lunedì 28 novembre 2016
Roma precipita all'88° posto per qualità della vita
Mantova prima in Italia per qualità della vita. Lo dice la classifica di ItaliaOggi-Università La Sapienza. Trento è al secondo posto, terza Belluno. Roma precipita all'88 posto, perdendo 19 posizioni (31 in confronto al 2014).
«Questa è una piazza costituente e ri-costituente. Vogliamo un giorno un Governo popolare di liberazione nazionale, fondato sul lavoro e non sul denaro. Noi vogliamo mettere al centro invece, ambiente, acqua pubblica, lavoro, cultura. Dopo il 4 dicembre vogliamo una internazionale dei beni comuni contro le oligarchie: non molleremo mai».
Luigi De Magistris, Roma, Piazza del Popolo, 27 novembre 2016.
sabato 26 novembre 2016
¡Hasta la victoria, siempre!
Fidel Castro (1926-2016)
Provateci voi a fare una Rivoluzione e a mantenere uno stato marxista-leninista per 50 anni a 150 Km dagli Stati Uniti d'America.
La testimonianza più sensata che ho letto in questo frangente, si trova qua.
Luis Corda, Camilo Cienfuegos entra all'Avana assieme a Fidel Castro, gennaio 1959 |
Colonna sonora: Pablo Milanes, Canción para la unidad latinoamericana
Il dittatore dello stato libero di Bananas, di Woody Allen (1971).
Our Man in Havana, di Graham Greene (1958).
E per chi non lo conoscesse, linko lo straordinario documentario sulle biciclette a Cuba, Havana Bikes.
Poco dopo essere uscito dal carcere, dopo 27 anni di prigionia, Nelson Mandela volò a Cuba per incontrare Fidel e per ringraziarlo per l'appoggio ricevuto dall'Anp nella lotta contro l'apartheid.
Il video dell'incontro è qui. (Per me la traduttrice è un genio.)
venerdì 25 novembre 2016
Comunicato Greenpeace
BLACK
FRIDAY: PER GREENPEACE LA MODA A BASSO PREZZO COSTA TROPPO AL PIANETA
ROMA, 24.11.16 –
Una nuova ricerca pubblicata oggi da Greenpeace Germania, alla vigilia del
Black Friday, la giornata che negli Stati Uniti segna l’inizio dello shopping
natalizio e che sta diventando popolare anche in Italia, evidenzia le gravi
conseguenze sull’ambiente dell’eccessivo consumo, in particolare di capi
d’abbigliamento. “Difficile resistere alla tentazione di un buon affare, ma
l’offerta di prodotti a basso costo fa sì che consumiamo e produciamo rifiuti a
un ritmo più elevato di quello che il nostro pianeta può sostenere” afferma
Giuseppe Ungherese, responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace.
In risposta al
consumismo sfrenato un crescente numero di persone sceglie di astenersi e
osservare il “Buy Nothing Day”, a cui partecipa anche Greenpeace, che si
celebra domani in coincidenza con il Black Friday. Per ricordare ai consumatori
quanto spesso gli acquisti d’impulso finiscano in discarica “trash queens”,
vestite con abiti frutto del riciclo di indumenti dismessi, sfileranno in tre
città asiatiche ed europee.
La ricerca
pubblicata oggi da Greenpeace Germania mostra come il business
dell’abbigliamento a basso costo si stia espandendo rapidamente. In media una persona
acquista il 60 per cento in più di prodotti d’abbigliamento ogni anno e la loro
durata media si è dimezzata rispetto a 15 anni fa producendo montagne di
rifiuti tessili. La produzione di vestiti è raddoppiata dal 2000 al 2014, con
le vendite che sono passate da un miliardo di miliardi di dollari nel 2002 a
1,8 miliardi di miliardi nel 2015. Si prevede che nel 2025 arrivino a 2,1
miliardi di dollari.
L’impatto
ambientale deriva da veri fattori quali le sostanze chimiche usate
dall’industria tessile che inquinano fiumi e oceani e le elevate quantità di
pesticidi impiegati nelle piantagioni di cotone che contaminano le terre
agricole o le sottraggono alla produzione di alimenti. Uno dei costi maggiori
per il pianeta viene però dal crescente uso di fibre sintetiche: il poliestere,
in particolare, emette quasi tre volte più CO2 nel suo ciclo di vita rispetto
al cotone. Presente già nel 60 per cento dell’abbigliamento, questo materiale
può impiegare decenni a degradarsi e contaminare l’ambiente marino sotto forma
di microfibre in plastica.
