venerdì 30 ottobre 2015
Il Rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente
Comunicato Legambiente (estratto)
[Il nuovo Rapporto] Ecosistema Urbano registra anche una sostanziale stabilità del parco auto e moto circolante che interessa quasi l’80% dei comuni capoluogo, mentre le politiche di mobilità mostrano invece un trasporto pubblico in grande affanno, con il 68% dei comuni che vede diminuire il numero di passeggeri, e una sostanziale stabilità della rete di piste ciclabili e isole pedonali. Soltanto a Bolzano le politiche di mobilità sono riuscite a limitare gli spostamenti motorizzati privati al di sotto di un terzo degli spostamenti complessivi, mentre in 46 città questa percentuale supera ancora il 50%.
Il Rapporto è qui.
mercoledì 28 ottobre 2015
Oh, god, la pedalatissima London
Elegantissimo, Sir Paul Smith, gigante della moda, spesso in bici, fotografato sulla sua fixed. Notate la finezza del fotografo che ha "nascosto" la forcella sul profilo della ruota - questa è arte.
Articolozzo di Sir Paul Smith sulla Londra di oggi (sul supplemento Style Magazine del Corriere della sera, novembere 2015), ma così pedalabile, che fa un po' rigirare le budella, poco dopo aver asceso viale Adriatico a Roma, che non sembra più una strada, tanto è il casino di automobili in sosta, cantieri, baracche di latta e buche colossali. Quindi Londra, città ciclisticamente attivissima, con otto milioni di spostamenti l'anno, secondo i dati della app Strava.
"Per me bicicletta significa andare per strada in libertà: la sensazione dell'aria in faccia, il rumore delle ruote sull'asfalto, lo stridore dei freni in discesa", scrive Sir Paul. E ha ragione.
"Se mi avessero chiesto 15 anni fa le prospettive di crescita dell'interesse per il ciclismo nel Regno Unito, avrei risposto con una buona dose di scetticismo".
Smith cita anche un celebre cycle cafè-officina di Londra, situato in Old Street: il "Look Mum No Hands". Nome strepitoso, posto inteessante.
A Montesacro il degrado quotidiano e cantieri pluriennali
Da quasi due anni gli scavi per la rete elettrica vengono aperti e richiusi in maniera sommaria, il manto stradale è devastato, alcune recinzioni sono pericolose
di Paolo Foschi
Cantieri che vengono aperti, sospesi e poi richiusi in maniera sommaria, marciapiedi abbattuti e malamente ripristinati, cartelli stradali divelti. Ancora, minacciosi divieti di sosta con zona rimozione che compaiono nottetempo annunciando imminenti nuovi lavori che non partono. E, poi, traffico rallentato da scavi e restringimenti della carreggiata, manto stradale ridotto a un colabrodo, recinzioni di cantiere con tondini d’acciaio che spuntano pericolosamente a altezza bambini. [...]
.Benvenuti a viale Adriatico, quartiere Montesacro, strada a senso unico che collega piazza Sempione alla Bufalotta. Qui da quasi due anni residenti e esercenti sono in ostaggio dei lavori per il rifacimento della rete elettrica commissionati da Terna. In Giappone dopo il terremoto ricostruirono i ponti crollati in poche settimane. Da queste parti, invece, per passare qualche centinaio di metri di cavi un intero quartiere vive da mesi e mesi in una situazione di estremo degrado e disagio, fra l’indifferenza del Municipio, il Terzo, più volte sollecitato per trovare una soluzione. [...]
E, come se non bastasse, ogni tanto al cantiere di Terna se ne aggiunge un altro che magari dura appena qualche settimana, come quello appena aperto nella traversa di via della Verna da Acea, ma che comporta ulteriori disagi. Impressionante è lo stato di abbandono della strada, nonostante l’impegno dei negozianti che si armano di ramazza e raccoglitore, e dei netturbini di zona che cercano almeno di tenere puliti i marciapiedi comunque inaccessibili in carrozzina a causa di buche e dossi.
Ma già a dicembre scorso il cantiere era dato in stato quasi finale. Eppure degrado, disagio e scavi sono ancora lì. Inoltre, l’unico parco giochi della zona, circondato dagli scavi, è sommerso di immondizia: se non lo puliscono i genitori dei bimbi che lo frequentano, non lo fa nessun altro. Anche in questo caso Municipio e servizio giardini sono stati ripetutamente sollecitati, ma senza alcun risultato.
Voglio una ruota
"Voglio una ruota" è il titolo del documentario della regista Antonella Bianco, che parla di donne, bicicletta e libertà. Dal 7 ottobre è partita la campagna di crowdfunding per il progetto. Qui.
"Non regalatemi dei fiori, voglio una ruota".
