A Londra nascerà la pista ciclabile più lunga d'Europa. lo ha annunciato il sindaco Johnson. Presto verranno realizzate due 'autostrade' riservate alle bici. Le due piste attraverseranno la capitale da nord a sud (da King's Cross a Elephant and Castle) e da est a ovest (da Barking ad Action) e si incontreranno proprio nel centro della città. Le due piste fanno parte di un progetto da 913 milioni di sterline annunciato nel 2013 per incentivare l'uso delle bici nella capitale. L'84% dei londinesi intervistati si è dichiarato favorevole.
In un'ora su ogni percorso transiteranno 3 mila ciclisti, l'equivalente di 41 bus a due piani o 5 treni metropolitani nell'ora di punta. Se il progetto verrà approvato dalla TFL, la costruzione delle piste
ciclabili inizierà a marzo.
Roma dorme.
sabato 31 gennaio 2015
Percorso cicloturistico di 950 Km lungo il fiume Mosa
Successo della diplomazia del pedale, per garantire ai cicloturisti un itinerario di 950 km lungo le sponde della Mosa. Si potrà viaggiare in bici dalle sorgenti del fiume, presso Haut-Marne fino alla foce nel Mare del Nord in Olanda. I rappresentanti degli uffici turistici francesi, belgi e olandesi si sono ritrovati a Maastricht per siglare un accordo di cooperazione internazionale. Un itinerario sicuro, ben segnalato, che collegherà le piste ciclabili già esistenti e porterà tanti soldi nelle case dei paesi attraversati. L'Italia è lontana.
venerdì 30 gennaio 2015
Psycle!
Low profile ma tante iniziative alla Ciclofficina popolare Lugi Masetti di Roma. Venerdì 6 febbraio 2015, dalle 18.30 a via delle Resede, 5, grande appuntamento con ciclomeccanica, storia, musica e vino.
sabato 24 gennaio 2015
Il ciclismo paesano
E’ ora che il ciclista paesano venga tutelato e valorizzato,
soprattutto conosciuto.
Rappresenta la continuità, la profonda saggezza nell’uso
della bicicletta dalle sue origini a oggi.
Le mode non lo scalfiscono perché il ciclista paesano non ha
mai agito per moda, ma per necessità.
La sua pedalata lenta ha attraversato i decenni e, oramai, i
secoli.
Il ciclista paesano si porta appresso il sole estivo a picco
del Meridione, la grande nuvola di un paesino delle Langhe, la pioggia umbra. Viaggia
all’interno di una bolla di nebbia padana dell’alba.
Va al lavoro, si porta appresso gli attrezzi. Spazzacamino, sarta,
operaio, mondina, contadina, pastore, danzatore da balera, pescatore, aspirante
o futuro sportivo, scolaro in ritardo, il ciclista paesano rappresenta la
quintessenza dell’intermodalità, dell’uso urbano ma anche interurbano della
bici, della vocazione agonistica e agnostica alle mode e alle
strumentalizzazioni.
Sarebbe utile un marchio di qualità per il ciclista paesano
e per il suo fedele destriero, la bicicletta paesana. Spontaneismo,
improvvisazione, autoproduzione e autotrasporto gastronomico, artistico, artigianale.
Il ciclista paesano
Veste come capita, mai con capi tecnici o sportivi, semmai
da lavoro. Quindi è sempre fuori moda.
Ha spesso il cappello.
Prevalentemente molto anziano, anziano, o almeno di mezza
età. Se giovane sembra più vecchio, ma gli agenti atmosferici ne rendono
confusi i tratti somatici e anche la figura.
Borse, zaini, ombrelli, la chitarra trovano sempre posto a
bordo. Anche piccoli elettrodomestici, oggetti trovati, legname, la rosetta, michetta o ciabatta col
salame, il fiasco di vino, vasi, il cane, il giornale e le moderne tecnologie
che rendono la vita più comoda, come la macchina fotografica analogica e il
walkman a cassette.
Il ciclista paesano usa solo tre attrezzi: martello (il
preferito), cacciavite e pinze.
Non beve birra artigianale. Non mangia slow food. Se va in
un ristorante alla moda e gli portano un piatto con dentro una cosa piccola,
con delle strisce colorate e il cameriere sorridente gli dice: “Vi spiego il
piatto”, si incazza.
Di solito non ha tatuaggi (spesso non sa neanche cosa
siano).
Evita le manifestazioni ciclistiche (spesso non sa neanche
cosa siano).
