Fernand Léger, Les Loisirs-Hommage à Louis David, 1949 |
martedì 31 gennaio 2017
venerdì 27 gennaio 2017
John Akomfrah, Vertigo Sea (film still), 2015
venerdì 20 gennaio 2017
Comunicato Greenpeace
A partire
dal 1990, l’Indonesia ha perso 31 milioni di ettari di foresta pluviale, una superficie paragonabile
all’estensione della Germania.
OLIO DI PALMA, GREENPEACE CHIEDE A BANCA HSBC DI NON FINANZIARE LA
DISTRUZIONE DELLE FORESTE INDONESIANE
JAKARTA (INDONESIA), 17.01.17 - HSBC,
la più grande banca europea, presta centinaia di milioni di dollari a sei tra
le più distruttive società indonesiane del settore dell’olio di palma. Secondo
quanto scoperto da Greenpeace nel report “Dirty
bankers”, negli ultimi cinque anni HSBC ha infatti partecipato a consorzi
bancari che hanno prestato circa 16,3 miliardi di dollari, cui vanno aggiunti 2
miliardi di dollari in obbligazioni, a sei società indonesiane - Bumitama,
Goodhope, IOI, Noble, POSCO Daewoo e Gruppo Salim/Indofood - che producono olio
di palma distruggendo vaste aree di foresta pluviale indonesiana, habitat degli
oranghi.
Queste società sarebbero inoltre
responsabili di espropriazione delle terre ai danni delle popolazioni locali,
di violazione dei diritti dei lavoratori e dello sfruttamento del lavoro
minorile. Non solo. La distruzione delle torbiere da parte dell’industria
dell’olio di palma e del settore della carta è ormai riconosciuta come la causa
principale degli incendi che ogni anno colpiscono le foreste dell’Indonesia. Uno studio dell’Università di Harvard e della Columbia
stima che, a causa della crisi ambientale e sanitaria verificatasi nel 2015 per
colpa di questi incendi massivi, in tutto il Sud-Est asiatico ci siano state
circa 100 mila morti premature.
«HSBC sostiene di essere una banca
rispettabile, con politiche responsabili sulla deforestazione. Allora perché
finanzia chi devasta le foreste?», chiede Martina Borghi, della campagna
Foreste di Greenpeace Italia. «In Indonesia la distruzione delle foreste
pluviali provoca devastanti incendi che mettono a rischio la salute di milioni
di persone nel Sud-Est asiatico e minacciano il clima di tutto il Pianeta. HSBC
non dovrebbe destinare miliardi a società che soffiano letteralmente sul
fuoco», conclude Borghi.
Secondo Greenpeace, le
banche che offrono prestiti o altri servizi finanziari a società o gruppi che
operano nel
settore dell’olio di palma dovrebbero rendere noti i
dettagli dei servizi finanziari forniti e sottoscrivere
la politica dell’organizzazione ambientalista contro deforestazione, drenaggio
delle torbiere e sfruttamento dei lavoratori e le comunità locali (“No
Deforestation, No Peat, No Exploitation Policy”).
Inoltre queste banche
dovrebbero rifiutare finanziamenti o altri servizi finanziari a nuovi
potenziali clienti che non sono conformi alla politica di Greenpeace a tutela
delle foreste e interagire con i clienti per garantire la conformità con questa
politica entro un determinato periodo di tempo, rifiutando inoltre di
finanziare o rinnovare altri servizi fino alla sottoscrizione della policy di
Greenpeace sulla protezione delle foreste.
Un’analisi effettuata
dall’organizzazione ambientalista sui dati diffusi dal Ministero dell'Ambiente
e delle Foreste indonesiano rivela come, a partire dal 1990, l’Indonesia abbia perso
A fare le spese della distruzione di
questo ecosistema sono anche gli oranghi del Borneo che, lo scorso anno, sono
passati all’interno della “Lista Rossa” dell’International Union for
Conservation of Nature da specie “in pericolo” a specie “in pericolo critico”,
a causa della conversione delle foreste in piantagioni.
Leggi il report “Dirty
Bankers” (in inglese)
venerdì 13 gennaio 2017
"Attraverso la figurazione, molto spesso si riesce ad andare al di là della propria 'conoscenza cosciente', per approdare a una sorta di figurazione dell'inconscio: alcuni mie disegni provengono dall'inconscio, e si affacciano sul foglio di carta attraverso elementi figurativi che ovviamente derivano da uno stato di coscienza, non razionalizzato".
Gillo Dorfles
Gillo Dorfles
mercoledì 4 gennaio 2017
Fonte: Quotidiano del Popolo, Pechino |
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