iberico Repsol di compiere quelle che la ong definisce "pericolose trivellazioni esplorative".
Altre info: Greenpeace Italia
venerdì 14 novembre 2014
Vicenza, presi i ladri di biciclette, dopo i colpi facevano la bella vita
Altro che il film ladri di biciclette, la banda sgominata dai carabinieri di Vicenza viveva in case di lusso in Moldavia, visitavano la provincia per rubare poi sparivano all'estero
Fonte e articolo completo: Vicenza Today, 12 novembre 2014
In Italia rubavano biciclette, nei loro paesi d´origine, Moldavia e Ucraina, facevano la bella vita. V. R. 22 anni, moldavo; A. L, 23 anni, anche lui moldavo, e O. B., ucraino 39 anni il più anziano del gruppo, sono i componenti della banda dei ladri di bici sgominata sabato dai carabinieri. L´ultimo colpo messo a segno a Pove, in una nota ditta di biciclette, l'ultimo di una serie che aveva come target sempre marchi legati al mondo delle biciclette. Ad attenderli per l'ultima impresa, però, c'erano gli uomini dell'arma. Un´incursione che, se fosse andata a buon fine, avrebbe fruttato ai malviventi almeno 50 mila euro.
Altro che il film ladri di biciclette, la banda sgominata dai carabinieri di Vicenza viveva in case di lusso in Moldavia, visitavano la provincia per rubare poi sparivano all'estero
Fonte e articolo completo: Vicenza Today, 12 novembre 2014
In Italia rubavano biciclette, nei loro paesi d´origine, Moldavia e Ucraina, facevano la bella vita. V. R. 22 anni, moldavo; A. L, 23 anni, anche lui moldavo, e O. B., ucraino 39 anni il più anziano del gruppo, sono i componenti della banda dei ladri di bici sgominata sabato dai carabinieri. L´ultimo colpo messo a segno a Pove, in una nota ditta di biciclette, l'ultimo di una serie che aveva come target sempre marchi legati al mondo delle biciclette. Ad attenderli per l'ultima impresa, però, c'erano gli uomini dell'arma. Un´incursione che, se fosse andata a buon fine, avrebbe fruttato ai malviventi almeno 50 mila euro.
martedì 11 novembre 2014
Vede furto di biciclette, i ladri provano ad accusarlo
Protagonista della vicenda un marocchino, nei guai due siciliani
Bologna, 7 novembre 2014 - Fa una buona azione e rischia di finire nei guai. E’ successo a un 31enne marocchino che ha sventato un furto di un paio di biciclette e permesso alla polizia di rintracciare e denunciare i due aspiranti ladri: un 29enne di Palermo e un catanese di 35 anni, entrambi con precedenti. I due hanno tentato di accusare il giovane nordafricano di averli aggrediti senza motivo, ma gli agenti sono riusciti a ricostruire la dinamica dei fatti.
Fonte e articolo: Il Resto del Carlino
Protesta in bici contro lo sfruttamento dei giovani
«Stage che sfruttano i giovani» La protesta con le biciclette
Una sessantina di giovani di «Padova Città Aperta- Laboratorio per lo Sciopero Sociale» hanno manifestato ieri in città contro il Progetto Garanzia Giovani del governo Renzi.
«Volevamo chiedere che ci consegnassero la vergognosa lista delle aziende convenzionate per stage e tirocini»
Fonte e articolo: Il Mattino di Padova, 8 novembre 2014
domenica 9 novembre 2014
Micro? Nano? La bici più piccola del mondo
Da un po' di tempo mi interrogo sulla massima miniaturizzazione possibile su veicoli a due ruote mossi da pedali. Ho trovato un caso limite, anche se nelle mie riflessioni una sella degna di questo nome ci dovrebbe essere. Potete guardare il video della micro bici da Guinness qua.
Un modello da corsa.
Un' interessante galleria di nano bike si trova qui
Utilità pratica di una nano bike: permette di passare sotto le mega bike.
Un po' più pedalabile la piccola pieghevole a-bike
Una menzione particolare merita la nipponica Araya Micro Hurry del 1977. Realizzata con componenti di alta gamma e un telaio in acciaio al cromo molibdeno, era disponibile con ruote da 12", 14" e 16". Era concepita come micro bike da commuting, senza la necessità di doverla piegare. Ovviamente, era troppo piccola per sopravvivere alle successive evoluzioni tecnico-meccaniche. Per questo, rimane un unicum nella storia del pedale, fino a prova contraria.