Le aziende
dell’abbigliamento devono ripensare questo modello di consumo usa e getta e
produrre capi che durino più a lungo e che siano riparabili e riutilizzabili”
spiega Ungherese. “Come consumatori prima di effettuare il nostro prossimo
acquisto chiediamoci: ne ho realmente bisogno?”.
Greenpeace si
occupa dell’impatto del settore del tessile dal 2011, con la campagna Detox che
ha avuto l’adesione di 78 tra grandi marchi internazionali e numerose realtà
tessili italiane, 27 delle quali del distretto tessile di Prato. Queste imprese
si sono impegnate a eliminare l’uso di sostanze chimiche pericolose entro il
2020 e stanno già facendo molti progressi in questo senso. Tuttavia, ogni
progresso sarà vanificato se continua la tendenza a produrre vestiti a basso
costo con crescenti livelli di produzione e consumo di risorse.
Leggi la ricerca
(in inglese): http://www.greenpeace.org/international/Global/international/briefings/toxics/2016/Fact-Sheet-Timeout-for-fast-fashion.pdf
giovedì 24 novembre 2016
Comunicato Ispra
PRESENTAZIONE RAPPORTO RIFIUTI URBANI 2016
Roma, 30
novembre 2016
Sala Auditorium MATTM – Via Capitan Bavastro, 180
Ore 14,30 – 17,30
In questa XVIII edizione del Rapporto
Rifiuti Urbani dell’ISPRA verranno presentati i dati, aggiornati all’anno 2015,
sulla produzione, raccolta differenziata, gestione dei rifiuti urbani e dei
rifiuti di imballaggio, compreso l’import/export, a livello nazionale,
regionale e provinciale e le informazioni sul monitoraggio dell’Istituto sui
costi dei servizi di igiene urbana e sull’applicazione del sistema tariffario.
Comunicato Fondazione Guccione
LA GIORNATA MONDIALE IN MEMORIA DELLE VITTIME DELLA STRADA 2106 NON E' ANCORA CONCLUSA!
ROMA ore 14.45, via Marsala, 8 "Galleria Caracciolo"
LA GIORNATA MONDIALE IN MEMORIA DELLE VITTIME DELLA STRADA 2106 NON E' ANCORA CONCLUSA!
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato una Medaglia quale premio di rappresentanza della Presidenza della Repubblica italiana per la #WDR2016.
TORINO ore 9.00, Sala Rossa, Palazzo di Città
Mercoledì 23 novembre 2016, alle ore 9, si terrà un Consiglio comunale straordinario aperto, nella bella Sala Rossa del Palazzo di Città, a Torino, interamente dedicato alla #WDR2016. L'Amministrazione comunale di Torino ha aderito alla nostra proposta di convocare un apposito consiglio straordinario.
Torino è la prima città al mondo a compiere questo gesto istituzionale forte. Unitariamente. Infatti ilpresidente del Consiglio comunale, Fabio Versaci, ha coinvolto tutti i capigruppo consiliari che unanimemente hanno deciso la convocazione dell'importante incontro istituzionale.
A loro, alla Sindaca Chiara Appendino, all'assessora alla Mobilità Maria Lapietra ed a tutta la Giunta vanno i nostri sentiti ringraziamenti.
Saranno presenti anche l'Inviato Speciale del Segretario Generale dell'Onu per la sicurezza stradale, Jean Todt, i Presidenti di ACI ed FLG, Angelo Sticchi Damiani e Giuseppe Guccione.
Sempre mercoledì 23 novembre 2016 nel pomeriggio, alle ore 14.45, inaugureremo il Centro nazionale assistenza per le vittime della strada a Roma intitolato a Marcel Haegi, fondatore della FEVR (Federazione Europea Vittime della Strada) e ad altre 20 vittime della strada i cui familiari hanno co-presentato insieme ad FLG la petizione su Change.org per richiedere a Governo e Parlamento di varare una Legge per l'assistenza alle vittime strada.