La bicicletta paesana
Al massimo ha i freni cantilever.
Ha la molletta con un pezzo di carta che urta i raggi della
ruota posteriore, per fare brum brum.
Cigola un po’.
Ha la dinamo.
La sella è scomoda.
Ha sempre qualche punto di ruggine, anche meglio perché il
colore è di solito inguardabile.
Ignora il concetto di lubrificazione, a parte qualche
spennellata sporadica.
Il cestino anteriore e/o la cassetta della frutta posteriore
sono praticamente obbligatori.
Viva il ciclismo paesano! Abbasso
le mode di ogni tipo!
venerdì 23 gennaio 2015
RiciclOfficina a rischio!
Comunicato Ri-ciclo Officina Villaggio Olimpico, Roma
Cari amici ciclisti,
scriviamo per farvi presente la criticità della situazione nella quale si trova la nostra Ciclo Officina.
Come molti di voi sapranno, a quasi quattro anni dall’apertura, ci troviamo in un vuoto normativo e istituzionale. Nel 2014 abbiamo richiesto per l’ennesima volta al Municipio II di Roma l’assegnazione dello spazio con le relative utenze di acqua e luce o, in alternativa, di un'area equivalente con le stesse caratteristiche.
Molte sono state le lodi e le promesse di politici e amministratori di turno, anche durante l’ultimo consiglio del II Municipio, al quale abbiamo partecipato. Ma al di là delle generose dichiarazioni d’intenti, l’unica certezza, è la visita del Corpo di Polizia Municipale, che riceveremo venerdì 23 c.m. alle 09:30 e che potrebbe decidere di mettere i sigilli alla nostra attività!
In calce il testo che abbiamo inviato ai media: potete condividerlo, pubblicarlo e diffonderlo liberamente.
Naturalmente siete tutti invitati ad assistere personalmente, (ed eventualmente testimoniare con foto o video), alla famigerata visita del Corpo di Polizia Municipale.
domenica 18 gennaio 2015
Aglio, olio e peperoncino
Da questo mese la polizia andrà alle manifestazioni con lo spray al peperoncino (la notizia è qui). I manifestanti possono portare l'aglio e l'olio.
Un'ottima idea per rasserenare gli animi.
Un'ottima idea per rasserenare gli animi.
venerdì 16 gennaio 2015
Ancora i sacchetti di plastica
Comunicato Legambiente
Shopper illegali nella Grande distribuzione organizzata:
20 sacchetti su 37 sono risultati non conformi alla legge. Male il Centro Sud Italia In Campania e Basilicata il record del finto biodegradabile
I risultati della campagna di monitoraggio di Legambiente sul rispetto della legge sulle buste di plastica
Su 37 sacchetti per la spesa prelevati presso diversi punti vendita della Grande distribuzione organizzata in sette regioni, ben 20, pari al 54% del totale, sono risultati non conformi alla legge che ha messo al bando gli shopper non compostabili. È questo il risultato della campagna di monitoraggio organizzata da Legambiente, grazie al lavoro dei suoi circoli locali e comitati regionali, effettuata tra la fine di novembre
2014 e le vacanze natalizie per valutare il rispetto della legge, ormai in vigore da anni, che ha permesso all’Italia di mettere al bando i sacchetti di plastica che purtroppo però continuano ad essere ancora molto diffusi. Sono 5 le regioni dove sono stati prelevati i sacchetti non conformi alla legge: Campania (7 sacchetti), Basilicata (6), Puglia (3), Calabria (3) e Lazio (1). I sacchetti prelevati in Lombardia e Veneto invece sono risultati regolari. A livello provinciale la situazione è la seguente: Potenza (6 sacchetti fuori legge), Avellino, Bari e Napoli (3), Vibo Valentia (2), Benevento, Catanzaro e Roma (1).
Suddividendo i 20 casi di sacchetti fuori legge per punti vendita delle aziende della Grande distribuzione, si ottiene questa classifica: Sigma
(5 sacchetti non conformi), A&O (3), Crai, Eurospin e Sisa (2), Conad, Despar/Eurospar, Eurocisette, Imagross, M.A. Supermercati/Gros, Maxisidis/Intersidis (1).