"Non regalatemi dei fiori, voglio una ruota".
martedì 27 ottobre 2015
Le città europee si pedonalizzano
Le città europee che hanno bandito le automobili dal centro.
Le auto non sono più le benvenute nel centro di alcune città europee. L'ultima capitale a bandire le auto è stata Oslo. La nuova coalizione che si appresta a governare la capitale norvegese lunedì 19 ottobre ha annunciato che vieterà le auto da qui al 2019. Lo spazio in cui sarà vietata la circolazione alle auto è frequentato da 90 mila persone, che vi abitano o vi lavorano.
A Londra ciclisti raddoppiati negli ultimi dieci anni, dopo il piano di sviluppo lanciato nel 2003 e la congestion charge per entrare in centro. In costruzione la superciclabile di 30 Km da Tower Hill a Acton.Un progetto che ha vinto il premio uno dei London Planning Awards prevede di impiegare vecchie linee della metro inutilizzate per farne piste ciclabili,. A me pare una clamorosa caxxta: come dissi tempo fa, nel tunnel ci vadano le auto.
A Copenhagen l'obiettivo per il 2015 è di avere il 50% dei percorsi casa lavoro o scuola in bici.
A Bruxelles c'è la più grande zona pedonale d'Europa. 48 ettari di territorio liberati dalle auto.
Caso interessantissimo è la capitale d'Irlanda. A Dublino, il consiglio comunale ha deciso di vietare le auto e di riorganizzare il trasporto, moins hostile aux piétons et cyclistes. In arrivo anche restrizioni per i taxi.
A Madrid tassa d'accesso al centro per le auto.
A Parigi pedonalizzazione di 3,3 km, con realizzazione di una tramvia, che nel 2020 permetterà di attraversare la capitale francese da est a ovest.
lunedì 26 ottobre 2015
mercoledì 21 ottobre 2015
Usa, a lezione di bici: così la scuola insegna la salute (La Repubblica, 21 ottobre 2015, p. 23)
In 80 scuole primarie di Washington si insegna anche ciclismo.
martedì 20 ottobre 2015
Cittadini che riparano le buche da soli
A Torre Maura, a Roma, i cittadini comprano il catrame e tappano le buche. Vigili urbani e Ama danno una mano. L'articolo è qui.
domenica 18 ottobre 2015
sabato 17 ottobre 2015
Comunicato CAI
Trasmettere la consapevolezza del rischio
e l’autoresponsabilità nella frequentazione
dell’ambiente montano
e l’autoresponsabilità nella frequentazione
dell’ambiente montano
Si è parlato del ruolo del Club alpino italiano oggi alla Tavola
rotonda
“Mountain Freedom vs Risk: a Discussion without Peak”,
organizzata a Bressanone nell’ambito dell’International Mountain Summit
“Mountain Freedom vs Risk: a Discussion without Peak”,
organizzata a Bressanone nell’ambito dell’International Mountain Summit
Bressanone (BZ), 16 ottobre 2015
Il Club alpino italiano deve continuare a ricoprire il proprio ruolo nel veicolare la consapevolezza dei rischi e la autoresponsabilità nei confronti degli alpinisti, dei frequentatori dell’ambiente montano, senza che si ricorra a eccessive leggi e divieti. E deve sensibilizzare anche chi pratica le nuove attività nelle Terre alte generate dai rapidi cambiamenti della società odierna e pervase da un crescente spirito commerciale. Tutto questo senza intaccare la libertà fondamentale di ognuno di andare in montagna.
Questo il messaggio uscito, per quanto riguarda il Sodalizio, dalla Tavola rotonda “Mountain Freedom vs Risk: a Discussion without Peak” di questo pomeriggio a Bressanone, organizzata nell’ambito dell’International Mountain Summit e moderata dal Presidente della Commissione centrale medica del CAI Luigi Festi.
Il Vicepresidente generale del CAI Erminio Quartiani ha ricordato l’inutilità di una regolamentazione della frequentazione della montagna da parte della politica attraverso leggi e divieti. “La frequentazione non va regolamentata, bensì accompagnata, cosa che il CAI fa tutti i giorni con i corsi e l’attività delle Sezioni sul territorio. Lavoriamo per accompagnare le persone in montagna con coscienza e responsabilità. Questo non per allontanarle ma per trasmettere loro la consapevolezza necessaria per frequentare le Terre alte”.
I rappresentanti del CAI intervenuti hanno sottolineato la necessità del CAI di continuare a essere il motore della trasmissione della cultura della montagna, aprendosi costantemente alla società e ai suoi cambiamenti. Fondamentale in primis il coraggio della rinuncia, la montagna non va affrontata a tutti i costi, se i rischi sono eccessivamente alti.
