Sculture, leggerissime, mosse dal vento, spinte dall'uomo, in dialogo costante con le forze della Natura. Le opere dell'artista olandese Theo Jansen (1948) sono in mostra dal 20 febbraio a Milano, al Museo della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci", in un clima assolutamente leonardesco. Strandbeest - letteralmente 'animali da spiaggia' -, sculture mobili, zoomorfe o quasi, che vengono spostate dal vento. Certo, Leonardo usava il legno e Jansen, almeno negli anni Novanta, quando iniziò a produrli, il PVC. Perché, ovviamente, Jansen deve essersi studiato bene certe macchine del genio di Vinci, questo è evidente. Certo vedere la plastica su una spiaggia vicino al mare fa subito scattare associazioni non entusiastiche, specie in clima di riduzione dei consumi dell'usa e getta e potremmo anche vagheggiare una versione 2.0 dei Strandbeest. D'altra parte, è pur vero che la plastica è un materiale straordinario, che non va assolutamente gettato e, per lo scopo che si propone l'artista, è quasi insostituibile. Noi, ostinati a cercare assonanze col mondo della bici, abbiamo scovato anche qualche scultura dotata di ruote, ma altre sembrano avere delle strane zampe. Ruote, arti, articolazioni, pulegge, forcelle: tutto si mescola nella fantasia inesauribile degli artisti che lavorano con opere cinetiche. Non a caso la mostra si intitola "Dream Beasts". Coraggio, visitatori incalliti della locomozione artistica, continuate a sognare e a sperimentare! (LC)
giovedì 14 febbraio 2019
Theo Jansen a Milano
Sculture, leggerissime, mosse dal vento, spinte dall'uomo, in dialogo costante con le forze della Natura. Le opere dell'artista olandese Theo Jansen (1948) sono in mostra dal 20 febbraio a Milano, al Museo della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci", in un clima assolutamente leonardesco. Strandbeest - letteralmente 'animali da spiaggia' -, sculture mobili, zoomorfe o quasi, che vengono spostate dal vento. Certo, Leonardo usava il legno e Jansen, almeno negli anni Novanta, quando iniziò a produrli, il PVC. Perché, ovviamente, Jansen deve essersi studiato bene certe macchine del genio di Vinci, questo è evidente. Certo vedere la plastica su una spiaggia vicino al mare fa subito scattare associazioni non entusiastiche, specie in clima di riduzione dei consumi dell'usa e getta e potremmo anche vagheggiare una versione 2.0 dei Strandbeest. D'altra parte, è pur vero che la plastica è un materiale straordinario, che non va assolutamente gettato e, per lo scopo che si propone l'artista, è quasi insostituibile. Noi, ostinati a cercare assonanze col mondo della bici, abbiamo scovato anche qualche scultura dotata di ruote, ma altre sembrano avere delle strane zampe. Ruote, arti, articolazioni, pulegge, forcelle: tutto si mescola nella fantasia inesauribile degli artisti che lavorano con opere cinetiche. Non a caso la mostra si intitola "Dream Beasts". Coraggio, visitatori incalliti della locomozione artistica, continuate a sognare e a sperimentare! (LC)
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