martedì 23 maggio 2017

Pa_Pa fu Cre_Pa_Mi

Comunicato La stazione delle biciclette

[una bellissima iniziativa, n.,d.r.]


In principio fu Cremona_Pandino_Milano una delle prime esperienze Gravel in Italia, l'abbiamo fatta di giorno, di notte e nei due versi, quest'anno ci fermiamo, si parte da Pandino e si arriva a Pandino, nasce la Pa_Pa.

-sono previsti tre percorsi: 134 km, 80 km e 10-15 km per bambini
-ristoro a metà del 70km e del 130km con il famoso salame e taleggio di Pandino
-nessuna altra assistenza se non la vostra traccia gps e un numero di telefono che ha l’unico scopo di organizzare la spedizione immediata tramite paracadute di un kit sopravvivenza con ago e filo per cucire le ferite
-all’arrivo osanniamo il primo (tanti baci e niente di più), sberleffiamo il secondo, salutiamo il terzo e a seguire quello che ci indicherà la fantasia.
-cucina aperta fino alle 14.30 per chi fa il corto e dopo le 18.00 18.30 per chi fa il lungo
-ci sarà anche l’immancabile T shirt
 
se vi abbiamo stuzzicato e volete maggiori info vi aspettiamo sull'evento facebook oppure crepami@gmail.com
 
Domenica 28 maggio, ritrovo dalle 8.30 presso Oratorio San Luigi a Pandino e partenza alle 9.30

domenica 21 maggio 2017

L'intrusa


Un'immagine de L'intrusa di Leonardo Di Costanzo, con una splendida macchina ciclistica. Il film domani passerà nella Quinzaine dés realizateurs al 70° Festival di Cannes. Racconta la storia della Masseria, luogo di creatività infantile un alternativa alle logiche camorristiche.

mercoledì 17 maggio 2017

Ma va?



Osservatorio Compass

Mobilità: l’automobile è il mezzo preferito dagli italiani, ma per l’acquisto nessuna follia: si punta su risparmio e consumi ridotti. Solo il 9,1% sceglie i mezzi pubblici e il 3,5% la bicicletta

Monte Inferno

Monte Inferno, un film di Patrizia Santangeli. Proiezione ad Aprilia, 26 maggio 2017, alle ore 21 al Teatro Europa.
Comunicato Banca Etica


Fondazione Banca Etica azionista critico all'assemblea di Leonardo-Finmeccanica.

"Dividendi pagati con i cacciabombardieri al Kuwait? Leonardo rispetti la legge 185/90!"


Roma, 16 maggio 2017.

La Fondazione Finanza Etica (FFE) ha partecipato oggi per la seconda volta all'assemblea degli azionisti di Leonardo-Finmeccanica, il principale produttore italiano di armamenti il cui maggiore azionista è il Ministero del Tesoro italiano con il 30,2%.
«Siamo intervenuti come azionisti critici con il sostegno del movimento pacifista Rete Italiana per il Disarmo di cui siamo soci fondatori», spiega Andrea Baranes, presidente di FFE, fondata nel 2003 da Banca Etica.
L'intervento della Fondazione ha criticato il progressivo sbilanciamento del Gruppo Leonardo verso la produzione militare e la controversa commessa da 7,95 miliardi di euro per la fornitura di 28 cacciabombardieri Eurofighter Typhoon al Ministero della Difesa del Kuwait.
«Riteniamo che la strategia di sviluppo di Leonardo sia in chiaro contrasto con la legge 185/90 sul controllo dell'esportazione di armamenti», dichiara Francesco Vignarca, coordinatore di Rete Disarmo. «Invece di convertire a fini civili la produzione, come previsto dall'articolo 1 della legge, Leonardo sembra essersi ormai assestata su un mix di produzione ampiamente sbilanciato sul settore militare da cui, nel 2016, ha ricavato il 64% del fatturato totale».
La commessa del governo del Kuwait ha fatto crescere gli ordini di Leonardo del 61,3% rispetto al 2015. Grazie all'incasso del primo anticipo sulla commessa, il comparto aeronautico del Gruppo ha chiuso in positivo (+0,4%) mentre tutti gli altri comparti sono scesi rispetto al 2015.

