giovedì 31 ottobre 2013

A Bergamo Critical Mass e un sacco di iniziative

Comunicato Pedalopolis

Critical Mass dei 10 anni a Bergamo! Il 2 novembre!
Rullino le pompe e squillino i pignoni, la Critical Mass a Bergamo celebra i suoi primi 10 anni, il 2 novembre del 2003 infatti si radunavano alle ore 15:00 in piazza Sant'Anna i primi sediziosi ciclisti sovversivi bergamaschi.

L'appuntamento è identico a quello di 10 anni fa, sabato 2 novembre alle 15:00 in Piazza Sant'Anna armati semplicemente di bicicletta e voglia di pedalare al suono dell'antico motto "noi non blocchiamo il traffico, siamo il traffico!".
per chi vuole c'è anche l'evento in Facebook da partecipare e condividere: 


Bikefellas - quelli delle bici
La cooperativa Lottovolante e i meccanici della Ciclostazione 42 hanno preso coraggio e hanno deciso di raddoppiare aprendo una nuova officina/negozio in via Paglia 31/e, "Bikefellas - quelli delle bici".
I motivi di questa scelta sono diversi, da una parte la Ciclostazione 42 inizia ad essere troppo stretta per la quantità di bici che si riparano, oltre 4000 all'anno, d'altra parte Centostazioni con il restyling della Stazione non ha ancora garantito ufficialmente la permanenza del servizio non specificando tempi e modalità di assegnazione del piccolo spazio messo in progetto per i servizi ai ciclisti.
L'altra importante motivazione che ha portato all'apertura del nuovo spazio è l'intenzione di aumentare l'offerta di prodotti e lavorazioni a disposizione dei ciclisti urbani attraverso la creazione di uno spazio che possa diventare un punto di riferimento per chi usa la bici tutti i giorni e cerca attrezzature, componenti e accessori di qualità per rendere questa buona pratica sempre più sicura e piacevole; grande attenzione sarà riservata anche al cicloturismo, alle biciclette pieghevoli di qualità, all'allestimento di bici artigianali a richiesta e al restauro e rinnovo integrale di vecchie biciclette.

L'intenzione per il futuro è quindi quella di mantenere e continuare a sviluppare i due spazi, Ciclostazione42 e Bikefellas, il primo dedicandolo sempre più ai servizi, piccole riparazioni veloci, custodie, noleggi e punto informativo e il secondo come punto a vocazione artigianale e commerciale.

Il nuovo negozio è una iniziativa della Cooperativa Sociale Lottovolante che in questi quattro anni di gestione della Ciclostazione 42 ha sperimentato come il lavoro ciclomeccanico possa essere proficuo e stimolante per l'inserimento lavorativo di persone con diverse tipologie di svantaggio che, accompagnati dai meccanici e dagli operatori della Cooperativa possono offrire un servizio professionale di assistenza e riparazione, in un contesto in cui avere anche un riconoscimento di utilità sociale e di rapporto diretto con utenti e clienti.

Bikefellas per questi primi mesi sarà aperto dal martedì al sabato dalle 15:00 alle 19:30.
Non c'è ancora un sito internet ma c'è una pagina in Facebook: https://www.facebook.com/bikefellas

Vi consigliamo di andare a curiosare.

Altre info:
- La Ciclostazione 42 e Bikefellas rimarranno chiusi 1 e 2 di novembre.

- Il Grande Sentiero 2013, Paul Pritchard
A metà novembre ripartono gli appuntamenti della rassegna "Il Grande Sentiero" organizzati da Lab80. 
In particolare segnaliamo per i pedalatori la presenza di Paul Pritchard sabato 16 novembre, scalatore emiplegico che ha attraversato il Tibet pedalando su un trike costruito apposta per lui:
Presso Bikefellas è anche possibile associarsi al Lab80 per l'anno 2013-2014

- Bicycle film festival a Milano 15-16-17 novembre
Anche quest'anno faremo la tradizionale pedalata a milano per il BFF, segnatevi le date, a presto per i dettagli.
- Campionati di Ciclomeccanica 2013
Vi informiamo, per chi non lo sapesse, le tre squadre di Pedalopolis sono tornate a casa dai campionati mondiali di ciclomeccanica di Milano con una coppa a testa,
ecco un video della gara:
https://www.youtube.com/watch?v=zNnhCeRgESk

Questo è quanto, se non volete più ricevere questa newsletter basta mandarci una mail con oggetto: "basta, non voglio più ricevere la vostra newsletter"
Cordiali Saluti
Pedalopolis
Comunicato Legambiente
 
Emergenza Taranto, chiudono le aziende dell’energia pulita
Legambiente: “Grave responsabilità del governo”

Sembra assurdo che possa succedere proprio ora, nel momento della massima espansione delle rinnovabili nel mondo, quando efficienza energetica e fonti pulite rappresentano le parole chiave dello sviluppo sostenibile e auspicabile per il pianeta. Sembra assurdo che succeda proprio lì, a Taranto, dove l’impegno dello Stato per garantire un futuro occupazionale  ai cittadini, che non sia per forza dannoso per la salute e l’ambiente, dovrebbe essere esplicito e prioritario. Eppure è proprio così: nel giro di pochi giorni le fabbriche dell’eolico e del fotovoltaico (la Vestas e la Marcegaglia Buildtech) chiudono i battenti lasciando senza lavoro centinaia di persone.

“La responsabilità di questa emergenza – ha dichiarato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – è del governo. Lo stop allo sviluppo e alla diffusione dell’energia rinnovabile impresso, con totale miopia, dai governi Monti e Letta ha condannato tutto un compartimento produttivo che nel nostro Paese potrebbe essere il vero volano dell’economia e dello sviluppo industriale. Mentre in Germania la scelta di investire nel sole e nel vento e nell’efficienza energetica, ha consentito di arrivare a 350mila occupati nel settore, in Italia il ministro dello Sviluppo economico Zanonato punta su trivelle e centrali a carbone bloccando ogni innovazione e condannando il Paese a un modello di sviluppo inquinante e obsoleto”.

In Italia gli investimenti nei settori dell’eolico e del fotovoltaico sono crollati a causa della politica che non fornisce alcuna certezza sul futuro per gli investitori, spazzando via piani industriali che solo due anni fa sembravano avere senso e futuro.
Legambiente chiede quindi al governo di intervenire rapidamente per garantire un futuro alle fabbriche delle rinnovabili di Taranto e a tutto il settore delle fonti pulite cambiando il meccanismo di scambio sul posto dell’energia elettrica, per offrire una opportunità per tutti gli impianti da fonti rinnovabili e in cogenerazione ad alto rendimento, di scambiare energia con la rete in alternativa agli incentivi; eliminando tutti i sussidi diretti e indiretti per le fonti fossili (pari a circa 5 miliardi di euro l’anno); rivedendo la normativa sulle regole di approvazione dei progetti da fonti rinnovabili per uscire da una situazione di totale incertezza che non offre alcuna garanzia di trasparenza e informazione per i territori coinvolti e neanche per gli imprenditori onesti; reintroducendo un sistema di incentivi in conto energia per la sostituzione di coperture in amianto con tetti fotovoltaici; creando condizioni di vantaggio per tutti gli interventi di riqualificazione energetica e statica del patrimonio edilizio; approvando specifiche regole per la realizzazione degli impianti eolici offshore, per uscire da una situazione di conflitti causata dalla totale assenza di riferimenti per la valutazione degli impianti e il coinvolgimento del territorio.

