mercoledì 31 ottobre 2012

L'Orco svende, accorrete

(Dopo aver verificato che non c'erano bici della mia misura)
A Milano c'è la grande svendita di Orco cicli. Altro che saldi di fine stagione!

U sbarassu, prendete visione qui dei bei modelli.


Questa è la mia preferita:

Orco Cicli Sas
Via Pastrengo 7
20159 Milano

Lacci (stringhe) e pedali

Ieri me ne andavo sulla mia bici fissa, con in spalla uno zaino insolitamente leggero. Per questo mi sembrava di volare. A un certo punto sento tirare la stringa della scarpa sinistra. Si era avvolta intorno all'attacco della pedivella, non potevo frenare istantaneamente e il laccio tirava sempre più. Alla fine sono riuscito a frenare e con grande fatica ho tolto il laccio dalla bicicletta, che era legato strettissimo, e per farlo ho dovuto sfilare la scarpa.

Ovviamente, non m'ero accorto che la scarpa si era slacciata, altrimenti mi sarei fermato prima. Adesso ho tagliato i lacci al minimo, ma questo incidente impone qualche riflessione. Un occhiello della scarpa si è spezzato. Per i miei gusti questi lacci sono troppo resistenti, si sarebbero dovuti rompere, invece che continuare ad avvolgersi pericolosamente sulla bici. Il tutto impone qualche riflessione.
1) Per eliminare totalmente il problema non si dovrebbero avere lacci alle scarpe.
2) Qualora la scarpa avesse i lacci, questi devono essere corti in modo da ridurre il rischio al minimo, a parte il caso in cui la scarpa sia slacciata. come misura addizionale, il nodo va fatto verso il lato esterno della scarpa.
3) Nel caso, entrasse in parti mobili della bici, il laccio si dovrebbe spezzare prima di procurare seri problemi e non avere la resistenza di una corda da alpinismo.
 

martedì 30 ottobre 2012

«[Alan Turing] [a]ndava in bicicletta con la maschera antigas durante il periodo dell'impollinazione, per evitare la febbre da fieno, o avvolto in tela cerata gialla durante la stagione delle piogge».

Piergiorgio Odifreddi, Alan Turing: informatica, spionaggio e sesso,  Sapere, ottobre 1994.
Articolo completo qui. 

Ri-cicli d'autore

Fabriano (AN) - dal 27 ottobre al 11 novembre 2012
A Fabriano dal 27 ottobre all'11 novembre 2012 si tiene la mostra Ri-cicli, bici d'autore.
La sede è la Pinacoteca B. Molajoli.
Vengono esposte opere di Canali, Luigi Cioli, Mariagrazia Dardanelli, Luigi Ferretti, Lucilla Frangini Ballerini, Stefano Frasca-Vergerio, Laura Gaddi, Alessandro Gozzuti, Velia Iannotta, Benedetta Jandolo, Emiliano Juri Paolini, Angelo Larocca, Monica Lasconi, Lughia, Fabrizio Maffei, Paolo Malfanti, Daniela Martinis, Anna Massinissa, Massimo Melchiorri, Francesco Nolli & Pino Spaziani, Sara Palleria, Rosella Passeri, Marcello Paternesi Meloni, Achille Quadrini, Corinna Ricci, Rossella Ricci, Paolo Rinaldi, Rodolfo Roschini, Simone Salimbeni, Simona Salvuccelli Ranchi, Eugenio Sgaravatti, Marijcke Van Der Maden, Sabrina Ventrella.
La bicicletta è una sfida per l'artista; un oggetto perfetto, su cui anche i progettisti faticano a rimettere le mani. A Fabriano esiste anche il Museo degli Antichi Mestieri in Bicicletta, con un centinaio di velocipedi che testimoniano una società proto-novecentesca in cui era normale spostarsi in bici per le esigenze più disparate.

Orario della mostra: dalle 10.00/13.00 – 16.00/19.00.

Il totale fallimento del centrodestra a Roma e nel Lazio

Comunicato Verdi-Lazio
AMBIENTE
BONESSIO (VERDI) ECOSISTEMA URBANO DEBACLE AMBIENTALE PER REGIONE E COMUNE.