«Leonardo torna a pagare un dividendo sulle azioni dopo sei anni ed è singolare che lo faccia in corrispondenza di un ordine record dal Kuwait, un Paese coinvolto insieme all'Arabia Saudita nella guerra contro lo Yemen, che non ha alcuna legittimazione dal punto di vista del diritto internazionale e ha generato oltre 10.000 morti tra i civili e ucciso oltre 1.000 bambini nei raid aerei», continua Vignarca. «Lo stesso articolo 1 della legge 185/90 vieta esplicitamente l'esportazione di armamenti verso Paesi in conflitto armato. Un articolo che il governo, come maggiore azionista di Leonardo e la stessa società sembrano ignorare».
L'assemblea di Leonardo si è tenuta a Roma presso l'Accademia Nazionale dei Lincei. Diretta dell'assemblea su twitter, hashtag #Leonardo #LeonardoAGM.

Legge sulla tortura impresentabile

Comunicato Antigone

Tortura, Amnesty International Italia e Antigone: "dopo 28 anni di ritardo il Senato approverà un testo impresentabile"

Alla vigilia dell’approvazione al Senato della proposta di legge sull’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento italiano, Amnesty International Italia e Antigone hanno rilasciato la seguente dichiarazione:
"Il Senato si avvia ad approvare una legge sulla tortura internazionalmente impresentabile, in cui la definizione del reato è in evidente contrasto con quanto imposto dalla Convenzione internazionale contro la tortura, che ormai solo in apparenza quella legge ha lo scopo di attuare. L'accanimento con cui si insiste nel limitare la tortura ai soli comportamenti ripetuti nel tempo (un'ipotesi ripudiata solo qualche anno fa dall'intero arco costituzionale) e a circoscrivere in modo inaccettabile l'ipotesi della tortura mentale è assurdo per chiunque abbia un minimo di conoscenza del fenomeno della tortura nel mondo contemporaneo. A questi limiti si accompagna la confusione di una definizione che pare scritta apposta per renderne difficile l'applicazione. É davvero triste che il parlamento stia perdendo un'occasione storica di porre in qualche modo rimedio a 28 anni di inerzia sul tema".

Bike to Work Day

Se vi trovate giù a Los Angeles. A Roma s'è svolto l'11 maggio, negli Usa sarà il 18. Potreste anche ri-celebrarlo. Un buon argomento per iniziare a usare la bici.

Comunicato Wheelhouse



HAPPENING AT THE WHEELHOUSE
7AM - 11AM
Bike To Work Day Pit Stop

$2 Commuter Breakfast Special
Fuel up with a cup of our delicious coffee and a sneak peek taste of one of our new toasts on your way to work

+ A Day By Bike Scavenger Hunt with PRIZES!


6PM - 8PM 
Handlebar Happy Hour with LACBC

Celebrate Bike Day with beer, coffee and food
RSVP

mercoledì 10 maggio 2017

Cargo Bike a Milano


Comunicato La Stazione delle biciclette

CARGO BIKE Camp è il primo Cargo Bike Raduno organizzato a Milano, Quest'anno è solo la seconda edizione, ma i cargo Bikers milanesi sono sempre più numerosi!
L'evento è nato dalla voglia di festeggiare l'ORGOGLIO CARGO di chi possiede una Cargo Bike e dalla necessità di incontraci, conoscersi, scambiarci opinioni e curiosità riguardanti il mondo delle biciclette speciali.
L'appuntamento è per Domenica 14 Maggio immediatamente dopo il Cyclopride, in Piazza del Cannone dentro il Parco Sempione.
ore 13:00 Cargo Bike Raduno + Pic-Nic
ore 14:00 Parata di Cargo Bike
ore 15:00 Cargo Bike Race semiseria "la cargona 2017" ne vincerà uno solo
 
a breve pubblicheremo il regolamento de "la cargona 2017" qui, dategli un occiho per studiare la vostra tattica preferita.
 