“Siamo di fronte ad un diffusa situazione di illegalità nel settore delle buste per l’asporto delle merci, e questo è evidente nonostante abbiamo evitato di fare verifiche sui tanti piccoli negozi commerciali e sui mercati rionali, dove la situazione è visibilmente ancor più grave, anche a causa di una azione capillare da parte di alcuni distributori che vendono, anche online, sacchetti palesemente fuori legge” - ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani -. “Il bando sui sacchetti di plastica è in vigore da anni, la norma è molto chiara e le multe previste dallo scorso mese di agosto sono salate. È arrivato il momento di far rispettare una legge che permette di ridurre l’inquinamento da plastica, di migliorare la raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti e la produzione di compost di qualità, promuovendo la riconversione industriale verso innovativi processi di chimica verde da fonti rinnovabili, come già avvenuto, ad esempio, nel polo industriale di Porto Torres. Certo – ha concluso Ciafani -, anche le forze dell’ordine e la magistratura dovranno attivarsi per fermare questa diffusa situazione di illegalità”.
Ma quali caratteristiche deve avere un sacchetto conforme alla legge? I sacchetti monouso biodegradabili e compostabili conformi alla legge, che possono essere tranquillamente utilizzati anche per la raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti, devono avere la scritta “biodegradabile e compostabile”; la citazione dello standard europeo “UNI EN 13432:2002”; il marchio di un ente certificatore che tutela il consumatore come soggetto terzo (Cic, Vincotte e Din Certco sono i più diffusi).
Tutti i sacchetti che non riportano queste specifiche danno un’informazione sbagliata e non sono conformi alla legge.
In questa categoria, facilmente si trovano frasi o sigle non conformi come sacchetti in polietilene (la plastica tradizionale), - la scritta biodegradabile, la scritta biodegradabile secondo il metodo UNI EN ISO 14855, la presenza di questi simboli:
Polietilene
ad alta densità Polietilene
a bassa densità Polietilene
Il sacchetto compostabile rispetta la norma europea UNI EN 13432 “Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione – Schema di prova e criteri di valutazione per l’accettazione finale degli imballaggi”, che definisce le caratteristiche degli imballaggi compostabili o dei materiali che possono essere definiti tali, quindi che possono essere riciclati attraverso il recupero organico (compostaggio e digestione anaerobica).
Un materiale plastico per essere definito compostabile deve rispettare le caratteristiche di: biodegradabilità: capacità del materiale di essere convertito in anidride carbonica (CO2), grazie all’azione di microrganismi, pari al 90% del totale da raggiungere entro 6 mesi (180 giorni); disintegrabilità: frammentazione e perdita di visibilità nel compost finale; la frazione visibile deve essere inferiore al 10% della massa iniziale; assenza di effetti negativi sul processo di compostaggio; assenza di metalli pesanti e assenza di effetti negativi sulla qualità del compost finale.
La messa la bando della commercializzazione dei sacchetti non biodegradabili e non compostabili venne approvata nel dicembre del 2006 a seguito di un emendamento dell’allora senatore Francesco Ferrante alla legge finanziaria 2007 (n. 296/2006).
Alla legge finanziaria 2007 sono seguite diverse norme, la principale delle quali (decreto legge n. 2 del 25 gennaio 2012, convertito nella legge n. 28 del 24 marzo 2012) ha ulteriormente definito i dettagli del bando. Gli unici sacchetti commercializzabili secondo l’art. 2 della legge n. 28 del 2012 sono: Sacchi compostabili monouso per l’asporto merci realizzati con polimeri conformi alla norma armonizzata UNI EN 13432:2002, secondo le certificazioni rilasciate dagli organismi accreditati; Sacchi riutilizzabili realizzati in plastica tradizionale che abbiano la maniglia esterna alla dimensione utile del sacco e superiore a 200 micron se destinati all’uso alimentare e 100 micron se destinati ad altri usi; Sacchi riutilizzabili realizzati in plastica tradizionale che abbiano la maniglia interna alla dimensione utile del sacco e spessore superiore ai 100 micron se destinati all’uso alimentare e 60 micron se destinati agli altri usi.
Inoltre, per favorire il riutilizzo del materiale plastico proveniente dalle raccolte differenziate i sacchi riutilizzabili realizzati in plastica tradizionale devono contenere una percentuale di plastica riciclata di almeno il 30% per quelli ad uso alimentare e di almeno il 10% per gli altri usi (art. 2, comma 3 della Legge n. 28/2012).
La proposta di direttiva europea definita nella primavera del 2014, alla fine della scorsa legislatura europea, ha fatto proprio l’impianto della normativa italiana.