Ed all'iniziativa romana saranno presenti, a suggellarne l'importanza - dopo quella di Torino - l'Inviato Speciale del Segretario Generale dell'Onu per la sicurezza stradale, Jean Todt, i presidenti di ACI ed FLG, Angelo Sticchi Damiani e Giuseppe Guccione, la rappresentante della FEVR e Direttore della nostra consorella spagnola Pat A PAT, Yolanda Domenech.
martedì 22 novembre 2016
Presentato a Londra il piano industriale 2017-2019 dell'Enel. "E' in atto una vera e propria rivoluzione dell'energia, si prevede un aumento del consumo di energia elettrica entro il 2050 dell'11% rispetto al 2013, e l'urbanizzazione sembrerebbe essere inarrestabile, tutti vogliono vivere nelle citta'". Lo ha detto l'amministratore delegato di Enel, Francesco Starace.
venerdì 11 novembre 2016
Comunicato varie associazioni ambientaliste
COMUNICATO STAMPA
ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE
SENATO APPROVA GRAVI MODIFICHE ALLA LEGGE QUADRO SU AREE PROTETTE IGNORANDO COMPLETAMENTE PROPOSTE MOTIVATE PRESENTATE DA TUTTO IL MONDO AMBIENTALISTA (E NON SOLO)
“Né il Senato, né il Governo hanno accolto le osservazioni e le proposte di 17 Associazioni Ambientaliste e di centinaia di esperti e uomini di cultura, che hanno criticato in modo fermo e elaborato proposte migliorative. Risultato, una riforma sbagliata che chiediamo con forza venga modificata alla Camera”. Così le Associazioni subito dopo il voto con cui Palazzo Madama ha approvato, in prima lettura, il disegno di modifica della legge 394/91 sulle aree protette.
“Non volendo cogliere il senso costituzionale che vede la tutela della natura in capo allo Stato, la riforma non valorizza il ruolo delle aree protette come strumento efficace per la difesa della biodiversità e non chiarisce il ruolo che devono svolgere la Comunità del Parco. Un testo che doveva rafforzare il ruolo e le competenze dello Stato centrale nella gestione delle aree marine protette, ma che in realtà continua a lasciare questo settore nell’incertezza e senza risorse adeguate. Perché non possiamo non sottolineare che questa riforma viene fatta senza risorse, che la legge approvata non riesce a delineare un orizzonte nuovo per il sistema delle aree protette e senza migliorare una normativa che, dopo 25 anni di onorato servizio, non individua una prospettiva moderna per la conservazione della natura nel nostro Paese”.
Numerosi e tutti molto preoccupanti sono i punti più critici del disegno di legge approvato al Senato:
· Una modifica della governance delle aree protette che peggiora la qualità delle nomine e non razionalizza sufficientemente la composizione del Consiglio direttivo, in cui viene prevista la presenza di portatori di interessi specifici e non generali come deve essere. Non vengono definiti strumenti di partecipazione dei cittadini né la previsione di comitati scientifici;
· Una governance delle Aree marine Protette che non prevede alcuna partecipazione delle competenze statali e individua Consorzi di gestione gli uni diversi dagli altri;
· L’assenza di competenze specifiche in tema di conservazione della natura di Presidente e Direttore degli Enti Parco;
· Un sistema di “royalties” che, pur legato ad infrastrutture ad alto impatto già esistenti, deve essere modificato per evitare di condizionare e mettere sotto ricatto i futuri pareri che gli enti parco su queste dovranno rilasciare;
· Una norma che attraverso la “gestione faunistica”, con la governance prevista, acuirà le pressioni del mondo venatorio;
· L’istituzione di un fantomatico Parco del Delta del Po senza che venga definito se si tratti o meno di un parco nazionale, quando peraltro la costituzione di questo, come Parco Nazionale, è già oggi obbligatoria ai sensi dalla legge vigente
· Non si vietano le esercitazioni militari nei parchi e nei siti natura 2000;
· Non si garantisce il passaggio delle Riserve naturali dello Stato, del personale e delle risorse impegnato, ai parchi;
Sono alcuni dei motivi che fanno di questa riforma una riforma sbagliata, incapace di dare soluzioni ai problemi delle Aree Protette, ma addirittura tale da avvicinare troppo sino a sovrapporre pericolosamente i portatori d’interesse con i soggetti preposti alla tutela, svilendo la missione primaria delle aree protette e mettendole in ulteriore sofferenza. Alla luce di ciò, gli elementi utili introdotti dalla riforma, soprattutto in termini di pianificazione, di classificazione e gestione dei siti della rete Natura 2000, di considerazione dei servizi ecosistemici, appaiono sostanzialmente depotenziati.