L'evento è prromosso da:

venerdì 5 maggio 2017

Comunicato Pedalo polis / Popolare Ciclistica



Di seguito il testo del comunicato stampa che, insieme agli amici della Popolare Ciclistica, abbiamo deciso di diffondere per rispondere alle polemiche nate in particolare sull'edizione online dell'Eco di Bergamo.


Di cosa parliamo quando parliamo di sicurezza in bicicletta

Negli ultimi giorni, sull’onda della notizia dell’incidente a Michele Scarponi, si è molto parlato di sicurezza ciclistica. Sull’edizione online del nostro principale giornale locale, L’Eco di Bergamo, sono apparsi due articoli a riguardo che pensiamo meritino una risposta in quanto fuorvianti e nocivi rispetto a quella diffusione dell’uso e della cultura della bicicletta che perseguiamo. Ci pare ancor più grave che uno di questi interventi nasca dalle esternazioni social della Presidente della principale associazione ciclistica locale, la benemerita ARiBi.

Non staremo a rispondere punto per punto ai due articoli, i quali hanno come comune denominatore l’attacco ad alcuni comportamenti ciclistici e che sottintendono come la pericolosità del muoversi in bici ricada sui ciclisti piuttosto che sul traffico motorizzato. 
Ci limitiamo ad analizzare tre dei comportamenti ciclistici che spesso vengono additati come pericolosi e “illegali” e che invece corrispondono semplicemente alla ricerca di una maggiore sicurezza:

Andare sul marciapiede: per quanto possa risultare talvolta fastidioso per i pedoni, l’utilizzo del marciapiede da parte dei ciclisti è spesso praticato come alternativa sicura ai tratti di strada più stretti e pericolosi o dove le auto vanno a forte velocità. Come dimostrano anche numerose ricerche e dati statistici, la pericolosità degli incidenti tra ciclisti e pedoni è infinitamente più bassa di quella tra bici e mezzi motorizzati e il tasso di mortalità dovuto a questi incidenti è praticamente nullo. Ben venga quindi l’utilizzo del marciapiede se serve ad essere e sentirsi più sicuri, ovviamente fatto con garbo ed educazione (ma il richiamo al garbo e all’educazione vale per qualsiasi aspetto della vita).

Stare al centro della strada: i ciclisti più esperti sanno bene che il maggior rischio di incidente è dovuto a sorpassi azzardati. Posizionarsi in mezzo alla strada, specialmente in punti in cui le strade sono strette e in alcuni casi piene di tombini, ha la duplice funzione di evitare di venire urtati o sbilanciati e di rendersi maggiormente visibili. Il prezzo di tale comportamento è spesso ricevere strombazzate e improperi da parte di chi, sentendosi rallentato per qualche secondo, perde la pazienza. In questo caso il sopracitato garbo e l’educazione dovrebbero essere richiesti all’automobilista che con pazienza dovrebbe aspettare (come dice il Codice della Strada) il momento in cui effettuare il sorpasso in totale sicurezza.

Stare in gruppo: similmente allo stare in mezzo alla strada, lo stare in gruppo è una tecnica per riuscire ad essere più visibili e costringere le auto ad effettuare sorpassi solo in condizioni di sicurezza, ovvero dopo aver debitamente rallentato e analizzato la situazione. Lo spazio necessario (in lunghezza) per effettuare un sorpasso è inoltre nettamente inferiore se bisogna superare un gruppo lungo 10 metri piuttosto che una fila indiana lunga 50 metri.

In quanto ciclisti non siamo tendenzialmente inclini alle lamentele e all’astio e entriamo nelle polemiche solo se possono portare a risultati e riscontri positivi. Procediamo quindi con una buona notizia: negli ultimi 15 anni il numero di ciclisti morti a causa di incidenti è in costante calo, nonostante negli ultimi anni siano aumentati coloro i quali scelgono di spostarsi in bicicletta. Anzi, come dimostrato da ricerche e statistiche, l’aumento dell’utilizzo della bicicletta è strettamente correlato alla sicurezza delle strade. A livello europeo, le città con i numeri più bassi di incidenti e di vittime della strada sono proprio quelle in cui è maggiormente diffuso l’uso della bicicletta.
Sono le automobili ad essere il vero pericolo delle strade urbane, poiché con la loro mole e velocità hanno la capacità di uccidere e di creare danni decisamente maggiori rispetto a quelli provocati dalle biciclette. Ogni politica di riduzione del traffico privato motorizzato è una politica di sicurezza stradale e non solo una scelta ecologica.

