A nome della parte di
popolazione della linea Roma-Nettuno che ha scelto uno stile di vita più
sostenibile, prediligendo come mezzo di trasporto il treno (nonostante le
politiche nazionali disincentivanti), voglio esprimere tutta la nostra
solidarietà al capotreno che venerdì 19 settembre alle 18 del pomeriggio, poco
prima della partenza del treno Reg.12212 da Nettuno, ha subìto una assurda
aggressione da parte di un gruppo di ragazzi di Anzio (non extracomunitari, né
stranieri, né rom). Esprimiamo altresì il nostro sconcerto, la nostra vergogna,
la nostra disapprovazione per l'ingiusto e violento gesto nei confronti di quel
lavoratore che pacificamente espletava il suo dovere in servizio, con l'augurio
di una completa (anche psicologicamente) guarigione.
Mi sia
concessa una breve riflessione, avendo vissuto il misfatto in diretta, poiché,
atteso ignara (e con una rabbia incontenibile) per un'ora e mezza ad Aprilia un
treno per tornare a Roma la sera per un impegno, e salita sul primo treno utile
dopo quello soppresso, ho appreso con incredulità la notizia da una nonna
allibita, che aveva assistito alla scena e che mi chiedeva cosa ne stiamo
facendo dei nostri figli...
Ho
poi trovato sul web lapidari comunicati in merito.
Mi
sembra un'ulteriore ingiustizia circoscrivere quell'episodio nelle quattro righe
che, probabilmente, ai più che quel giorno non hanno perso la salute, la
tranquillità, il treno, gli impegni, .... sono sfuggite.
E'
vero, quei ragazzi hanno causato interruzione di servizio pubblico, oltraggio a
pubblico ufficiale, mancato soccorso al ferito, trasgressione del regolamento di
viaggio...ma sono stati messi in condizione di farlo da due fattori:
1)
la totale assenza di educazione, di esempi virtuosi, di senso civico: quei
ragazzi sono figli della barbarie in cui versa il nostro Paese, dove per oltre
un ventennio è stata azzerata la morale, la cultura, la Politica a servizio del
pubblico e il senso civico, a favore di chi ha speculato a vantaggio del proprio
losco potentato economico;
2) a
fronte di questi frequenti episodi, Trenitalia SpA, pur sapendolo e pur non
perdendo occasione di fare comunicati per mettere in cattiva luce la nostra
linea, alimentando una campagna di contrapposizione tra ferrovieri e pendolari
come mai prima avvenuto, non ha mai voluto prendere provvedimenti in merito
(fatto salvo il breve periodo di marketing di immagine andato in onda questa
estate, con ricorso a squadre armate di scorta, pagate con denaro pubblico),
nonostante che da anni il nostro comitato richieda il ripristino di 2
controllori oltre il capotreno e il macchinista, soprattutto sulla nostra linea,
dove circolano treni doppio piano ad 8 convogli, e dove nel tratto Nettuno
- Campo di Carne c'è una fermata in media ogni 2 km.
Come
dovrebbe fare in tali condizioni il capotreno ad assolvere a tutte le sue
mansioni e contemporaneamente occuparsi della controlleria e della sicurezza a
bordo?
Tanto
più che a seguito della vicenda, in una nota diramata il 19 u.s. i sindacati
CGIL-CISL-UIL-UGL di categoria invitano il personale di bordo a restare in
cabina di guida durante la corsa, a tutela della propria incolumità. Se dunque
il responsabile della nostra sicurezza non è sicuro in treno, al punto di dover
rimanere chiuso in cabina, ci domandiamo come, secondo i suddetti sindacati, si
dovrebbe garantire la sicurezza dei viaggiatori.
L'incuria
e l'abbandono in cui inoltre versano le nostre stazioni, in particolare quella
di Nettuno, dove continuamente i nostri treni sono oggetto di vandalismo
notturno indisturbato, l'ultimo poche ore dopo l'aggressione, sono la firma di
come FS gestisce il servizio ferroviario: preferisce procurare
quotidiani disservizi alla popolazione e danni ai propri dipendenti piuttosto
che investire lungimirantemente nella prevenzione e nella sicurezza delle
infrastrutture del servizio
pubblico (dato che per quanto riguarda il servizio TAV non si fanno mancare
nulla!).
In
tutto questo, i sindacati, i sindaci e la Regione da che parte stanno?
Rosalba
Rizzuto
Comitato
pendolari FR8a Carrozza
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