La grande truffa dei rifiuti
italiani: ci costano 25mila euro al minuto
Un’inchiesta di Wired Italia,
dati alla mano: solo 30 discariche sono a norma nel nostro paese
Un’inchiesta
di Wired Italia sul mondo dell’immondizia. Un mix di dati, interviste,
reportage e mappe. Perché il prezzo da pagare non è solo economico, riguarda
anche la salute di tutti i cittadini
13
miliardi di euro ogni anno, quasi 36 milioni di euro al giorno, 25mila
euro al minuto. In pratica quanto una manovra finanziaria. È questo il
costo del giro d'affari sulla gestione dei rifiuti del Belpaese,
calcolato da Wired Italia, nell’inchiesta Rifiuti d’Italia. Cifre
al ribasso, su cui si staglia una grande opacità della pubblica
amministrazione, terreno fertile per criminalità organizzata e corruzione,
accertate da 314 inchieste giudiziarie con 1.602 arresti, 7.437 denunce e 871
aziende coinvolte in tutte le regioni d’Italia.
Una vera
e propria truffa ai danni dei cittadini, perché la monnezza è oro, ma
non per coloro che riciclano, come come ricostruito nell’inchiesta. Nel 2014,
solo 390 milioni di euro sono rientrati nelle casse dei Comuni e dei consorzi
di filiera da Conai, a fronte di un valore di 1,9 miliardi di euro di rifiuti
differenziati. La tassa sui rifiuti, quindi, dovrebbe costarci molto meno
cara. Ma diventa anche un prezzo drammatico per la collettività,
considerando l’impatto ambientale e il danno sulla salute,
determinati dalla cattiva messa in esercizio di discariche e inceneritori e
purtroppo incalcolabili. In violazione all’articolo 13 della direttiva europea
2008/98, che ingiunge “la gestione dei rifiuti sia effettuata senza danneggiare
la salute umana, senza recare pregiudizio all’ambiente”.
In Italia
sono 155 le discariche di rifiuti urbani e speciali fuori legge in cui
si sono smaltiti rifiuti indifferenziati tal quali, causando emissioni
di liquami, gas nocivi e percolato. E solo 30 sono a norma
in tutto il Paese.
L'inchiesta
non dimentica le buone pratiche possibili, con esempi che vanno da
Treviso a Parma, fino alla Campania. Né gli oltre duemila comuni che in Italia
hanno superato il 65% di raccolta differenziata.
Per
sviluppare l’inchiesta Rifiuti d’Italia, Wired ha studiato,
interpretato dati, raccolto testimonianze, viaggiato per l’Italia. E fatte
molte domande a esperti, amministratori, scienziati, sindaci, cittadini. Fino a
porre i nostri quesiti ad alcuni dei più importanti rappresentanti delle
istituzioni, in cerca di una soluzione per il problema dei rifiuti italiani.
Dal ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, ad Alessandro Bratti, presidente
della Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei
rifiuti, e a Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale contro la
corruzione. Una maggior apertura dei dati economici, ambientali e sanitari
favorirebbe anche il monitoraggio dei cittadini. Ma basterebbe questo per
risolvere la crisi dei rifiuti d’Italia?
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