Tornando però ai cattivi comportamenti e alle multe, punti su cui vertevano i due articoli dell’Eco di Bergamo, ci pare oltremodo scorretto utilizzare questi come argomenti per attaccare unicamente i ciclisti, nascondendo il fatto che l’Italia è tra i paesi meno rispettosi del proprio codice della strada e con uno stile di guida riconosciuto tra i più pericolosi d’Europa.
Di fatto, ciò che rende più pericoloso l’uso della bicicletta in Italia è la mancanza di rispetto nei confronti dei ciclisti, piuttosto che il contrario.

L’ultima e fondamentale questione che riguarda la sicurezza ciclistica in città è quella delle infrastrutture. Avendo strutturato nel secolo scorso città “automobilocentriche”, basate sulla priorità del mezzo a motore privato per gli spostamenti, è ora un processo molto difficile, sia da un punto di vista infrastrutturale che culturale, quello di riprogettare e riconvertire le nostre città e i nostri stili di vita in un’ottica più ciclabile e pedonale. Basti pensare al nostro centro cittadino, dove esistono strade a tre corsie (Via Bonomelli, via Paleocapa, via Maj, Viale Papa Giovanni, …) lungo le quali le automobili si vedono spesso sfrecciare a velocità decisamente sproporzionate rispetto al contesto urbano in cui si trovano e per le quali pare che l’idea di ridurre lo spazio automobilistico per ricavare percorsi protetti per biciclette o mezzi pubblici sembra impossibile ad Amministrazioni Comunali di ogni colore.

Sicuramente, per concludere, campagne di informazione che inducono alla “criminalizzazione” dei ciclisti sono controproducenti, poiché spaventano, alimentano la conflittualità con gli automobilisti e gli altri utenti della strada e distolgono l’attenzione dalle dinamiche e dai problemi strutturali di fondo. Piuttosto, iniziative di sensibilizzazione, di educazione al rispetto di ciclisti e pedoni e politiche di progettazione della mobilità coraggiose e al passo con le tendenze europee contribuirebbero a rendere più sicure le nostre strade e più bella e vivibile la nostra città.




Ecco alcune fonti e dati per chi vuole affrontare in maniera seria costruttiva la questione piuttosto che limitarsi a polemizzare sui social:


FIAB, “INCIDENTI AI CICLISTI Alcune considerazioni su quanto apparso sugli organi di stampa”. Edoardo Galatola, Responsabile Sicurezza FIAB. http://www.fiab.info/incidenti/risposta.pdf

European Cyclist Federation, FIAB, “Dimezzare morti e feriti tra i ciclisti entro il 2020” Documento ECF Per il 4°Programma d'azione UE per la sicurezza stradale 2011- 2020. http://www.fiab-areatecnica.it/attachments/article/188/ECF_Sicurezza_Stradale%202010.pdf 

Centro Regionale di Governo e Monitoraggio della sicurezza stradale “Ciclisti e incidenti stradali – Analisi e monitoraggio degli incidenti stradali relativi ai ciclisti in Regione Lombardia”. http://www.eupolis.regione.lombardia.it/shared/ccurl/0/889/TER14022_CMR_Quaderno_1_Ciclisti.pdf



Associazione Pedalopolis

Arman



S'è inaugurata ieri a Palzzo Cipolla, a Roma, la mostra dedicata ad Arman (1928-2005), artista che esaltò gli oggetti e il recupero.