La Russia sotto processo

Comunicato Greenpeace

GREENPEACE: SEQUESTRO DELLA NAVE E DELL’EQUIPAGGIO, DAL 6 NOVEMBRE LA RUSSIA SOTTO PROCESSO.

ROMA, 31.10.13 – L'Olanda porta il caso Russia-Greenpeace al Tribunale internazionale del diritto del mare (ITLOS), previsto dalla Convenzione Onu sul Diritto del Mare (UNCLOS): la prima udienza è fissata ad Amburgo il prossimo 6 novembre. La Russia, pur avendo sottoscritto la Convenzione, ha dichiarato che non parteciperà al processo e non accetterà le decisioni del Tribunale.

“Le autorità russe hanno formalizzato l’accusa di vandalismo, senza ancora far decadere quella di pirateria come annunciato, ma la sostanza non cambia: la detenzione dell'equipaggio di Greenpeace e dei giornalisti e il sequestro della nave è del tutto illegittimo” dichiara Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia.
“Se l’accusa di pirateria si è rivelata inconsistente, quella di vandalismo oltre ad essere ugualmente assurda, mai comunque avrebbe dato il diritto di abbordare la nave di Greenpeace in acque internazionali.”.

Ieri anche all’attivista italiano Cristian D’Alessandro – così come finora ad altri 27 dei 30 uomini che erano a bordo dell’Arctic Sunrise - è stata formalizzata l’accusa di vandalismo.

Se la Russia dovesse davvero rifiutare la decisione del Tribunale, il risultato sarebbe una crisi generale del Diritto Internazionale ben oltre i limiti della questione tra Russia e Olanda. Il principio della libera navigazione in acque internazionali, che è alla base del diritto marittimo, sarebbe seriamente compromesso. Dal giorno dopo, infatti, chiunque può inventarsi accuse di pirateria come hanno fatto le autorità russe, abbordare e sequestrare chi vuole e poi rifiutare il giudizio del Tribunale internazionale. 

mercoledì 30 ottobre 2013

La povertà riguarda 8 milioni di italiani

Comunicato Eurispes


CORTE DEI CONTI. EURISPES: SU POVERTÀ SITUAZIONE ANCHE PEGGIORE, COINVOLTI 8 MILIONI DI ITALIANI
“Le cifre rese note oggi dalla Corte dei Conti confermano l’allarme lanciato ormai da tempo dall’Istituto Eurispes. Sul fronte della povertà la situazione è addirittura ben peggiore. Secondo le stime generalmente accettate sono 2 milioni e mezzo le famiglie, ovvero circa 8 milioni di italiani, che vivono al di sotto della soglia di povertà e altrettanti coloro che vivono appena al di sopra di questa soglia. A tutto ciò si aggiunge il fatto che una buona fetta dei ceti medi è sulla via di una sostanziale proletarizzazione e che dalla sindrome della quarta settimana si è da un bel pezzo passati alla sindrome della terza settimana. Insomma, si tratta di una vera e propria bomba sociale che potrebbe esplodere in qualsiasi momento”. Lo afferma il presidente dell'Eurispes, Gian Maria Fara.
“Su questo delicato argomento – aggiunge Fara  da anni si continuano a produrre dati approssimativi. Bisognerebbe riprendere una tradizione di analisi e studi, purtroppo in Italia interrotta da oltre vent’anni, e realizzare un grande rapporto sulla povertà dal quale possano emergere dati seri e attendibili”.
Qualche tempo fa è stata rintracciata una valigetta contenente i documenti di Giuseppe "Pinella" De Grandi, uno dei più grandi meccanici di biciclette mai esistiti. Fu soprannominato "Pinza d'oro". Qui ampia documentazione.

L'editore Ediciclo ha pubblicato un libro sull'argomento, scritto da Paolo Amadori e Paolo Tullini. Si intitola Le bici di Coppi. Erano 70, le bici di Coppi. La documentazione ritrovata aiuta a ricostruirne la storia.

lunedì 28 ottobre 2013

Comunicato Eurispes

A CityTech Carlo Tosti, Direttore Osservatorio Eurispes sulla Mobilità e i Trasporti,
indica una “ricetta” per compensare gli effetti dell'Urban Sprawl

Riequilibrio e integrazione dell’offerta modale (inclusa mobilità dolce), riduzione del trasporto privato con mezzi a elevato impatto ambientale, aumento dell’offerta di trasporto collettivo attraverso una diversa articolazione e un diverso equilibrio tra offerta pubblica e privata, introduzione di un numero maggiore di nodi di interscambio modale sia per il trasporto di persone sia di merci, infrastrutturazione finalizzata all’informazione, al controllo, al sanzionamento e alla tariffazione, “valorizzazione” delle esternalità.

È questa la “ricetta” indicata oggi a Citytech (www.citytech.eu) dal Direttore dell’Osservatorio dell’Eurispes, Carlo Tosti, per compensare gli effetti dello Urban Sprawl (termine con cui si indica una rapida e disordinata crescita di una città).

L’appuntamento di Citytech si è aperto questa mattina presso la Fabbrica del Vapore a Milano con alcune anticipazioni dei primi risultati del Libro Bianco sulla Mobilità e i Trasporti in Italia dell’Eurispes. L’Osservatorio diretto dall’Ing. Tosti, costituito nel dicembre 2012, si propone sullo scenario di settore come un centro di produzione di dati e di conoscenza sui temi dei trasporti, della mobilità e della logistica, nella loro componente sociale, politica, industriale, tecnologica, giuridica e commerciale e, allo stesso tempo, si pone come interlocutore privilegiato delle Autorità, dell’industria e dei diversi attori che si occupano di mobilità e trasporto in Italia. Il Libro Bianco, che verrà presentato in primavera, offrirà una fotografia dettagliata dei temi sociali, infrastrutturali, commerciali e tecnologici legati ai trasporti.

Nel corso del suo intervento a Citytech, alla presenza del Ministro ai Trasporti, Maurizio Lupi, del Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, del Presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, Tosti ha approfondito i macrotemi affrontati nel Libro Bianco: l'urbanizzazione e l'accesso ai servizi di trasporto; le infrastrutture critiche, i parcheggi di scambio, le linee tranviarie, le infrastrutture tecnologiche, l’infomobilità e bigliettazione integrata, l'intermodalità, il trasporto turistico, il trasporto merci, il ruolo e l'efficacia delle normative.

