domenica 29 luglio 2018

Nell'antro dei pignoni roventi: da Valerio

L'appuntamento è al Gianicolo, alle 8 di sabato mattina. Arrivo nel luogo concordato con la mia minibike con ruote da 14". La corona a 28 denti mi'ha ha obbligato a circa 750 mila giri di pedale per arrivare fin qui, ma forse sto sovrastimando. Comunque, un viaggio da criceto nella sua grande ruota. Questo pedalare a vuoto  è anche una delle ragioni dell'appuntamento. La strada è deserta. Poi si materializza una bici. La persona in sella sembra non faticare minimamente, nonostante la velocità sostenuta. Si tratta di un tipo dalle fattezze orientali. La bici in realtà è un tandem. L'uomo mi si accosta: mi parla con uno spiccato accento russo. Carichiamo la mini bike sul portapacchi. Il tipo mi chiede di salire dietro, poi mi benda. Inizia un giro piuttosto tortuoso, il mio accompagnatore pedala forte e, ovviamente, devo adeguarmi al suo ritmo. Un paio di volte mi chiede se è tutto a posto, gli rispondo di sì. Il mio desiderio di visitare una delle batcaverne ciclistiche più interessanti di Roma sta probabilmente per esaudirsi, ovviamente insieme all'incontro con uno dei più tenaci pedalatori che io abbia mai visto. Oltre ad affrontare viaggi lunghi impervi, salite dei passi alpini con le sue bici a due piani, sempre in autonomia, con un bagaglio di tutto rispetto, Valerio è anche uno dei migliori saldatori che io conosca.
L'arrivo è preceduto da una ripida discesa, il rimbombo mi conferma che stiamo scendendo in un garage. Il russo orientale sparisce in un baleno con il suo tandem. Dopo, probabilmente, verrà a riprendermi per portarmi da qualche parte. Una semplice misura precauzionale per mantenere il giusto riserbo sulla collocazione di questo luogo. Lo spazio è molto grande, ben illuminato e pieno di bici, in particolare bici a due piani, in inglese tall bike. Le opere di Valerio denotano un notevole lavoro per rendere questi telai leggeri e robusti, superando la fase pionieristica del duepianismo italiano 1.0, in cui semplicemente due telai venivano saldati uno sopra all'altro. Non troppo belli dal punto di vista estetico, questi primi modelli avevano anche lo svantaggio di impennarsi facilmente.Forse il primo esempio di una nuova tendenza è stata una bici di Piero apparsa in una Ciemmona, con i foderi verticali che dalla ruota arrivavano alla sella, in quel caso erano barre quadre di ferro.Valerio è andato in quella direzione e ha proseguito, fino all'ultimo esemplare di bici da viaggio con ruote da 29", che è uno spettacolo.


Leggera, con i freni a disco, ma con i bolt sia per le ruote da 26 che da 28, con un manubrio da viaggio che sembra il ponte di comando di un'astronave, questa bici è davvero straordinaria e già battezzata e collaudata con parecchi chilometri, e anche parecchie salite molto impervie (a Valerio piacciono le salite alpine). La due piani è smontabile e può essere caricata facilmente sul treno. Ma queste cose le devi calcolare bene e le devi saper fare.

La parte gialla si divide da quella arancione


Sistemi semplici e ingegnosi permettono di stipare i pezzi, che forniscono il materiale di base alle lavorazioni.



Il banco di lavoro è fatto con palanche da cantiere. Rozzo, robustissimo e perfetto per il suo scopo. Sul tavolo parecchie cose. Osservo che bisognerebbe tenere in ordine, che tutti insistono con questa cosa dell'ordine, che serve a prevenire gli infortuni, a concentrarsi meglio, ecc. ma poi almeno per me il tavolo è come una lavagna sulla quale stanno segnate le cose da fare, pezzi smontati messi in un recipiente, punti interrogativi da risolvere. Almeno a me piace molto portarmi avanti due o tre cose alla volta, perché quando un lavoro va in crisi ed è necessaria una pausa di riflessione, mi butto su un'altra cosa, magari più facile. Quindi il disordine è inevitabile, o quasi. Valerio è molto alto e fatica a trovare un telaio normale della sua misura. Non so se è per questo che si è dedicato assiduamente alle due piani o comunque ha imparato a saldare bene e farsi le bici da solo.

Particolare dell'ultima creatura di Valerio
L'ultima bici da viaggio realizzata è piena di attacchi per le borracce. Il suo autore pensa a viaggi lunghi e in luoghi con poca acqua. Comunque la versatilità del mezzo è notevole. Con il sedere a due metri da terra, non gli mancherà nulla.

Parliamo ininterrottamente, ma gli argomenti non finiscono mai. Il tempo sembra sospeso, mentre imparo un sacco di cose. Taglio qualche tubo, poi Valerio fa la sagomatura decisiva. Alla fine accende il saldatore. Il casco spaziale è pronto. Si salda. Vedete il mio progettino realizzato qui.Comunque gli ho chiesto se per favore mi saldava una seconda scatola per il movimento centrale sopra quella preesistente per permettermi di montare una corona più grossa.


Tra le bici realizzate da Valerio, ce n'è una che sembra il prototipo della bici paesana. Anche lui apprezza e coltiva il ciclismo paesano.Asimmetrica, sorta, arrugginita come un badile di campagna che ha preso troppa acqua. Potrei dire, esagerata e sconveniente nel dettaglio, ma magnifica nell'insieme.


Grazie al riuso, la saldatura permette di glorificare anche i telai più indigesti
Tra le altre cose, c'è anche un cargo davvero notevole. Provo a farci un giro, per me è un po' complicato sterzare.

Noto su Instagram come Pedalerio, facendo un giro sul web è facile capire che i viaggi di Valerio sono costellati di incontri e grazie all'ospitalità di tante persone spesso non è neanche necessario montare la tenda.

Courtesy meteocalabria.net

 Le ore corrono. Dopo che il lavoro è finito e il ferro si raffredda, continuiamo a chiacchierare fittamente. Poi è il momento di salutarci. In un attimo, il tandem con l'orientale russo a bordo di materializza. Monto la bici sul portapacchi, davvero molto soddisfatto per la svolta decisiva del mio progettino. Bendato, comincio a pedalare. Dopo una quarantina di minuti, in pieno centro, scendo dal tandem, saluto e proseguo in mini bike. 

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