Ne fu realizzata anche una versione da corsa con il cambio, come potete vedere nell'immagine sotostante. Un'esperienza significativa, quella della Araya Micro Hurry, con investimenti notevoli in termini pubblicitari.
Nel giugno del 2014 è stata presentata la Bike Intermodal, una pieghevole a motore leggerissima, neanche 7.5 Kg. Un sito (here) parla di finanziamenti della UE per un milione e mezzo di euro, mi pare un po' troppo, spero sia un errore. Ecco la bici, in cui per ridurre le dimensioni sono decisivi i cavi:
Piegata fa davvero impressione.
La ruota anteriore è da 16", menre la posteriore è da 12". Una soluzione che media tra le dimensioni contenute al massimo e la necessità di affrontare meglio le strade con buche e avvallamenti.
Un modello da corsa.
Un' interessante galleria di nano bike si trova qui
Utilità pratica di una nano bike: permette di passare sotto le mega bike.
Un po' più pedalabile la piccola pieghevole a-bike
Una menzione particolare merita la nipponica Araya Micro Hurry del 1977. Realizzata con componenti di alta gamma e un telaio in acciaio al cromo molibdeno, era disponibile con ruote da 12", 14" e 16". Era concepita come micro bike da commuting, senza la necessità di doverla piegare. Ovviamente, era troppo piccola per sopravvivere alle successive evoluzioni tecnico-meccaniche. Per questo, rimane un unicum nella storia del pedale, fino a prova contraria.
La Araya Micro Hurry del 1977, con ruote da 12" |
L'Araya in azione |
Con 39800 yen te la portavi a casa |
Nel giugno del 2014 è stata presentata la Bike Intermodal, una pieghevole a motore leggerissima, neanche 7.5 Kg. Un sito (here) parla di finanziamenti della UE per un milione e mezzo di euro, mi pare un po' troppo, spero sia un errore. Ecco la bici, in cui per ridurre le dimensioni sono decisivi i cavi:
Piegata fa davvero impressione.
La ruota anteriore è da 16", menre la posteriore è da 12". Una soluzione che media tra le dimensioni contenute al massimo e la necessità di affrontare meglio le strade con buche e avvallamenti.
sabato 8 novembre 2014
Cargo bike modulare
Il collettivo danese N55 ha realizzato due cargo bike, una a due ruote con capacità di carico di 90 Kg, l'altra a tre ruote, per carichi fino a 150 Kg. Il prezzo di vendita è circa la metà dei cargo attualmente in commercio. Il design è aperto e modulare, quindi è facile da customizzare.
More info su Low tech magazine.
No mezzi motorizzati sui sentieri
Lettera aperta CAI
MEZZI MOTORIZZATI SUI SENTIERI: CONFRONTO
SI, DEROGHE NO
Lettera aperta di Umberto Martini,
Presidente generale del Club alpino italiano,
ai Soci Cai e agli amanti della montagna.
Presidente generale del Club alpino italiano,
ai Soci Cai e agli amanti della montagna.
Milano, 30 ottobre 2014
L'incontro con Paolo Sesti, Presidente della Federazione motociclistica italiana, ha suscitato un dibattito molto vivo e interessante all'interno del Cai. Dopo aver seguito il percorso di riflessione interna del Comitato centrale di indirizzo e controllo, della Conferenza dei Presidenti regionali Cai e del Comitato direttivo centrale voglio portare a più ampia conoscenza le nostre posizioni.
L'incontro con il presidente della FMI è stata un'occasione per far conoscere le ragioni e i valori del Cai a chi parte da posizioni e interessi a noi contrapposti, e certamente anche per ascoltare quelle dei motociclisti. Qualcuno, partendo dal comunicato stampa che rendeva noto l'incontro, ha sostenuto sulla stampa che da esso sia derivato un accordo: ciò è pura fantasia, non c'è né ci sarà alcuna concessione o deroga sulla nostra posizione circa la frequentazione motorizzata contro la legge sui sentieri e mulattiere di montagna. Allo stesso modo non si è mai affermato che gli interessi di escursionisti e motociclisti siano equivalenti, anzi ribadisco che sono inconciliabili.