«Inquinamento atmosferico e acustico, congestione, occupazione del territorio, inefficiente utilizzo del fattore tempo – ha dichiarato il Direttore dell’Osservatorio Eurispes sulla Mobilità e Trasporti – costituiscono indicatori cui sia le persone che le imprese pongono rilevante e crescente attenzione. Queste problematiche vengono avvertite con più forza nell’ambito urbano, dove c’è ovviamente maggiore concentrazione di popolazione, produzione e distribuzione delle merci. E proprio l’utilizzo esclusivo del trasporto stradale per quanto riguarda le merci crea le maggiori problematiche, non solo dal punto di vista ambientale. L’Italia poi assomma a questa predilezione stradale in ambito urbano una vocazione per la gomma anche nel trasporto merci in medie e lunghe percorrenze. Questo significa che a problemi si sommano problemi. Da alcuni anni le Amministrazioni pubbliche locali, con interventi a macchia di leopardo, intervengono con azioni volte a regolare, non a impedire, l’accesso dei veicoli merci nell’area urbana e cercare delle soluzioni che consentano di minimizzare l’impatto del trasporto su gomma sia sugli altri trasporti sia sull’occupazione del suolo. Anche se buona parte degli interventi diretti delle Amministrazioni sono focalizzati sulla riduzione del traffico privato e sull’incentivazione del trasporto pubblico locale, sempre maggior interesse stanno assumendo le misure il cui obiettivo è una migliore organizzazione del trasporto urbano delle merci, riducendo il numero dei veicoli circolanti in ambito urbano. È evidente come interventi sulla produttività delle consegne dell’ultimo miglio volte a minimizzare l’impatto ambientale, influenzino l’efficienza della catena distributiva dei rivenditori, e sulle politiche di stoccaggio sempre più guidate dal just in time. Insomma introdurre restrizioni all’accesso dei veicoli merci in un’area urbana riducono le esternalità del trasporto, ma possono causare nel medio lungo periodo effetti negativi sull’economia di quell’area, provocando delocalizzazioni e rilocalizzazioni di attività produttive e commerciali in altre aree in cui vi siano meno vincoli. Allo stesso modo, la ricerca di razionali efficienze distributive come quella di ridurre il numero dei veicoli circolanti perseguite attraverso centri di raccolta/smistamento ubicati nella periferia dei centri urbani, finiscono con l’orientare gli stessi processi di urbanizzazione e contribuire a quella frammentazione urbana che è poi essa stessa un fattore moltiplicatore del trasporto privato di persone. Insomma – ha concluso Tosti - il dilemma delle “sette condizioni giuste” della logistica, ossia ‘la disponibilità del prodotto giusto nella quantità e condizione giuste, nel luogo e nel momento giusti, al cliente giusto’, rende necessario un approccio integrato e pluridisciplinare che sposta il dibattito dal tavolo dei trasportisti a uno più ampio».

Oltre a Tosti è intervenuto nel corso della sessione istituzionale, anche il Direttore del Comitato Libro Bianco, Luca Masciola. «Nel momento in cui molti e autorevoli interlocutori e analisti propongono ricette in grado di risanare il grande malato, i trasporti nel nostro Paese, l’Eurispes attraverso il suo Osservatorio sulla Mobilità e i Trasporti – ha dichiarato Masciola – ha voluto concentrare la propria ricerca sulle ragioni della malattia identificandole, con specifico riferimento alle aree cittadine, nel processo di disarticolazione urbana o urban sprawl, che va interessando ogni area metropolitana nel mondo. Un processo i cui elementi distintivi sono il crescente sviluppo, al fianco delle polis tradizionali, di insediamenti su aree sempre più vaste, con tassi di densità sempre più bassi, caratterizzati da un uso estensivo di ex terreni agricoli. Un modello di sviluppo cittadino che ha rotto la tradizionale dicotomia urban life - country life, in cui si è perso gradualmente un equilibrato rapporto tra sviluppo delle aree abitative e dei servizi connessi, in cui la risposta al bisogno di mobilità, sia delle persone sia delle merci, viene risolto sempre più dal singolo cittadino o dal singolo operatore. Con costi crescenti per cittadini, imprese e Istituzioni. Nel decennio tra i due ultimi censimenti in Italia abbiamo registrato una crescita del 9% dei territori abitati (con punte del 19% in Basilicata, del 17% in Molise del 13% in Piemonte e Marche). Il fenomeno è ancor più evidente nelle dieci aree metropolitane nazionali che da sole rappresentano il 30% della popolazione e l'11% del territorio. È in queste aree che lo urban sprawl  con tutte le necessarie distinzioni tra città e città, esprime tutti i caratteri di criticità. La popolazione negli anni non è solo cresciuta nelle dimensioni, ma redistribuita sul territorio, dapprima nei centri abitati delle province; quindi nei nuclei abitati e a case sparse dalle estreme periferie cittadini e dei territori ex agricoli. Questa nuova distribuzione ha aumentato la domanda di trasporto e reso inadeguata l'offerta tradizionale. Due indicatori per tutti: le 600 auto private per mille abitanti (con punte superiori alle settecento su Roma e Firenze), l’altissima percentuale di trasporto merci conto proprio per tragitti inferiore ai 50 km (anche per questo possiamo dire che la merce più trasportata nelle grandi città sia l’aria, ovvero il mancato carico dei mezzi i movimento). Gli effetti sono evidenti: traffico, congestione, elevati costi diretti, elevatissimi costi indiretti (inquinamento, deturpamento del territorio, incidentalità, ecc.). Le ricette sono condivise da larga parte degli analisti del fenomeno: integrazione modale, infrastrutturazione fisica e tecnologica, individuazione di un nuovo e più sostenibile rapporto tra mobilità privata collettiva e dolce. Ma le ricette devono essere adeguate al malato e ciò è possibile solo al termine di un’analisi attenta delle variabili demografiche economiche e di urbanizzazioni delle diverse aree metropolitane. Il Libro Bianco in corso di elaborazione ha questo obiettivo e la presenza nei team di lavoro dei diversi stakeholder istituzionali produttivi, tecnologici e dell'esercizio di trasporto ci consentirà di aggiungere al rigore scientifico la concretezza delle proposte per il miglioramento del settore».

La débâcle

Comunicato Legambiente
 
In allegato il comunicato stampa su Ecosistema Urbano 2013 presentato oggi a Bologna.

La débâcle delle città

Emergenza smog e trasporto pubblico in picchiata,
aumentano le auto private, immutate depurazione e perdita d’acqua potabile 

Questa la foto dei centri urbani di Ecosistema Urbano 2013
Presentata a Bologna la XX edizione del rapporto di Legambiente, Ambiente Italia
e Sole 24 Ore sulle eco-performance dei capoluoghi di provincia italiani

Venezia, Trento e Belluno in cima alla classifica ma solo 11 città raggiungono la sufficienza

venerdì 25 ottobre 2013

La biciclettera, che meraviglia calligrafica!

Biascagne cicli è una delle piccole grandi realtà sorte dalla sempre maggiore attenzione dei ciclisti per esemplari elegantemente spogliati di fronzoli. D'acciaio, leggere, eleganti. Non piacciono a tutti, è ovvio. C'è chi preferisce spostarsi con mezzi meno appariscenti, dotati di portapacchi, specchietti, ecc. Ma quando il palato si affina, umh, certi cicli diventano i "migliori". Biascagne propone fisse e single speed. Non esita a mettere in vendita una bicicletta per beneficenza. Lo fa ogni anno. Nel 2013 ha affidato il compito di decorare il ciclo a una delle migliori calligrafe italiane, Francesca Biasetton, attuale presidente dell'Aci, (l'Aci che più amiamo, ossia l'Associazione Calligrafica Italiana).
Di solito un calligrafo ha a che fare con superfici lisce, e già così il suo compito non è semplice. Ma qui Biasetton ha operato col pennello sulle striminzite superfici curve dei tubi d'acciaio. Il risultato è superlativo. La componentistica del velocipede è stata regalata da grandi aziende e seguire l'iter di montaggio dà un gusto notevole. La gallery è qui.
Prima di inoltrarvi nel periplo del ciclo, facendo magari anche un pensierino per l'acquisto (con la serenità d'animo di aver speso i soldi per una buona causa), guardatevi questo video. A me ha molto impressionato.