“Abbiamo dato la massima disponibilità al confronto, elaborando argomenti seri e proposte dettagliate. Con infinito rammarico siamo costretti a dover prendere atto di mancate risposte del relatore, della maggioranza e del Governo, con il risultato doppiamente negativo di perdere l’opportunità di miglioramenti costituzionalmente coerenti e di determinare un grave scollamento tra la politica italiana ed un approccio alla conservazione della natura coerente alle indicazioni ed agli obblighi internazionali”, continuano le Associazioni ambientaliste che concludono: “A venticinque anni dalla sua approvazione, il Senato, snaturandone i presupposti, approva modiche inadeguate alla legge sulle aree protette che ha garantito la conservazione della natura e la salvezza di una parte cospicua del territorio italiano. La questione ora si sposta alla Camera dei Deputati dove le Associazioni Ambientaliste faranno di tutto per far sentire una va ben oltre loro e coinvolge tutto il mondo della cultura e della scienza del nostro Paese”.
Roma, 10 novembre 2016
Le associazioni che hanno chiesto modifiche al Senato
Ambiente e Lavoro,
AIIG - Associazione Insegnanti di Geografia Club Alpino Italiano Centro Turistico Studentesco Ente Nazionale Protezione Animali FAI - Fondo Ambiente Italiano Greenpeace Italia Gruppo di Intervento Giuridico Italia Nostra, LAV - Lega Antivivisezione Legambiente Lipu Marevivo Mountain Wilderness Pro Natura SIGEA WWF Italia
COMUNICATO STAMPA
ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE
SENATO APPROVA GRAVI MODIFICHE ALLA LEGGE QUADRO SU AREE PROTETTE IGNORANDO COMPLETAMENTE PROPOSTE MOTIVATE PRESENTATE DA TUTTO IL MONDO AMBIENTALISTA (E NON SOLO)
“Né il Senato, né il Governo hanno accolto le osservazioni e le proposte di 17 Associazioni Ambientaliste e di centinaia di esperti e uomini di cultura, che hanno criticato in modo fermo e elaborato proposte migliorative. Risultato, una riforma sbagliata che chiediamo con forza venga modificata alla Camera”. Così le Associazioni subito dopo il voto con cui Palazzo Madama ha approvato, in prima lettura, il disegno di modifica della legge 394/91 sulle aree protette.
“Non volendo cogliere il senso costituzionale che vede la tutela della natura in capo allo Stato, la riforma non valorizza il ruolo delle aree protette come strumento efficace per la difesa della biodiversità e non chiarisce il ruolo che devono svolgere la Comunità del Parco. Un testo che doveva rafforzare il ruolo e le competenze dello Stato centrale nella gestione delle aree marine protette, ma che in realtà continua a lasciare questo settore nell’incertezza e senza risorse adeguate. Perché non possiamo non sottolineare che questa riforma viene fatta senza risorse, che la legge approvata non riesce a delineare un orizzonte nuovo per il sistema delle aree protette e senza migliorare una normativa che, dopo 25 anni di onorato servizio, non individua una prospettiva moderna per la conservazione della natura nel nostro Paese”.
Numerosi e tutti molto preoccupanti sono i punti più critici del disegno di legge approvato al Senato:
· Una modifica della governance delle aree protette che peggiora la qualità delle nomine e non razionalizza sufficientemente la composizione del Consiglio direttivo, in cui viene prevista la presenza di portatori di interessi specifici e non generali come deve essere. Non vengono definiti strumenti di partecipazione dei cittadini né la previsione di comitati scientifici;
· Una governance delle Aree marine Protette che non prevede alcuna partecipazione delle competenze statali e individua Consorzi di gestione gli uni diversi dagli altri;
· L’assenza di competenze specifiche in tema di conservazione della natura di Presidente e Direttore degli Enti Parco;
· Un sistema di “royalties” che, pur legato ad infrastrutture ad alto impatto già esistenti, deve essere modificato per evitare di condizionare e mettere sotto ricatto i futuri pareri che gli enti parco su queste dovranno rilasciare;
· Una norma che attraverso la “gestione faunistica”, con la governance prevista, acuirà le pressioni del mondo venatorio;
· L’istituzione di un fantomatico Parco del Delta del Po senza che venga definito se si tratti o meno di un parco nazionale, quando peraltro la costituzione di questo, come Parco Nazionale, è già oggi obbligatoria ai sensi dalla legge vigente
· Non si vietano le esercitazioni militari nei parchi e nei siti natura 2000;
· Non si garantisce il passaggio delle Riserve naturali dello Stato, del personale e delle risorse impegnato, ai parchi;
Sono alcuni dei motivi che fanno di questa riforma una riforma sbagliata, incapace di dare soluzioni ai problemi delle Aree Protette, ma addirittura tale da avvicinare troppo sino a sovrapporre pericolosamente i portatori d’interesse con i soggetti preposti alla tutela, svilendo la missione primaria delle aree protette e mettendole in ulteriore sofferenza. Alla luce di ciò, gli elementi utili introdotti dalla riforma, soprattutto in termini di pianificazione, di classificazione e gestione dei siti della rete Natura 2000, di considerazione dei servizi ecosistemici, appaiono sostanzialmente depotenziati.
