L'arrivo è preceduto da una ripida discesa, il rimbombo mi conferma che stiamo scendendo in un garage. Il russo orientale sparisce in un baleno con il suo tandem. Dopo, probabilmente, verrà a riprendermi per portarmi da qualche parte. Una semplice misura precauzionale per mantenere il giusto riserbo sulla collocazione di questo luogo. Lo spazio è molto grande, ben illuminato e pieno di bici, in particolare bici a due piani, in inglese tall bike. Le opere di Valerio denotano un notevole lavoro per rendere questi telai leggeri e robusti, superando la fase pionieristica del duepianismo italiano 1.0, in cui semplicemente due telai venivano saldati uno sopra all'altro. Non troppo belli dal punto di vista estetico, questi primi modelli avevano anche lo svantaggio di impennarsi facilmente.Forse il primo esempio di una nuova tendenza è stata una bici di Piero apparsa in una Ciemmona, con i foderi verticali che dalla ruota arrivavano alla sella, in quel caso erano barre quadre di ferro.Valerio è andato in quella direzione e ha proseguito, fino all'ultimo esemplare di bici da viaggio con ruote da 29", che è uno spettacolo.
Leggera, con i freni a disco, ma con i bolt sia per le ruote da 26 che da 28, con un manubrio da viaggio che sembra il ponte di comando di un'astronave, questa bici è davvero straordinaria e già battezzata e collaudata con parecchi chilometri, e anche parecchie salite molto impervie (a Valerio piacciono le salite alpine). La due piani è smontabile e può essere caricata facilmente sul treno. Ma queste cose le devi calcolare bene e le devi saper fare.
La parte gialla si divide da quella arancione |
Sistemi semplici e ingegnosi permettono di stipare i pezzi, che forniscono il materiale di base alle lavorazioni.
Il banco di lavoro è fatto con palanche da cantiere. Rozzo, robustissimo e perfetto per il suo scopo. Sul tavolo parecchie cose. Osservo che bisognerebbe tenere in ordine, che tutti insistono con questa cosa dell'ordine, che serve a prevenire gli infortuni, a concentrarsi meglio, ecc. ma poi almeno per me il tavolo è come una lavagna sulla quale stanno segnate le cose da fare, pezzi smontati messi in un recipiente, punti interrogativi da risolvere. Almeno a me piace molto portarmi avanti due o tre cose alla volta, perché quando un lavoro va in crisi ed è necessaria una pausa di riflessione, mi butto su un'altra cosa, magari più facile. Quindi il disordine è inevitabile, o quasi. Valerio è molto alto e fatica a trovare un telaio normale della sua misura. Non so se è per questo che si è dedicato assiduamente alle due piani o comunque ha imparato a saldare bene e farsi le bici da solo.
Particolare dell'ultima creatura di Valerio |
Tra le bici realizzate da Valerio, ce n'è una che sembra il prototipo della bici paesana. Anche lui apprezza e coltiva il ciclismo paesano.Asimmetrica, sorta, arrugginita come un badile di campagna che ha preso troppa acqua. Potrei dire, esagerata e sconveniente nel dettaglio, ma magnifica nell'insieme.
Tra le altre cose, c'è anche un cargo davvero notevole. Provo a farci un giro, per me è un po' complicato sterzare.
Noto su Instagram come Pedalerio, facendo un giro sul web è facile capire che i viaggi di Valerio sono costellati di incontri e grazie all'ospitalità di tante persone spesso non è neanche necessario montare la tenda.
Le ore corrono. Dopo che il lavoro è finito e il ferro si raffredda, continuiamo a chiacchierare fittamente. Poi è il momento di salutarci. In un attimo, il tandem con l'orientale russo a bordo di materializza. Monto la bici sul portapacchi, davvero molto soddisfatto per la svolta decisiva del mio progettino. Bendato, comincio a pedalare. Dopo una quarantina di minuti, in pieno centro, scendo dal tandem, saluto e proseguo in mini bike.
Grazie al riuso, la saldatura permette di glorificare anche i telai più indigesti |
Noto su Instagram come Pedalerio, facendo un giro sul web è facile capire che i viaggi di Valerio sono costellati di incontri e grazie all'ospitalità di tante persone spesso non è neanche necessario montare la tenda.
Courtesy meteocalabria.net |
Le ore corrono. Dopo che il lavoro è finito e il ferro si raffredda, continuiamo a chiacchierare fittamente. Poi è il momento di salutarci. In un attimo, il tandem con l'orientale russo a bordo di materializza. Monto la bici sul portapacchi, davvero molto soddisfatto per la svolta decisiva del mio progettino. Bendato, comincio a pedalare. Dopo una quarantina di minuti, in pieno centro, scendo dal tandem, saluto e proseguo in mini bike.
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