Biascagne Cicli Forgood 2013


Un battello da Roma a Fiumicino: troppo semplice?

Comunicato Adoc

MOBILITA’: ADOC, FAVOREVOLI A BATTELLO CHE COLLEGHI FIUMICINO A ROMA, VANTAGGIO PER TURISMO E PENDOLARI, SERVE ANCHE TRENO CHE RAGGIUNGA STAZIONE

Roma, 25 ottobre 2013 – L’Adoc valuta positivamente la proposta di collegare Roma e Fiumicino con un battello sul Tevere, sarebbe un vantaggio sia in termini turistici che di mobilità. E’ necessario anche prevedere un collegamento ferroviario con la stazione di Fiumicino.
“Accogliamo con favore l’idea di prevedere un battello che colleghi Roma a Fiumicino, passando anche per Ostia Antica – dichiara Lamberto Santini, Presidente dell’Adoc – una soluzione vantaggiosa sia in termini di mobilità, in quanto si creerebbe una viabilità alternativa tra la Capitale e la città aeroportuale, sia in termini turistici, visto che le tappe del percorso sono in prossimità di siti storico-culturali di altissimo profilo come Ostia Antica:  dista solo 5-10 minuti dall’Aeroporto di Fiumicino ma se un turista appena sbarcato volesse visitarla dovrebbe prima prendere il trenino per Termini e poi dalla Stazione prendere un altro treno che porti fino ad Ostia. Una situazione paradossale che presto potrebbe essere sanata. Crediamo sia opportuno prevedere anche una stazione ferroviaria nella città di Fiumicino, ad oggi troppo vincolata alla presenza dell’aeroporto nonostante sia uno dei comuni più popolosi del Lazio, e un collegamento ferroviario, in collaborazione con le Ferrovie dello Stato, tra Roma e l’aeroporto più veloce ed economico rispetto all’attuale proposta.”

Comunicato Unviersità di Roma Tre

Conferenza internazionale
ROAD SAFETY AND SIMULATION 2013
tecnologie emergenti, simulazione di guida in realtà virtuale,
fattori umani e sicurezza, strumenti per l’analisi delle cause di incidenti
Oltre 600 studiosi discuteranno dei sistemi più avanzati per identificare
le cause di insicurezza e provvedere a ridurre il numero di incidenti
Da mercoledì 23 a venerdì 25 Ottobre
Università Roma Tre - Dipartimento di Ingegneria
via Vito Volterra 62 - Roma
Dal 23 al 25 ottobre si terrà all’Università Roma Tre la Conferenza internazionale Road Safety and Simulation 2013.
La Conferenza, organizzata dal Centro Interuniversitario di Ricerca per gli Studi sulla Sicurezza Stradale (CRISS)del Dipartimento di Ingegneria di Roma Tre, ospiterà contributi scientifici di oltre 600 ricercatori provenienti dalle maggiori università e centri di ricerca di 45 diversi paesi del mondo, ed è l’evento scientifico sul tema della sicurezza stradale più ampio che si svolge in Europa.
Proprio a Roma che vanta dei numeri non proprio positivi sulla sicurezza, anzi una città in cui il problema della insicurezza delle strade si manifesta come molto drammatico.
Qualche dato sulla sicurezza stradale a Roma:
A Roma gli incidenti all’anno con danni a persone sono quasi 20.000, un numero di poco inferiore a quello di Londra (circa 23.000) dove però la popolazione è più di 3 volte superiore e il parco dei veicoli circolanti supera quello romano: 3 milioni di veicoli a Londra contro i 2,8 di Roma.
Parigi, pur avendo una popolazione confrontabile con Roma ha un tasso di motorizzazione analogo a quello di Londra e pari a circa 400 veicoli per 1000 abitanti. Impressionante è invece la situazione romana dove il tasso di motorizzazione supera i 1000 veicoli per 1000 abitanti.
A Roma purtroppo il numero di incidenti che determina la perdita di vite umane è molto alto. In un anno perdono infatti la vita circa 200 persone sulle strade, un numero in linea con il dato londinese dove però la popolazione supera i 7 milioni di abitanti, mentre a Parigi meno di 40 sono le vittime in un anno.
Barcellona che rappresenta una delle situazioni maggiormente critiche in Spagna registra meno di 10.000 incidenti, la metà di Roma, pur avendo una popolazione ben superiore della metà della popolazione romana, e poco più di 40 vittime all’anno sulle strade.
Anche il dato sui feriti pone Roma in un ranking non positivo. Più di 25.000 feriti all’anno a Roma, quasi pari ai circa 28.000 di Londra, e ben oltre i 9.000 di Parigi o i quasi 13.000 di Barcellona.
Nel panorama nazionale la situazione romana può essere confrontata con qualche cautela solo con Milano. Emerge anche qui un primato negativo per Roma che arriva ad avere quasi il 10% degli incidenti che si verificano nel Paese contro un 7% per Milano.
Tra l’altro, a fronte di una tendenza diffusa verso la riduzione del numero di incidenti e morti che si osserva in Europa e in Italia, per Roma tale tendenza non sempre è confermata in questi ultimi anni, risultando talvolta il caso romano anche in controtendenza.
Il caso romano è d’altra parte anomalo ed interessante. Infatti, ad analizzare con attenzione i dati, si osserva che gli incidenti si localizzano con frequenza significativa prevalentemente sulle medesime tratte stradali ed in corrispondenza delle medesime intersezioni”, ha dichiarato il professor Andrea Benedetto, General Chairman dell’evento e professore di Strade Ferrovie e Aeroporti a Roma Tre, “si possono quindi isolare le maggiori criticità e diagnosticare con strumenti, metodi e tecniche innovative le cause prevalenti di insicurezza al fine di definire interventi realmente efficaci ed efficienti.
Si pensi che sulle oltre 5000 intersezioni stradali romane il dato medio ad intersezione è di 2,5 incidenti all’anno con danni alle persone. Ci sono però una quindicina di intersezioni in cui il dato è da 10 a più di 20 volte superiore. Penso all’intersezione tra Palmiro Togliatti e la Prenestina o la Casilina, alle intersezioni della Cristoforo Colombo all’altezza di Axa e Casal Palocco e, in città, all’incrocio con viale dell’Umanesimo, ad alcune intersezioni di via della Serenissima.
Così per le tratte stradali, i dati più recenti, dimostrano che il 30% degli eventi si verificano solo su 30 strade urbane, tra cui le maggiori incriminate sono la Cristoforo Colombo, la Prenestina, la Casilina e la Tiburtina”.
Tutto questo fa pensare che interventi pianificati e circoscritti potrebbero ridurre in modo rilevante questo dramma sociale.
Presso l’Università Roma Tre si riuniranno ricercatori e studiosi del settore presentando e discutendo proprio dei sistemi più avanzati oggi disponibili per identificare le cause di insicurezza e provvedere con interventi risolutivi a ridurre il numero di incidenti. Si dibatterà infatti di tecnologie emergenti, di simulazione di guida in realtà virtuale, di come i fattori umani incidano sulla sicurezza, di strumenti di ultima generazione per l’analisi diagnostica delle cause di incidente e per la tutela degli utenti deboli.
Comunicato Fiab

La Presidente della FIAB al convegno “Bikeconomics”
L’economia dell’auto è in crisi? Spazio all’economia della bicicletta


Anche la Presidente della FIAB, Giulietta Pagliaccio, interverrà al Convegno “Bikenomics” previsto per lunedì 28 ottobre 2013 con inizio alle 16.30 a Milano, presso la Fabbrica del Vapore - Sala Corridoio – nell’ambito della prima edizione di Citytech.