Ribadisco che il Cai ha sempre condotto e continuerà a condurre le proprie battaglie contro la frequentazione indiscriminata dei sentieri di montagna con i mezzi motorizzati. La realizzazione dei sentieri, come dei rifugi, è sin dall'inizio della nostra storia uno degli elementi centrali della missione del Cai. La frequentazione e la tutela delle Terre alte è per me, e per il Cai, condizionata ai principi espressi nel nuovo Bi-Decalogo, che sono prima di tutto un codice di autoregolamentazione che i nostri Soci si sono dati. Ricordo anche le Tavole di Courmayeur e la Charta di Verona.
Il Cai è fortemente impegnato per ottenere la revisione del codice della strada. Gli interessi in gioco sono numerosi e molte sono le lobby che faranno pressione. Tra queste vi sono quelle legate al mondo dei motori, che hanno alle spalle non solo molti motociclisti, fuoristradisti e quaddisti, ma anche grandi interessi industriali e non solo. A questo proposito pongo una questione, e cioè, in vista dell'obiettivo di ottenere la modifica del codice della strada, considerati gli esiti delle recenti battaglie perse, non dobbiamo, ora più di prima, mettere in campo tutte le possibili strategie per la creazione di quell'ampio consenso che ci consentirà di essere ancor più incisivi per la difesa e la tutela dell'ambiente alpino? Credo di sì. Penso che a fianco delle giuste e dure azioni di contrasto come quelle della Lombardia e dell'Emilia-Romagna, che ho sostenuto, sostengo e sosterrò, abbiamo il dovere di continuare a spiegare e far conoscere in tutte le possibili occasioni di dialogo e confronto, anche a motociclisti e utilizzatori di mezzi motorizzati, i principi del nostro Bi-decalogo. Primo fra tutti che la montagna è un ecosistema fragile, da tutelare e che dobbiamo restituire alle future generazioni.
Insieme alle altre Associazioni ambientaliste abbiamo elaborato un documento indirizzato al Presidente del consiglio che verrà diffuso nei prossimi giorni. Nel documento, oltre a dedicare un paragrafo specifico alle Terre alte, chiediamo di modificare il Codice della strada per rendere esplicito il divieto di circolazione ai mezzi motorizzati, fuoristrada e motoslitte su sentieri e mulattiere. Chiediamo l'istituzione di un Catasto nazionale dei sentieri e delle mulattiere e che venga ridefinita la mappa di sentieri e mulattiere, anche riclassificando carrarecce, carrozzabili e strade a fondo naturale. Inoltre chiediamo di introdurre il divieto assoluto dell’uso di natanti a motore nei laghi alpini ed appenninici superiori ai 1000 metri d’altezza.
Il Cai non ha timore né di confrontarsi in un tavolo né di intraprendere azioni di lotta. Il Cai a cui penso è quello che gestisce il confronto per non subirlo. Credo, infine, che insieme alle azioni di rete con le altre Associazioni ambientaliste, confrontarsi con chi ha interessi contrapposti al nostro, senza mai derogare dai principi del Bi-decalogo, significhi mettere in atto una coraggiosa azione di sensibilizzazione e di educazione ambientale rivolta al più ampio pubblico possibile con l'obiettivo di rendere ancora più forte la nostra politica ambientale.
Umberto Martini
Presidente generale Club alpino italiano
Comunicato Greenpeace, 5 novembre 2014
GREENPEACE:
APPROVAZIONE SBLOCCA ITALIA, “POLITICA DI RENZI È VECCHIA DI UN
SECOLO”
ROMA, 05.11.14 –
Greenpeace esprime profondo dissenso rispetto alla strategia energetica che il
decreto Sblocca Italia - appena approvato in via definitiva in Senato - prevede
per il Paese.
«La politica energetica
di Renzi è quanto di più vecchio e miope potesse toccare in sorte
all’Italia», dichiara Andrea
Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace.
«Puntare oggi sulle
misere riserve fossili di cui disponiamo, in spregio all’ambiente e alla
bellezza dei nostri territori e dei nostri mari, vuole dire consolidare la
nostra dipendenza dalle energie più inquinanti, non generare occupazione e
danneggiare altri comparti strategici come turismo, pesca e
agricoltura».
