lunedì 27 giugno 2016

Comunicato Il Test-Salvagente


Falso extravergine, l’Antitrust multa Lidl per 550mila euro

L'Authority conferma che l’olio Primadonna "presenta le caratteristiche di un vergine" e ribadisce la validità del panel test
La sanzione per pratica commerciale scorretta scaturisce dall’esposto di Konsumer Italia presentato dopo le analisi del Test-Salvagente


Roma, 22 giugno - Quell’olio non è un extravergine e venderlo come tale “falsa in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore in relazione al prodotto pubblicizzato” dall’azienda. Per l’Antitrust si tratta di una pratica commerciale scorretta e pertanto ha multato Lidl per 550 mila euro: l’olio Primadonna venduto come extravergine in realtà – a seguito delle analisi organolettiche ordinate dalla Procura di Torino dopo il nostro test del giugno 2015 – “non corrisponde alla categoria “olio extravergine di oliva” dichiarata in etichetta trattandosi, invece, di olio vergine di oliva”.

“Una multa molto elevata, motivata dal fatturato dell’azienda e dalla gravità della violazione, che apre scenari nuovi nella tutela del consumatore – dichiara Riccardo Quintili, direttore del Test-Salvagente - anche perché, a supporto della decisione presa, il Garante ribadisce la validità del panel test tante volte messo in discussione dalle aziende”. Nella sua decisione l’Authority, infatti, ha specificato che “l’esito della prova organolettica (la prova di assaggio, ndr) è sufficiente per dichiarare l’olio non conforme alla categoria dichiarata”.

“La sentenza dell’Antitrust conferma i nostri dubbi – dichiara Fabrizio Premuti, presidente di Konsumer Italia - e le evidenze emerse dalle analisi del Test-Salvagente. È il primo pronunciamento siamo in attesa di conoscere anche gli esiti degli altri esposti. L'alleanza tra informazione indipendente e associazioni consumatori indipendenti è una strada che si deve rafforzare sempre più”.

LE NOSTRE ANALISI

Tutto nasce dalla nostra inchiesta del giugno scorso: su 20 campioni di olio extravergine fatti analizzare dal laboratorio chimico di Roma dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ben 9 marchi alla prova organolettica sono stati declassati a semplici vergini, tra i quali Primadonna Lidl. Non un danno alla salute dei consumatori ma alle loro tasche sì visto che hanno pagato un prezzo più alto per un prodotto con caratteristiche organolettiche inferiori di quanto promesso in etichetta.

Dopo la nostra inchiesta,  il procuratore di Torino Raffaele Guariniello aprì un fascicolo e a novembre finirono sul registro degli indagati i responsabili di sette marchi: Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna e Antica Badia.


Nel quantificare la multa l’Antitrust, vista la “gravità della violazione“, ha tenuto conto del fatturato dell’azienda (3 miliardi di euro circa) sia della “diffusione della pratica” avvenuta anche per mezzo di volantini cartacei e in un caso sul web. “La pratica commerciale – ha sentenziato l’Authority – è stata posta in essere dal 16 giugno 2015 ed è ancora in corso”.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.