All’iniziativa, moderata da Paolo Pinzuti di Clickutility on Earth, interverranno inoltre: Alfredo Drufuca, Amministratore Delegato Polinomia; Enrico Durbano, Sales Manager Eco-Counter; Paolo Gandolfi, parlamentare, componente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati; Federico Lia, Ricercatore Poliedra - Politecnico di Milano; Kevin Maine, Direttore Sviluppo della European Cyclists' Federation; Piero Nigrelli, Direttore Settore Ciclo ANCMA; Francesca Racioppi, Senior Policy and Programme Adviser dell'Organizzazione Mondiale della Sanità; Vincent Truter, Cycology.

La presidente FIAB dichiara: “Quando si parla di economia della bicicletta il primo pensiero va subito al cicloturismo. Nei paesi dove in tempi non sospetti sono state realizzate infrastrutture e servizi per i ciclisti, il cicloturismo ha prodotto un’economia dai numeri significativi. I tedeschi rappresentano il mercato cicloturistico più importante in Europa, ma l’Italia non è ancora nei primi dieci paesi europei preferiti dai tedeschi per le loro vacanze in bici, perché da noi mancano gli standard che loro ricercano”.

Ma economia della bici vuol dire anche minori costi per la salute, minor pressione ambientale, minor consumo di suolo. E forse sarà anche la crisi del mercato dell'auto a dare rilancio all'economia della bicicletta. Ora o mai più.

“Sono piuttosto ottimista - prosegue la presidente FIAB - sul fatto che il cambiamento è in atto anche in Italia. Osservo un'economia, per ora ancora piccola, che si sta inventando un nuovo modo di stare nel mercato e fare business, sta creando nuove attività, sta producendo nuovi prodotti. Questo è il sintomo che il nuovo stile di vita legato alla mobilità quotidiana in bici sta producendo effetti sul mercato economico. Una piccola rivoluzione industriale è in atto: solo chi saprà adeguarsi a queste nuove esigenze, in modo anche un po' visionario come i grandi pionieri del passato, può contare su un radioso futuro economico".


giovedì 24 ottobre 2013

Programma della Commissione Europea sulla sicurezza stradale 2011-2020. Qui

Produzione auto in Italia ai livelli del 1958

Fonte: Il Sole-24 ore

La crisi del settore automotive: la produzione in Italia è tornata ai livelli del ’58.
Lo scorso anno la produzione di automobili in Italia è scesa al di sotto delle 400mila unità ed i primi mesi del 2013 indicano un’ulteriore flessione. In pratica si è tornati a livelli di produzione in linea con la fine degli anni 50. 
Comunicato Greenpeace

ARCTIC 30, GREENPEACE RISPONDE ALL'ACCUSA DI TEPPISMO

ROMA, 23.10.13. Commentando la notizia che l'accusa di pirateria contro gli "Arctic 30" - i 30 attivisti di Greenpeace detenuti in Russia da più di un mese - è stata fatta decadere e sostituita con quella di teppismo, Vladimir Chuprov di Greenpeace Russia ha detto: "Gli Arctic 30 non sono più teppisti di quanto non fossero pirati. Questa è un'altra accusa letteralmente sproporzionata che può portare fino a sette anni di carcere. Non è niente di meno che un assalto al principio stesso della protesta pacifica. Questi uomini e donne coraggiosi si sono recati nell'Artico armati di niente altro che il desiderio di far luce su un business spericolato. Essi dovrebbero stare con le loro famiglie, non in una prigione a Murmansk".

"Noi contesteremo le accuse, inventate, di teppismo, così come abbiamo fortemente contestato le accuse di pirateria. Entrambe sono frutto di fantasia, senza alcun rapporto con la realtà. Gli Arctic 30 hanno protestato pacificamente contro la pericolosa attività di trivellazione petrolifera di Gazprom e dovrebbero essere liberi".

"Il Comitato Investigativo russo aggiunge che alcuni attivisti potrebbero essere accusati di uso della forza contro pubblici ufficiali, accusa che può comportare fino a dieci anni di carcere. Greenpeace ha 42 anni di storia di attivismo del tutto pacifico: è una diffamazione a buon mercato accusare gli Arctic 30 di fare qualcosa di diverso che protestare pacificamente. Gli attivisti sono arrivati alla piattaforma petrolifera a bordo di una nave dipinta con una colomba e un arcobaleno. La nostra nave è stata sequestrata da uomini con coltelli e pistole, mentre gli attivisti alzavano le braccia. Devono essere rilasciati immediatamente".

mercoledì 23 ottobre 2013

Ignazio Marino in bicicletta contestato a Porta Pia

Marino ha inizialmente attraversato la folla dei manifestanti con la bicicletta a mano, si è beccato qualche fischio e, in serata, un manifestante gli ha tirato la cravatta. Nel video si scorge l'intervento di Andrea Alzetta, detto Tarzan, ex consigliere del Comune di Roma ed esponente di Roma In Action, movimento per la casa, che blocca l'azione del manifestante.

Fonte e video: Corriere della sera

 



martedì 22 ottobre 2013

Ecco la crescita infinita: in Cina una città chiusa per smog


Scuole chiuse, bus sospesi e decine di voli cancellati. Succede ad Harbin, Cina nei pressi del confine russo. Dura vita per i ciclisti, che comunque non si fermano.
La visibilità in questa città è diminuita del 50%, con una densità delle polveri sottili 24 volte maggiore del livello considerato sicuro dall'Organizzazione mondiale della sanità. Il cosiddetto "sviluppo" è arrivato al suo limite.

L'eccidio di Pietralata, 23 ottobre 1943

Domani 23 ottobre, nei pressi del carcere di Rebibbia, Anpi, associazioni partigiane e cittadini poseranno la prima pietra del monumento che verrà edificato per ricordare l'eccidio di Pietralata.