Per chi commercializza sacchetti non conformi o false “buste-bio”, dal
21 agosto del 2014, le sanzioni amministrative pecuniarie vanno dai 2.500 € ai 25.000 €. La multa può essere aumentata fino al quadruplo del massimo (quindi 100.000 €), se la violazione del divieto riguarda quantità ingenti di sacchi per l’asporto oppure un valore della merce superiore al 20% del fatturato del trasgressore (art. 4, legge 28/2012).
Dossier completo al link:
http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/sacchetti-illegali
Shopper illegali nella Grande distribuzione organizzata:
20 sacchetti su 37 sono risultati non conformi alla legge. Male il Centro Sud Italia In Campania e Basilicata il record del finto biodegradabile
I risultati della campagna di monitoraggio di Legambiente sul rispetto della legge sulle buste di plastica
Su 37 sacchetti per la spesa prelevati presso diversi punti vendita della Grande distribuzione organizzata in sette regioni, ben 20, pari al 54% del totale, sono risultati non conformi alla legge che ha messo al bando gli shopper non compostabili. È questo il risultato della campagna di monitoraggio organizzata da Legambiente, grazie al lavoro dei suoi circoli locali e comitati regionali, effettuata tra la fine di novembre
2014 e le vacanze natalizie per valutare il rispetto della legge, ormai in vigore da anni, che ha permesso all’Italia di mettere al bando i sacchetti di plastica che purtroppo però continuano ad essere ancora molto diffusi. Sono 5 le regioni dove sono stati prelevati i sacchetti non conformi alla legge: Campania (7 sacchetti), Basilicata (6), Puglia (3), Calabria (3) e Lazio (1). I sacchetti prelevati in Lombardia e Veneto invece sono risultati regolari. A livello provinciale la situazione è la seguente: Potenza (6 sacchetti fuori legge), Avellino, Bari e Napoli (3), Vibo Valentia (2), Benevento, Catanzaro e Roma (1).
Suddividendo i 20 casi di sacchetti fuori legge per punti vendita delle aziende della Grande distribuzione, si ottiene questa classifica: Sigma
(5 sacchetti non conformi), A&O (3), Crai, Eurospin e Sisa (2), Conad, Despar/Eurospar, Eurocisette, Imagross, M.A. Supermercati/Gros, Maxisidis/Intersidis (1).
“Siamo di fronte ad un diffusa situazione di illegalità nel settore delle buste per l’asporto delle merci, e questo è evidente nonostante abbiamo evitato di fare verifiche sui tanti piccoli negozi commerciali e sui mercati rionali, dove la situazione è visibilmente ancor più grave, anche a causa di una azione capillare da parte di alcuni distributori che vendono, anche online, sacchetti palesemente fuori legge” - ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani -. “Il bando sui sacchetti di plastica è in vigore da anni, la norma è molto chiara e le multe previste dallo scorso mese di agosto sono salate. È arrivato il momento di far rispettare una legge che permette di ridurre l’inquinamento da plastica, di migliorare la raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti e la produzione di compost di qualità, promuovendo la riconversione industriale verso innovativi processi di chimica verde da fonti rinnovabili, come già avvenuto, ad esempio, nel polo industriale di Porto Torres. Certo – ha concluso Ciafani -, anche le forze dell’ordine e la magistratura dovranno attivarsi per fermare questa diffusa situazione di illegalità”.
Ma quali caratteristiche deve avere un sacchetto conforme alla legge? I sacchetti monouso biodegradabili e compostabili conformi alla legge, che possono essere tranquillamente utilizzati anche per la raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti, devono avere la scritta “biodegradabile e compostabile”; la citazione dello standard europeo “UNI EN 13432:2002”; il marchio di un ente certificatore che tutela il consumatore come soggetto terzo (Cic, Vincotte e Din Certco sono i più diffusi).
Tutti i sacchetti che non riportano queste specifiche danno un’informazione sbagliata e non sono conformi alla legge.
In questa categoria, facilmente si trovano frasi o sigle non conformi come sacchetti in polietilene (la plastica tradizionale), - la scritta biodegradabile, la scritta biodegradabile secondo il metodo UNI EN ISO 14855, la presenza di questi simboli:
Polietilene
ad alta densità Polietilene
a bassa densità Polietilene
Il sacchetto compostabile rispetta la norma europea UNI EN 13432 “Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione – Schema di prova e criteri di valutazione per l’accettazione finale degli imballaggi”, che definisce le caratteristiche degli imballaggi compostabili o dei materiali che possono essere definiti tali, quindi che possono essere riciclati attraverso il recupero organico (compostaggio e digestione anaerobica).
