A Roma, dopo quasi 30anni
-1986-2014 - sta per entrare in servizio il primo
pezzo della vera e reale terza
linea della metropolitana: la linea C; la tratta
finale della linea C.
Sulla data dellevento è
dominata lincertezza: "Parte. Non parte il treno."
Dopo circa 30anni di attesa (e
di spesa; e che spesa!) ancora indecisione.
Invece di attivarla di notte e
senza far rumore, hanno "preparato la festa"
per sabato 11 ottobre 2014.
Ma ..... sembra che la
"SICUREZZA" poneva certi problemi.
Secondo l'ADP - Associazione
Diritti Pedoni - ovvero le persone "TPdipendenti"
- la SICUREZZA è vitale,
fondamentale, non è un opzional.
Per questo motivo l'ADP ha
prodotto il seguente COMUNICATO.
COMUNICATO
8 OTTOBRE 2014
SICUREZZA. Basta con i “parte/non
parte”. SICUREZZA.
La linea C parte. La linea C
NON parte.
Scena vissuta con la linea B1
(3,5 km. reali).
Un “parte/non parte” che fa
(sempre) percepire timore,
insicurezza, sfiducia,
leggerezza.
«Essendo il pedone un
“TPdipendente”, ovvero il “potenziale utente” del
mezzo pubblico – sostiene Vito
De Russis, presidente dell’A.D.P. –
Associazione Diritti dei
Pedoni di Roma e del Lazio – siamo interessati
alla SICUREZZA DEL TP e,
quindi, siamo contrari ai “parte/non parte”.»
Roma è una capitale "antica";
per renderla "moderna" deve risolvere
dei
problemi. Uno di questi
problemi è vitale: la MOBILITA’, quella
quotidiana e quella
eccezionale. La MOBILITA’ nella sua “strada pubblica,
vitale bene comune”; nelle sue
componenti attive (pedonale, ciclistica, TP e
veicolo privato) e passive
(persone che non escono di casa per paura del
traffico); nel rispetto della
parità dei diritti e della dignità di ogni persona;
nella efficacia del
rispetto della legalità; col bagaglio culturale della
sicurezza stradale per
educare alla “convivenza civile”.
La carenza
di tutto
questo ha determinato il “DPCM 4 Agosto 2006
-
Dichiarazione dello stato
di emergenza determinatasi nella città
di Roma
nel settore del traffico
e della mobilità.”
Nel dicembre 1986 ci pensò
Craxi, n.q. PCM, presentando il ddl che
divenne - dopo 4 anni esatti,
dicembre 1990 - la Legge 15 dicembre
1990, n. 396.
Tale Legge 396/90,
popolarmente "Legge Roma Capitale", assegnava
risorse per un totale di Lire
1.694.000.000.000 (circa millesettecento
miliardi) attraverso legge
finanziarie. Per il potenziamento del TP su
ferro – cod. d4 – erano
stanziati circa Lire 113 miliardi (112.987.512.511)
per n. 8 azioni. In queste 8
azioni vi era - col cod. d4.2.8 - la “Indagine
e progettazione della linea C
e degli interventi connessi all’inserimento
urbano delle stazioni” con uno
stanziamento di lire 67.417.140.000;
nel 1999 risultavano versati
circa Lire 52 miliardi (51.959.820.000).
«Siamo alla vigilia del suo
25° anniversario di studi e di un pozzo di
risorse finanziarie; dei suoi
15 anni di lavori; dell’attivazione di un primo
pezzo della linea C – aggiunge
il presidente ADP – e non dimentichiamo
le tante decisioni apparse (o
percepite) “capricciose”; le tante energie
consumate da chi aveva a cuore
la migliore riuscita dell’opera e,
contemporaneamente, cercava di
impedire il possibile spreco di risorse
finanziarie (visto il profondo
pozzo).»
Per “la SICUREZZA”, l’ADP
batte il tasto della fase “COLLAUDO”.
Nei “cronoprogramma”
contrattuali viene specificata la
durata del collaudo “dopo la
consegna degli impianti”.
Sono le persone “TPdipendenti”
interessate ad avere - su tutta la
delicata e fondamentale fase
del “COLLAUDO” - la massima
trasparenza e partecipazione e
coinvolgimento del popolo, oltre alla
visibile e documentata
“SORVEGLIANZA-PRESENZA” dei preposti
soggetti
istituzionali.
L’ADP pensa all’ AVCP, alla
Corte dei Conti, ai VdF, alle ASL, ai vari
Ordini professionali, ecc.
L’ADP, da sempre, “teme” i
tempi ballerini perchè li ritiene estranei
e contrari alla
SICUREZZA.
«Mai più spettacoli di “Treno
che PARTE/NON PARTE”; di ”GIOCO
DELLE TRE CARTE”, conclude
Vito De Russis. Si stabilisca il
momento della apertura solo dopo
la chiusura del fascicolo
“COLLAUDO”;
la sua
rilettura totale (possibilmente ripetuta); la
capillare e
seria organizzazione
dellevento.»
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