L'eccidio di Pietralata prende il nome dalla borgata di Roma nelle cui vicinanze, il 23 ottobre 1943, furono trucidati, dai paracadutisti tedeschi della divisione "Hermann Goering", nove partigiani del Movimento Comunista d'Italia-Bandiera Rossa Roma catturati mentre tre giorni prima, il 20 ottobre stavano assaltando, insieme a molti popolani delle borgate San Basilio e Pietralata, la caserma del Forte Tiburtina, per impradonirsi di armi, medicinali e viveri. I tedeschi uccisero anche un ciclista estraneo all’azione, fermato in via Tiburtina poco prima del massacro.

Per ricordare quanto accadde allora, il Circolo ARCI "Concetto Marchesi e l'ANPI del IV Municipio hanno organizzato nei giorni 21-22-23 ottobre una serie di iniziative, che si concluderanno con la posa, in accordo con le forze politiche locali (PD, SeL, PRC, PdCI, PSI) sulla via Tiburtina di un monumento ai partigiani caduti.

In allegato, oltre al calendario degli apppuntamenti, potete leggere le interessantissime cronache che l'Unità dedicò nel 1945 all'eccidio in occasione del ritrovamento della fossa in cui le vittime erano state seppellite e della quale i nazi-fascisti avevano cercato di far scomparire ogni traccia.


Un monumento in memoria dell’eccidio del Tiburtino del 43’ nel IV municipio


Fonte e articolo completo: Abitare a Roma

Tante le iniziative in programma dal 21 al 23 ottobre al Circolo Concetto Marchesi
di Ambra Di Chio - 19 ottobre 2013

Quella del 23 ottobre del 1943 fu la prima delle tante stragi perpetuate dalle truppe del Terzo Reich, ai danni dei movimenti di resistenza organizzata della Capitale, prima della liberazione di Roma da parte degli alleati. Pochi mesi dopo, infatti, nel marzo del 1944 il massacro delle “Fosse ardeatine” costò la vita a 335 civili e militari italiani che vennero fucilati per vendicare la morte dei 33 militari tedeschi caduti durante l’attentato di via Rasella. E come dimenticare, i martiri di Forte Bravetta, la strage del pane al Ponte di ferro e quella avvenuta a La Storta.
Il IV Municipio (ex V) vuole rendere omaggio ai 10 uomini che furono fucilati dai paracadutisti tedeschi dalla divisione “Hermann Goering”, la mattina del 23 ottobre 1943, al 10° km della Via Tiburtina (dove ora sorge il carcere di Rebibbia); i loro corpi, sepolti in una fossa comune, furono portati alla luce soltanto nel giugno del 1945 grazie alle testimonianze di alcuni dei sopravvissuti al massacro.
Immagine articolo Eccidio Tiburtino
A scatenare questa rappresaglia nazista fu l’assalto al Forte Tiburtino avvenuto qualche giorno prima, ad opera di una quarantina di partigiani appartenenti alle formazioni delle borgate di Pietralata e Tiburtino. Il loro intento era quello di procurarsi armi, viveri e medicinali ma non riuscirono ad avere la meglio nello scontro a fuoco con le truppe delle SS ed alcuni di loro furono imprigionati nel castello di Casal de’ Pazzi. A decidere le loro sorti fu un sommario processo che si svolse a Palazzo Talenti esclusivamente in lingua tedesca.
Tra i dieci condannati a morte, vi era anche il quattordicenne Guglielmo Mattiocci che fu preso in simpatia, vista la sua giovane età, da un Ufficiale della Polizia dell’Africa Italiana (PAI) che gli suggerì di offrire i suoi stivali al Caporale nazista per ottenere la salvezza. Il militare tedesco, accettato di buon grado lo scambio, scelse quindi come decima vittima da giustiziare, Fausto Iannotti, un uomo totalmente estraneo ai fatti che si trovava a passare in bicicletta, in quel momento, sul luogo dell’esecuzione.

Per approfondimenti, cfr 'voce' wikipedia Resistenza romana

venerdì 18 ottobre 2013

Calcutta troppo inquinata?
Il governo vieta le biciclette

Fonte: quotidiano.net
Per migliorare il traffico è stato deciso di vietare biciclette, risciò senza motore, carretti e pulmini trainati da biciclette in 174 strade. Gli ambientalisti sottolineano l’illogicità della misura, a fronte di un peggioramento dell’inquinamento atmosferico in Asia.

Il primo divieto di girare in bicicletta risale al 2008, quando le autorità cittadine lo imposero in circa una trentina di strade, ricorda il Washington Post. Ma il commissario di polizia ha deciso di recente di rafforzare la misura, vietando biciclette, risciò senza motore, carretti e pulmini trainati da biciclette in 174 strade. Sebbene in alcune strade si possa ancora girare su due ruote dopo le ore di punta, gli ambientalisti hanno denunciato come le nuove restrizioni equivalgano a vietare le biciclette in tutta la città.

Bergamo, ruba una bicicletta ma dimentica
il cellulare: torna a prenderlo e viene arrestato

Fonte: Il Messaggero

Groningen



Fonte: comune.info 

Si trova nel nord dell’Olanda la città più ciclabile al mondo. Con il suo 57 per cento di abitanti che ha scelto di muoversi esclusivamente in bicicletta, la sensazione che si ha, non appena si scende dal treno e ci si trova davanti un parcheggio per dieci mila biciclette, è che le automobili si siano definitivamente estinte.
Groningen, una città di 190.000 abitanti, così come la conosciamo oggi nasce nella metà degli anni Settanta, quando il centro storico viene ridisegnato per spostamenti a piedi, in bicicletta, e con i mezzi pubblici. Fuori dal centro viene creata una fitta rete di piste ciclabili perfettamente collegate tra loro e separate della strada, con attraversamenti dotati di precedenza a tutti gli incroci. Contemporaneamente vengono prese misure atte a scoraggiare l’utilizzo dell’automobile, come il divieto di circolazione nel centro e la pedonalizzazione di interee aree. La città viene concepita in modo che muoversi in bicicletta sia sempre più rapido che muoversi in automobile. Solo negli ultimi venti anni a Groningen sono stati investiti più di 40 milioni di euro per promuovere l’utilizzo della bicicletta.

giovedì 17 ottobre 2013

Comunicato Adoc

TRASPORTI: ADOC, ROMA HA IL COLLEGAMENTO FERROVIARIO PIU’ CARO D’EUROPA PER LA TRATTA CENTRO-AEROPORTO

L’Adoc lamenta anche la mancanza di una stazione nella città di Fiumicino e un collegamento con il polo turistico di Ostia Antica

Roma, 16 ottobre 2013 – Roma ha il collegamento ferroviario verso l’aeroporto più caro d’Europa. E’ quanto emerge da un’indagine dell’Adoc sui collegamenti diretti su ferro, sia treno che metropolitana, tra il centro città e l’aeroporto principale.
Secondo i dati dell’Adoc il collegamento su ferro di Roma verso Fiumicino costa il 300% in più che a Madrid, dove arrivare in metro direttamente ai terminai costa solo 4,50 euro contro i 14 euro previsti per il Leonardo Express. Per arrivare al Charles de Gaulle di Parigi o a Schonefeld a Berlino ci vuole lo stesso tempo che per arrivare a Fiumicino, ma con un costo inferiore rispettivamente del 47% e del 380%. Ad Amsterdam si spende il 258% in meno e ci vuole la metà del tempo. In media in Europa il costo di un biglietto dal centro città in aeroporto su ferro costa 11,70 euro, circa il 20% in meno che a Roma.