E’ stato ricordato come la frequentazione consapevole dell’ambiente montano rientri nella mission del CAI. Una dimensione culturale ed etica che può trasferirsi anche in altri ambiti della società: le persone consapevoli del rischio e del limite dell’andar per monti probabilmente hanno un atteggiamento responsabile negli altri ambiti del vivere sociale.
Per quanto riguarda il Club alpino italiano a Bressanone sono intervenuti, oltre a Quartiani e Festi, il Past President Annibale Salsa, il Consigliere centrale e Presidente dell'Unione bergamasca Sezioni e Sottosezioni CAI Paolo Valoti, il Consigliere centrale e Presidente del Trento Film Festival Roberto De Martin e il Direttore di Montagne360 Luca Calzolari.
mercoledì 14 ottobre 2015
Logistic performance index: riguarda anche le ciclabili
La parola chiave è Logistic performance index, un parametro per misurare l'efficienza della logistica in un dato Paese. Il Centro studi di Confcommercio, in una ricerca presentata al Forum internazionale Conftrasporto, ha calcolato che se l'Italia avesse un indice Lpi pari a quello della Germania, nello scorso anno, avrebbe avuto 42 miliardi di euro in più sul Pil (+2,8% del totale). Una carenza che si è tradotta, in termini di mancata crescita, in una "tassa occulta" di 700 euro per ogni italiano.
Il rapporto, realizzato dal centro studi di Confcommercio in collaborazione con Isfort, parte dal fatto che l'inefficienza della logistica e del sistema dei trasporti è originata da tre tesi: l'inadeguatezza
infrastrutturale, la scarsa accessibilità materiale e digitale e la mancanza di un'efficace politica della logistica.
Tutto ciò riguarda anche la carenza di percorsi dedicati alla bicicletta nel nostro Paese. Se si potesse andare in bici al lavoro o effettuare un efficace bici+treno, lo farei, eccettuando gli eroismi quotidiani.
Nelle classifiche sulla competitività delle infrastrutture di trasporto, l'Italia, rispetto agli altri paesi europei, si posiziona al 15esimo posto nelle ferrovie, al 17esimo nel trasporto su strada, al 19esimo posto nel sistema portuale e addirittura al 21esimo posto in quello aeroportuale. Nella classifica per la mobilità ciclistica l'Italia è collocata molto più in basso. La burocrazia nel sistema della logistica ha un impatto rilevante: se in Italia i giorni medi necessari per le operazioni di export/import di merci nei porti sono 18,5, questi scendono a 9,5 in Spagna, 8,5 in Belgio, 8,1 in Germania e 6,5 in Olanda. In particolare, un peso preponderante riguarda la documentazione necessaria che nel nostro paese si porta via 10,5 giorni. Tutto ciò ha riflessi diretti sull'inefficienza logistica: difatti dal 2002 al 2013 il porto di Genova è cresciuto del 3,1% e quello di La Spezia del 54,7%, i loro diretti concorrenti spagnoli hanno mostrato incrementi del 137,6% per Valencia e del 51,2% per Barcellona.
martedì 13 ottobre 2015
Paola Gianotti
Si chiama Paola Gianotti e ha già fatto il giro del mondo. Da 12 a 14 ore al giorno per 144 giorni. Un totale di 30 mila chilometri in sella. 34 anni, una laurea in Economia, rimasta senza lavoro, ha deciso di non restare ferma. Pare che sia la prima italiana ad aver compiuto l'impresa. Ora esce il suo libro Sognando l'infinito, editrice Piemme. Ma lei continua a pedalare e dopo la Red Bull Trans Siberian Extreme da Mosca a Vladivostok, 9200 Km, si prepara a una nuova impresa.
venerdì 2 ottobre 2015
The artist formerly known as Archi, Omaggio a Roman Opalka (2015)
The artist formerly known as Archi, Omaggio a Roman Opalka (2015), particolare |
Non stupisce questo omaggio a Roman Opalka. L'artista un tempo noto come Archi ha dipinto la serie dei numeri primi, a imitazione dei numeri del pittore franco-polacco, con le sue opere intitolate 1965 / 1 – ∞ e dedicate sostanzialmente allo scorrere del tempo.
TAFKAA parte dall'eccezionale 2, unico numero pari della sequenza dei primi e si arriva fin dove si arriva, cioè alla fine del quadro, una tavola di legno, come usava in un tempo remoto. Non delle dimensioni delle tele di Opalka, quei 196 x 135 cm, le stesse della porta dello studio di Varsavia di Opalka.
TAFKAA parte dall'eccezionale 2, unico numero pari della sequenza dei primi e si arriva fin dove si arriva, cioè alla fine del quadro, una tavola di legno, come usava in un tempo remoto. Non delle dimensioni delle tele di Opalka, quei 196 x 135 cm, le stesse della porta dello studio di Varsavia di Opalka.
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