Untitled, 2005
Ma lasciamo parlare il maestro: "Usavo oggetti di ogni tipo e avevo i cassetti pieni di ingranaggi e lampadine per la radio. Un giorno, nel 1959, ho visto che un cassetto pieno di lampadine era un'opera completa. Ho applicato sopra un foglio di Rhodoid, ho dipinto i lati di nero e l’ho esposto così com’era. È stata la mia prima Accumulation". Nel 1960 la sua personale Il pieno alla galleria parigina di Iris Clert, risposta dialettica al Vuoto di Yves Klein.




Anche qui la bici è protagonista. Poi Arman fece i soldi e divenne di moda, fino al manierismo, con i suoi strumenti musicali esplosi. 

mercoledì 3 maggio 2017

L'ingombrante sovrabbondanza dei nostri armadi

Comunicato Greenpeace


SONDAGGIO GREENPEACE-SWG: META’ DEGLI ITALIANI COMPRA PIU’ ABITI DEL NECESSARIO

ROMA, 03.05.17 – Un italiano su due dichiara di possedere più capi di abbigliamento di quelli che davvero gli servono e il 46 per cento afferma di avere nel guardaroba abiti mai utilizzati o addirittura ancora provvisti di etichetta. È quanto emerge da un sondaggio condotto da SWG per Greenpeace, su un campione di 1.000 italiani, uomini e donne tra i 20 e 45 anni, relativo alle abitudini degli italiani nell’acquisto di capi di abbigliamento.

Secondo la ricerca, per più di metà degli italiani l’acquisto eccessivo di capi di abbigliamento aiuta a combattere la noia e lo stress o ad aumentare l’autostima. Tuttavia gli intervistati dichiarano che il senso di euforia e soddisfazione post-shopping ha una durata limitata, che si esaurisce circa due giorni dopo l’acquisto.

“La presenza di offerte e promozioni rappresenta una tentazione irresistibile per tre italiani su quattro ma, viste le basse percentuali di riciclo degli abiti, questo genera un elevato impatto ambientale” dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.

L'industria tessile è tra i settori produttivi più inquinanti al mondo e, anche a causa del massiccio impiego di fibre sintetiche derivanti dal petrolio come il poliestere, il riciclo dei capi di abbigliamento a fine vita è estremamente difficile. Un’altra criticità ambientale che si aggiunge all’uso di sostanze chimiche pericolose, di cui Greenpeace chiede l’eliminazione dal 2011 con la campagna Detox.

Secondo la ricerca, le donne residenti al Nord-Ovest e al Sud Italia - di età compresa tra i 30 e i 39 anni, con reddito personale superiore ai duemila euro – sono il segmento della popolazione più incline allo shopping eccessivo.

“Le donne giovani con un lavoro ben remunerato sono quelle che subiscono maggiormente lo stress di una società altamente competitiva” dichiara Donata Francescato, docente di Psicologia di Comunità all’Università “La Sapienza” di Roma. “Possedere qualcosa è un modo per reinventare se stessi, per compensare la distanza tra l’autopercezione e come invece si desidererebbe essere. Questa discrepanza è presente anche in altre forme di disturbi psicologici, come il gioco d’azzardo, l’abuso di alcol, i disordini alimentari e sessuali, disturbi sempre più diffusi nelle nostre società liquide e ansiogene”.

Il sondaggio evidenzia un’influenza medio-alta dei social sulla propensione agli acquisti di capi di abbigliamento e nove intervistati su dieci dichiarano di effettuare acquisti online. Questa tendenza è meno evidente in Germania ed è invece più marcata in paesi asiatici come Cina, Hong Hong e Taiwan dove Greenpeace ha realizzato un sondaggio analogo, i cui risultati verranno resi noti nei prossimi giorni.

“Il sondaggio mostra che un quinto degli italiani è dipendente dallo shopping, si tratta dei cosiddettishopping-addicted” continua Ungherese. “Se queste abitudini non cambiano, nei prossimi anni il nostro pianeta sarà invaso da montagne di rifiuti tessili. È necessario invertire la rotta: prima di effettuare il nostro prossimo acquisto abbiamo il dovere di chiederci se ne abbiamo realmente bisogno”.