Mezzi a ruote piccole (oltre alla bici)


skate a quattro ruote

È interessante fare una panoramica dei mezzi di spostamento con ruote piccole, non necessariamente piccoli. I mezzi dotati di ruote piccole sono pensati per terreni non accidentati, anzi decisamente levigati. Non arriviamo a parlare di indici di rugosità, ma carrelli di vario tipo, skate, ecc. sono pensati per un fondo liscio.Non a caso la carriola ha ruote larghe, con diametro 350 (circa 14")-400 mm (ca. 16"). Il che conferma il fatto che per la strada e la visita occasionale ad altri tipi di terreno dissestato il minimo desiderabile è 16". È una legge immutabile, un po' come i 5 metri di lunghezza per i natanti che vanno in mare (questo me l'ha detto un amico mio, che qui saluto).


pattini (3-4 ruote)



skate a due ruote

monociclo con ruote da 40 cm (1 ruota)

carriola in alluminio
carrello da viaggio Dixon


carrello a mano in alluminio (2 ruote)


carrello supermercato (4 ruote)


monopattino (2-3 ruote)

skiroll svedese Nordix (1968) (2-3 ruote)


carrello della spesa


Fin qui mezzi che tutti conoscono e forse sanno utilizzare. L'aspetto più interessante deriva dalla combinazione di diversi di questi veicoli-base. Uno lo abbiamo visto è il monopattino a forma di bicicletta. Ma ve ne sono altri molto sorprendenti. Per esempio, l'Aemotics AeYo, progettato dal designer tedesco Jürgen Goos, che unisce le caratteristiche dei pattini alle capacità sterzanti della bicicletta.
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Aemotics AeYo

Oppure i land roller


Comunicato Legambiente

Più di 140  tra ONG e Federazioni di ONG e CGIL, CISL UIL sottoscrivono l’Appello

“NELLA MANOVRA 2014 IL GOVERNO DIMOSTRI DI ESSERE ALL’ALTEZZA DEL GREEN DEAL
STOP ALLA CURA DA CAVALLO CHE STA UCCIDENDO IL MINISTERO DELL’AMBIENTE”

Nel giorno della presentazione della Manovra 2014 a Bruxelles, la società civile rappresentata da oltre 140 Organizzazioni Non Governative e federazioni di ONG, tra cui le maggiori associazioni culturali e ambientaliste,  i sindacati confederali CGIL-CISL e UIL e le organizzazioni produttive chiedono a gran voce in un appello al Governo che siano garantite al Paese, in questo difficile momento di transizione per uscire dalla gravissima crisi ambientale e occupazionale, internazionale e nazionale, una decisa azione istituzionale per realizzare il green deal, il cambiamento verde necessario e utile ad affrontare la crisi e a garantire un futuro al nostro Paese” e coraggiose scelte economiche.

Nell’Appello (in allegato) “Il Governo sia all’altezza della sfida del green deal – La cura da cavallo sta uccidendo il Ministero dell’Ambiente”, il mondo associativo e i sindacati confederali chiedono ed una chiara inversione di tendenza per evitare che il Ministero preposto alla governance ambientale muoia e dichiarano  che deve finire ogni ambiguità: “Se il Governo non ha intenzione di dare un chiaro segnale in tal senso, nel momento in cui si sta definendo il Bilancio di previsione 2014, diciamo provocatoriamente che sarebbe meglio non prolungare ipocritamente l’agonia di questo dicastero.”Negli ultimi 4 anni, infatti, il Ministero dell’ambienteha visto le sue risorse ridotte dei 2/3 (dal 1,2 mld di euro del 2009 ai 468 mln di euro attuali)compromettendone oramai tutta l’operatività.

Le associazioni ambientaliste, promotrici dell’Appello, stanno sollecitando il Parlamento a farsi carico di questa grave situazione, incontrando i capigruppo di Camera e Senato delle diverse forze politiche, a cui viene  presentato il documentato dossier “Ministero dell’ambiente: vocazioni di un dicastero da rilanciare”. Chiederanno inoltre di essere auditi dalle  Commissioni parlamentari competenti Finanze e Bilancio.

Nell’Appello a proposito della situazione in cui versa oggi il Ministero si ricorda: “In questi anni il Ministero dell’ambiente è stato il più colpito da tagli della spendingreviewe ridotto, nella sostanza ad un ministero senza portafoglio, di cui non viene garantita l’operatività e la necessaria e rigorosa professionalità: “1. nel 2009 il bilancio del ministero ammontava a 1,649 miliardi di euro, nel 2010 era di 1,265 miliardi di euro ed oggi, nel 2013, è sceso a 468 milioni di euro, 306 dei quali destinati alle spese correnti che garantiscono l’attività ordinaria del Ministero; 2. nessun dipendente del Ministero è sinora stato assunto per concorso, il personale è composto da funzionari trasferiti da altre amministrazioni e il rapporto (1:1) tra personale dipendente e precario è tra i più alti tra quelli dei dicasteri.”

Nell’Appello sulle importanti funzioni svolte dal Ministero si sottolinea: “A 27 anni dalla sua nascita, il giovane Ministero, istituito nel 1986, rischia di scomparire a causa della progressiva erosione delle risorse che garantiscono l’efficacia e l’efficienza del governo dell’ambiente per i cittadini e per le imprese. (….) L’ulteriore  riduzione delle capacità di prevenzione, d’intervento e di controllo del Ministero può avere conseguenze molto gravi per la nostra sicurezza, per la salute di noi tutti/e e per la tutela della natura, incidendo sulla nostra qualità della vita e sul nostro futuro.  Riparare i danni ambientali ci costa molto più che prevenirli: il nostro Paese è tra quelli che colleziona più  multe ambientali per infrazioni delle normative e delle regole europee, mentre la magistratura deve intervenire sempre più spesso sui disastri ambientali.”

Per questi motivi la società civile, in chiusura dell’Appello ribadisce: “Chiediamo al  Governo di dare un segnale di speranza  già con la prossima Manovra 2014.  Sono necessarie scelte lungimiranti che spostino risorse sugli interventi necessari per la tutela del territorio, dell’ambiente, della salute. Bisogna rilanciare e non mortificare ancora il Ministero dell’Ambiente con ulteriori tagli di bilancio, garantendo risorse adeguate per una efficace ed efficiente governance ambientale dell’Italia, capace di futuro.”
Comunicato Greenpeace

11 PREMI NOBEL SCRIVONO A PUTIN “GLI ATTIVISTI DI GREENPEACE IN CARCERE IN RUSSIA NON SONO PIRATI”

ROMA, 17/11/13 – Undici Premi Nobel per la pace hanno scritto una lettera congiunta al Presidente russo Vladimir Putin per sostenere i 28 attivisti di Greenpeace e i due giornalisti freelance trattenuti per due mesi in custodia cautelare dalle autorità russe con l’accusa di pirateria.