Un materiale plastico per essere definito compostabile deve rispettare le caratteristiche di: biodegradabilità: capacità del materiale di essere convertito in anidride carbonica (CO2), grazie all’azione di microrganismi, pari al 90% del totale da raggiungere entro 6 mesi (180 giorni); disintegrabilità: frammentazione e perdita di visibilità nel compost finale; la frazione visibile deve essere inferiore al 10% della massa iniziale; assenza di effetti negativi sul processo di compostaggio; assenza di metalli pesanti e assenza di effetti negativi sulla qualità del compost finale.
La messa la bando della commercializzazione dei sacchetti non biodegradabili e non compostabili venne approvata nel dicembre del 2006 a seguito di un emendamento dell’allora senatore Francesco Ferrante alla legge finanziaria 2007 (n. 296/2006).
Alla legge finanziaria 2007 sono seguite diverse norme, la principale delle quali (decreto legge n. 2 del 25 gennaio 2012, convertito nella legge n. 28 del 24 marzo 2012) ha ulteriormente definito i dettagli del bando. Gli unici sacchetti commercializzabili secondo l’art. 2 della legge n. 28 del 2012 sono: Sacchi compostabili monouso per l’asporto merci realizzati con polimeri conformi alla norma armonizzata UNI EN 13432:2002, secondo le certificazioni rilasciate dagli organismi accreditati; Sacchi riutilizzabili realizzati in plastica tradizionale che abbiano la maniglia esterna alla dimensione utile del sacco e superiore a 200 micron se destinati all’uso alimentare e 100 micron se destinati ad altri usi; Sacchi riutilizzabili realizzati in plastica tradizionale che abbiano la maniglia interna alla dimensione utile del sacco e spessore superiore ai 100 micron se destinati all’uso alimentare e 60 micron se destinati agli altri usi.
Inoltre, per favorire il riutilizzo del materiale plastico proveniente dalle raccolte differenziate i sacchi riutilizzabili realizzati in plastica tradizionale devono contenere una percentuale di plastica riciclata di almeno il 30% per quelli ad uso alimentare e di almeno il 10% per gli altri usi (art. 2, comma 3 della Legge n. 28/2012).
La proposta di direttiva europea definita nella primavera del 2014, alla fine della scorsa legislatura europea, ha fatto proprio l’impianto della normativa italiana.
Per chi commercializza sacchetti non conformi o false “buste-bio”, dal
21 agosto del 2014, le sanzioni amministrative pecuniarie vanno dai 2.500 € ai 25.000 €. La multa può essere aumentata fino al quadruplo del massimo (quindi 100.000 €), se la violazione del divieto riguarda quantità ingenti di sacchi per l’asporto oppure un valore della merce superiore al 20% del fatturato del trasgressore (art. 4, legge 28/2012).
Dossier completo al link:
http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/sacchetti-illegali
Ogm
Comunicato Greenpeace
GREENPEACE: NUOVA LEGGE UE SUGLI OGM APPROVATA OGGI,
L’ITALIA RINNOVI SUBITO IL BANDO DEL MAIS OGM
ROMA, 13.01.15 – Il Parlamento europeo ha approvato oggi una
modifica alla direttiva comunitaria sugli OGM che concede ai Paesi Ue il diritto
di vietare la coltivazione di OGM sul loro territorio. È una norma lacunosa e
che avrà bisogno di mesi prima di essere recepita in Italia: dobbiamo invece
difenderci subito dal mais transgenico della Monsanto.
In Italia è in vigore un divieto temporaneo, fortemente
voluto da associazioni di produttori, consumatori e ambientalisti, che vieta la
coltivazione dell’unico OGM autorizzato per la coltivazione in Europa, il mais
MON810.
“Ci vorranno mesi per recepire la nuova norma sui bandi
approvata oggi mentre è importante che il governo italiano rinnovi e rinforzi il
bando in essere alle coltivazioni OGM nel nostro Paese” afferma Federica
Ferrario, campagna Agricoltura sostenibile di Greenpeace Italia.
Secondo la nuova legge, le motivazioni con cui il governo può
giustificare il bando “non devono, in nessun caso, confliggere con la
valutazione di impatto ambientale” condotta dall’EFSA (Autorità europea per la
sicurezza alimentare). In altre parole i governi non possono basare i bandi su
specifici impatti ambientali o evidenze di possibili danni da parte delle
coltivazioni OGM a livello nazionale, anche nel caso in cui questi rischi non
siano stati presi in considerazione da parte della valutazione dell’EFSA.