Secondo Greenpeace, con
questo provvedimento il Governo italiano mostra una doppiezza sconcertante:
mentre in Europa e nei summit Onu si impegna a parole a contrastare i
cambiamenti climatici, nei fatti si rivela succube dei petrolieri che si
preparano a deturpare le nostre coste e i nostri mari con le loro trivelle.
Neppure gli ennesimi disastri climatici che si sono abbattuti su metà del
territorio italiano nelle scorse settimane – da Genova a Parma, sino alla
Maremma – e che anche oggi colpiscono molti territori sono serviti come monito,
per ricordare che la strada delle energie fossili è sbagliata.
Visto il voto di oggi,
resta inoltre inascoltato l’allarme lanciato dall’IPCC (International Panel
on Climate Change), il braccio scientifico delle Nazioni Unite sul clima,
che solo pochi giorni fa ha ricordato come sia urgente cambiare subito i nostri
sistemi energetici, se si vuole evitare il peggio.
Il
decreto Sblocca Italia attribuisce un carattere “strategico” alle concessioni di
ricerca e sfruttamento di idrocarburi, semplificando
gli iter autorizzativi, togliendo potere alle Regioni e prolungando i tempi
delle concessioni. Una deregulation selvaggia per chi vorrà bucare
suolo e fondali in cerca di pochi barili di petrolio.
Nel
frattempo – forse Renzi non lo sa? - le energie rinnovabili non sono più una
fonte marginale: oggi in Italia soddisfano circa il 40 per cento dei consumi di
elettricità. Una politica orientata
a un loro forte sviluppo arriverebbe, al 2030, a impiegare 100 mila unità:
ovvero, una base occupazionale tripla rispetto a quanto oggi occupa la FIAT Auto
in Italia. Ancor più si potrebbe fare con lo sviluppo dell’efficienza
energetica. Il decreto Sblocca Italia
invece difende gli interessi delle lobby fossili mentre, con burocrazia e nuove
tasse, chiude la strada al futuro e blocca le rinnovabili.
«Questo
decreto appare antistorico a chiunque abbia una conoscenza pur superficiale del
mondo dell’energia: va in direzione opposta ai mercati e alla ricerca, punta
dritto al passato e riavvolge il nastro della storia industriale italiana al
‘900», aggiunge
Boraschi. «Ma, anche
se non vi fossero tutte queste pecche, risulterebbe comunque indecente per il
carattere autoritario che lo ispira. Renzi tira dritto per la sua strada e non
ascolta nessuno, se non le lobby fossili. Ma presto, crediamo, dovrà ascoltare
comunque, volente o meno, la protesta che sta montando in tutto il
Paese»,
conclude.
Ugo La Pietra, Fabbriche dismesse (2012)
Il 26 novembre si inaugura alla Triennale di Milano la mostra Ugo La Pietra, prima monografica dedicata all'architetto, artista, musicista e cineasta.
venerdì 7 novembre 2014
Nel nuovo romanzo di Paolo Aresi, la "civiltà della bicicletta" - il periodo tra la fine della Prima guerra mondiale e l'inizio degli anni Cinquanta. In quegli anni è ambientato il romanzo «La vita a pedali», in uscita per Bolis Edizioni. Racconta l’infanzia e la giovinezza di Felice Gimondi ed è allo stesso tempo una raccolta di racconti, ciascuno ha come protagonista una diversa bicicletta.
(Noto che il periodo della "civiltà della bicicletta" potrebbe essere anche un po' più lungo, volendo, dai primi anni del Novecento all'avvio della motorizzazione di massa).
Un uomo stringe la bici del figlio davanti a un edificio danneggiato di Aleppo dopo un bombardamento (aprile 2014, fonte: Al Jazeera) |
La scemenza hipster
Nella Ddr sempre in fila davanti agli scaffali vuoti
Mancava tutto, erano le commesse dei negozi ad avere il potere
Brigitte scuote la testa dai capelli bianchissimi, sbotta: «Ma che vergogna». Cinque euro per uno dei simboli più tristi della Germania comunista è troppo anche per lei che ne ha viste tante. Cresciuta dietro il muro, è amareggiata perché ha scoperto che il combinato disposto della nostalgia Ddr e della scemenza hipster può essere appeso a una stampella del mercatino di Arkonaplatz. Un orrendo sacchetto della spesa di nylon rosa a fiorellini. «Ne avevamo sempre uno nella borsetta», sospira.
Fonte e articolo completo: La Stampa
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