Nella lettera i Nobel (l’arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, la guatelmateca Rigoberta Menchu, l’ex presidente del Costa Rica Oscar Arias Sanchez, le pacifiste nordirlandesi Betty Williams e Mairead Maguire, la pacifista statunitense Jody Williams, la liberiana Leymah Gbowee, la yemenita Tawakkol Karman, l’avvocato e pacifista iraniana Shirin Ebadi, l’ex presidente di Timor Est Jose Ramos Horta e l’argentino Adolpho Perez Esquivel) chiedono al President Putin “di fare tutto il possibile per assicurare che cada l’accusa di pirateria, eccessiva, nei confronti dei 28 attivisti  di Greenpeace e dei due giornalisti freelance, e che ogni accusa contestata trovi riscontro nel diritto internazionale e nella legge russa”.

Descrivendo l’Artico come “tesoro prezioso dell’Umanità”, i firmatari sostengono gli sforzi per proteggere questa Regione dallo sfruttamento petrolifero e dal cambiamento climatico.
“Le trivellazioni petrolifere nell’Artico sono un’impresa ad alto rischio. Una fuoriuscita di petrolio in queste acque avrebbe un impatto catastrofico su uno degli ultimi ambienti integri del Pianeta, sulle comunità che vi abitano e su specie animali già minacciate d’estinzione. I rischi di simili incidenti ci sono sempre e i piani di risposta dell’industria petrolifera sono totalmente inadeguati. I cambiamenti climatici ci minacciano tutti, ma sono i più vulnerabili del Pianeta che pagheranno i costi maggiori se i Paesi più sviluppati non agiscono ora”.

Intanto sono quasi 1 milione e mezzo le firme della petizione rivolta alle ambasciate russe per richiedere il rilascio degli attivisti. L'equipaggio dell'Arctic Sunrise, gli attivisti e i due giornalisti freelance a bordo della nave sono nelle mani delle autorità russe da giovedì 19 settembre, quando la Guardia Costiera ha abbordato e sequestrato la nave rompighiaccio di Greenpeace in acque internazionali. Dal 24 settembre sono detenuti in strutture di detenzione preventiva intorno alla città di Murmansk.

Leggi la lettera integrale (in inglese): http://nobelwomensinitiative.org/2013/10/release-the-arctic-30/?ref=204

mercoledì 16 ottobre 2013

Riflessioni sparse sulle ruote piccole

Resti di un trolley nei pressi della Stazione Tiburtina di Roma

In questo breve articolo parto da due aspetti. Il primo è l'uso della bici per l'intermodalità interurbana e, in particolare, come sostituto di veicoli o oggetti a rotelle, in primis il trolley. Il secondo è il possibile uso di veicoli a ruote piccole preesistenti o la realizzazione di prototipi che possano sostituire la bicicletta pieghevole.
Cominciamo dal primo aspetto. Per quanto mi riguarda ho esperienza solo di bici pieghevoli del tipo graziella, ma queste considerazioni possono essere applicate, a maggior ragione, alle nuove, maneggevoli (e costose) Mouton, Bike Friday - ma sí anche alle Brompton che ora spopolano. È innegabile il vantaggio della pieghevole, ma anche di una bici le cui ruote siano facilmente smontabili e il cui ciclista abbia una discreta scioltezza meccanica. Chi ha provato la gioia  bici + treno, bici + metro, bici + bus, e anche mettiamocelo, obtorto collo, bici + auto (che ammettiamo solo per soggetti che si stiano disintossicando seriamente dall'uso della quattro ruote) sa di cosa sto parlando. È la libertà totale, dalle code umane, dal traffico, dai raggiri economici, dall'odore di ascella (degli altri), ecc. Spostandosi in bicicletta, anche per andare in stazione a prendere un treno, è facile capire quanti vantaggi comporti l'uso della bici in viaggio. La bici che ci portiamo appresso è un trolley, un sedile, un taxi, un giocattolo per trascorrere il tempo facendo impennate, ecc. Basta imbattersi nei resti di quache trolley o in uno sciopero degli autobus per capire quanti vantaggi ci derivano dall'uso del velocipede in trasferta.
L'uso della bici, a livello laboratoriale, scatena la riflessione su usi alternativi di ruote impiegate originariamente per altri scopi.

Il cassetto delle ruote nel Rotazioni Lab




Per la riflessione progettuale, distinguo due tipi di ruote piccole: piroettante e fissa. Il secondo tipo è stato cannibalizzato da diversi monopattini che ho trovato al cassonetto, oppure da pattini. Anche l'altro tipo di ruota, che gira liberamente grazie a cuscinetti, proviene da discariche e cassonetti. Penso a un uso integrativo delle piccole ruote sulla graziella: un carrelletto aggiuntivo, quindi una specie di trolley, ma più robusto; oppure le due ruote da fissare al portapacchi posteriore, per trasportare meglio la bici piegata (sul modello delle pieghevoli Brompton).
Si notino le ruotine sul portapacchi (fonte: Brompton/La stazione delle biciclette)

Ho fatto varie prove con monopattini e ho usato anche il monopattino come commuter tra metro e stazione ferroviaria. Posso dire con certezza che il monopattino non può sostituire in alcun modo le prestazioni di una  bici pieghevole, nonostante i vantaggi del suo minor ingombro. Un monopattino con ruote grandi (ca 200 mm di diametro) può essere utile in brevi percorsi su superfici levigate, con uno zaino che non superi i 5 Kg (qui ognuno avrà le sue soglie): altrimenti il peso, in particolare sulle caviglie, risulterà eccessivo. Sentendo anche il parere di amici e conoscenti, il limite di efficienza delle bici pieghevoli su strada urbana, almeno per quanto riguarda le ruote, è 16". Questo lasciando da parte le questioni riguardanti la larghezza e il tipo di scolpitura dei copertoni. Tanto per esemplificare, è meglio una ruota sottile (per es. 1") da 16" che una "grassa" (1.75") da 12".

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Monopattino con ruote da 200 mm in vendita da Decathlon

Dicasi lo stesso per lo skate. Inevitabile, se si usano questi veicoli per l'intermodalità, l'alternanza con la camminata, in specie su percorsi dissestati, che sono ormai la norma in tutte le città, Roma in particolare.
Il mondo dei monopattini è variegato. Si parla di footbikers, ci sono siti specializzati e veicoli di tutti i tipi, fino ad arrivare a una specie di bicicletta, che me me rimane decisamente svantaggiosa (anche se ognuno ha i suoi gusti). 
Antonello di Catanzaro e il suo monopattino autocostruito (fonte: qua)
Un mezzo che non ho ancora sperimentato per l'intermodalità sono i pattini. Se si possiede l'adeguata destrezza i pattini sono più efficaci e veolci del monopattino e dello skate. Ma finora, almeno per me, la graziella regna sovrana. Se dopo essere sceso dal treno devo percorrere più di tre Km, preferisco la fissa incellofanata.

Sabrina, prima delle modifiche e della rottura del carro posteriore
Sui veicoli da trasporto sto lavorando a un nuovo progetto che renderò noto presto. Ma voglio concludere con il ricordo indelebile delle discese su questo mezzo estremo, noto a tutti gli ex bambini di una certa età, quando si andava giù leggerissimi, senza paura (e senza freni), quando anche le buche sembravano sparire sotto i nostri culi. Una tavola di legno, un asse sterzante e tre o quattro cuscinetti, e il gioco era fatto.