“Questa legge dovrebbe garantire ai Paesi membri le basi
legali per vietare la coltivazione di OGM nel proprio territorio, ma contiene
lacune preoccupanti. Concede alle aziende biotech la possibilità di negoziare
direttamente con i governi e non permette ai Paesi di utilizzare motivazioni di
carattere ambientale per giustificare i bandi nazionali” conclude Ferrario.
giovedì 15 gennaio 2015
Gocycle
Per soli 3300 euro potete comprare una bici pieghevole elettrica a trazione integrale con telaio in magnesio. Si chiama Gocycle e pesa solo 16 Kg. Una bici da portare in barca, su barche d'argento, ebano e cristalli Swarowski, ovviamente.
Recentemente a Londra un tipo ha rubato una di queste bici, poi ha chiamato un negoziante per comprare il caricatore, ma la bici era del negoziante, quindi il tipo ha avuto dei problemi e il negoziante ha riavuto la sua bici dal modico prezzo. La storia si trova qua.
Recentemente a Londra un tipo ha rubato una di queste bici, poi ha chiamato un negoziante per comprare il caricatore, ma la bici era del negoziante, quindi il tipo ha avuto dei problemi e il negoziante ha riavuto la sua bici dal modico prezzo. La storia si trova qua.
Licenziato il maestro che rubò una bicicletta
Lucca, l'uomo aveva ottenuto una cattedra in una scuola della Piana, ma dalle verifiche del Provveditorato è emerso che non aveva i titoli.(L'articolo è sul Tirreno)
Scippatore incastrato dopo un mese e mezzo per la sua bicicletta gialla
„Scippatore incastrato dopo un mese e mezzo per la sua bicicletta gialla. A Lecce (articolo è su Lecceprima).
“
Potrebbe interessarti: http://www.lecceprima.it/cronaca/scippatore-incastrato-dopo-un-mese-e-mezzo-per-la-sua-bicicletta-gialla.html
Seguici su Facebook: http://www.facebook.com/pages/LeccePrimait/112352998793334
„Scippatore incastrato dopo un mese e mezzo per la sua bicicletta gialla. A Lecce (articolo è su Lecceprima).
“
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Bicicletterario: concorso letterario dedicato alla bicicletta
Bicicletterario
Parole in Bicicletta, il primo concorso letterario per promuovere la mobilità sostenibile. La simpatica iniziativa è promossa da CO.S.Mo.S, associazione di Minturno (LT) un concorso letterario a favore dell’ambiente. L'intervista a una delle organizzatrici sta qua. C'è tempo fino al 31 gennaio per partecipare. La premiazione il 21 marzo a Minturno, luogo sensibile ai temi della bici e della mobilità (vi si svolge anche la Critical Mass). Buona scrittura!
mercoledì 7 gennaio 2015
"Alcuni aspetti caratteriali di Turing qui sono troppo stressati: non credo fosse così asociale. Sì, aveva delle fissazioni, come molti matematici. ne ricordo una che nel film non c'è: la catena della bici cadeva dopo un certo numero di pedalate, diciamo trenta. Lui non la riparava. Alla ventinovesima si fermava e assicurava la catena".
Andrea Malchiodi, docente di analisi matematica alla Scuola Normale di Pisa, intervistato su "The Imitation Games" (Corriere della sera, 7 gennaio 2015, p. 27). Il film dedicato al matematico Alan Turing è in uscita nei cinema.
Andrea Malchiodi, docente di analisi matematica alla Scuola Normale di Pisa, intervistato su "The Imitation Games" (Corriere della sera, 7 gennaio 2015, p. 27). Il film dedicato al matematico Alan Turing è in uscita nei cinema.
Bicicletta al cielo
Manuel Álvarez Bravo, Bicicleta al cielo, 1931 |
lunedì 5 gennaio 2015
Crisis Tour, bozza della versione integrale
Ho pubblicato sul web una bozza del mio diario di viaggio Crisis Tour. Da Barcellona a Narbonne in bici. Sono una sessantina di pagine e svariate fotografie del piccolo tour in solitaria del 2012 (con pernottamenti inconsueti), di cui avevo pubblicato una versione ridotta a puntate su "rotazioni". Fra le altre cose, qui troverete il racconto della ricerca della casa in cui visse lo scrittore Roberto Bolaño La nuova versione è al link qui:
Buona lettura!
.
Buona lettura!
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