“Abbiamo dato la massima disponibilità al confronto, elaborando argomenti seri e proposte dettagliate. Con infinito rammarico siamo costretti a dover prendere atto di mancate risposte del relatore, della maggioranza e del Governo, con il risultato doppiamente negativo di perdere l’opportunità di miglioramenti costituzionalmente coerenti e di determinare un grave scollamento tra la politica italiana ed un approccio alla conservazione della natura coerente alle indicazioni ed agli obblighi internazionali”, continuano le Associazioni ambientaliste che concludono: “A venticinque anni dalla sua approvazione, il Senato, snaturandone i presupposti, approva modiche inadeguate alla legge sulle aree protette che ha garantito la conservazione della natura e la salvezza di una parte cospicua del territorio italiano. La questione ora si sposta alla Camera dei Deputati dove le Associazioni Ambientaliste faranno di tutto per far sentire una va ben oltre loro e coinvolge tutto il mondo della cultura e della scienza del nostro Paese”.
Roma, 10 novembre 2016
Le associazioni che hanno chiesto modifiche al Senato
Ambiente e Lavoro,
AIIG - Associazione Insegnanti di Geografia Club Alpino Italiano Centro Turistico Studentesco Ente Nazionale Protezione Animali FAI - Fondo Ambiente Italiano Greenpeace Italia Gruppo di Intervento Giuridico Italia Nostra, LAV - Lega Antivivisezione Legambiente Lipu Marevivo Mountain Wilderness Pro Natura SIGEA WWF Italia
venerdì 4 novembre 2016
Comunicato Adoc
SICUREZZA
STRADALE, ADOC FAVOREVOLE A SEQUESTRO AMMINISTRATIVO DELLO SMARTPHONE IN CASO
DI INCIDENTE
L’Adoc
aveva già lanciato la proposta di un fermo amministrativo del cellulare, spesso
causa di incidenti anche mortali
Roma,
3 novembre 2016 – La distrazione è una delle principali cause degli incidenti
stradali, e l’uso dello smartphone in auto ne è la principale origine. Ben
vengano quindi, secondo l’Adoc, nuove severe norme in materia, dal ritiro della
patente per chi usa il cellulare in auto senza vivavoce o auricolare al
sequestro amministrativo dello stesso.
“Usare
lo smartphone in auto costituisce una pericolosa fonte di distrazione alla
guida, causa principale degli incidenti stradali – dichiara Roberto Tascini,
Presidente dell’Adoc – come Adoc avevamo da tempo lanciato l’idea di un fermo
amministrativo del cellulare in caso di incidente. Siamo quindi favorevoli alle
ipotesi di riforma della normativa in materia, che prevedono proprio il
sequestro amministrativo dello smartphone in caso di necessità di appurare se
la causa di un incidente sia stato proprio il suo utilizzo. Tra le ipotesi è previsto
anche il ritiro immediato della patente, anche se si tratta della prima
violazione, per chi usa il telefono senza utilizzare i supporti previsti quali
vivavoce o auricolare.”
“Purtroppo
rinunciare ad utilizzare lo smartphone anche quando si è alla guida sta
diventando un vizio molto discutibile – continua Tascini – e molto pericoloso:
basti pensare che inviare un sms alla velocità di 100 km/h ci fa guidare alla
cieca per circa 100 metri. E’ evidente la pericolosità insita in questi
comportamenti. Non dobbiamo prevedere solo normative più severe, ma anche
campagna informative continue sul corretto uso del telefono in auto.”
Iscriviti a:
Post (Atom)