«È una débâcle ambientale per la coppia Polverini-Alemanno il rapporto Ecosistema Urbano realizzato da Legambiente e Il Sole-24ore presentato oggi [n.d.r.: ieri per chi legge]». Lo afferma il Presidente dei Verdi del Lazio, Nando Bonessio: «I dati emersi sono il più chiaro fallimento delle "non politiche" del centrodestra, a voler essere buoni. Non deve sfuggire, infatti, il fatto che a una densità di auto altissima e al conseguente inquinamento, corrispondono delle pessime politiche sul trasporto pubblico in tutta la regione e specialmente a Roma, mentre aumentano i rifiuti e la differenziata è al palo. [...]».

lunedì 29 ottobre 2012

Città allo stallo nella qualità ambientale Venezia, Trento e Verbania sul podio di Ecosistema Urbano 2012

Presentata a Venezia la XIX edizione del Rapporto di Legambiente, Ambiente Italia
  e Sole 24 Ore sulle eco-performance dei 104 capoluoghi di provincia


“Le città possono essere il fulcro di un rinnovamento radicale del Paese”

E’ crisi. Ma la penuria di risorse non è sufficiente a spiegare la brusca e preoccupante battuta d’arresto delle politiche ambientali
urbane: prima ancora di quella economica, pare esserci una crisi della capacità di fare buona amministrazione che investe molte, troppe realtà locali. Nell’insieme dei capoluoghi italiani, ad esempio, torna a crescere l’inquinamento atmosferico, la media delle polveri sottili passa da 30 a 32 microgrammi per metro cubo, e sono dieci in più, da 27 si passa a 37, i giorni dell’anno in cui l’ozono scavalca i limiti di legge. Senza contare l’inefficienza energetica e quella del trasporto pubblico, messo sotto pressione dai tagli e incapace di attrarre passeggeri. Non crescono inoltre le isole pedonali, le zone a traffico limitato e le reti ciclabili urbane.
È questa la foto scattata dalla XIX edizione di Ecosistema Urbano, l’annuale ricerca di Legambiente e Ambiente Italia, realizzata con la collaborazione editoriale del Sole 24 Ore, sullo stato di salute ambientale dei capoluoghi di provincia italiani. Un quadro che, nel grigiore generale, vede emergere Venezia, tra le grandi città, Trento, tra i centri urbani di medie dimensioni, e Verbania, tra le piccole. In tutti e tre i casi, però, si tratta di primati relativi: non sono le città più sostenibili, ma sono le meno insostenibili. Rimane invece indietro il sud Italia con Messina, Reggio Calabria e Vibo Valentia ultime in classifica, sia che si parli di grandi capoluoghi, sia di medi o piccoli centri.

Il rapporto è stato presentato oggi a Venezia nel corso di un convegno che ha visto la partecipazione, tra gli altri di Giorgio Orsoni, sindaco di Venezia, Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, Tommaso Sodano, vice sindaco di Napoli, delegato all’ambiente Anci, Pierfrancesco Maran, assessore alla mobilità e ambiente, comune di Milano Claudio Lubatti, assessore alla mobilità e trasporti, comune di Torino, Andrea Colombo, assessore alla mobilità e trasporti, comune di Bologna.

“Le città – spiega Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - possono essere il fulcro di un rinnovamento radicale del Paese, perché insieme alla costruzione di un’economia a bassa emissione di anidride carbonica e la messa in sicurezza dei territori e degli edifici, rappresentano la via maestra per uscire dalla crisi economica e dal declino. Il rinascimento urbano è possibile, non è un’utopia, ma oltre ad una politica nazionale più attiva in questa direzione, serve anche il coinvolgimento e la consapevolezza delle singole persone. C’è un mondo di cose da fare ed Ecosistema Urbano fotografa fedelmente lo stato delle città italiane, mai come quest’anno così statiche nella qualità ambientale”.

Il rapporto di Legambiente raggruppa i 104 capoluoghi di provincia in tre gruppi omogenei per dimensione geografica: 15 grandi città con più 200mila abitanti, 44 medie città con popolazione tra 80mila e 200mila abitanti e 45 piccole città con meno di 80mila abitanti.

Le 3 vincitrici: Le migliori città di Ecosistema Urbano sono: Venezia per le grandi città, Trento tra i centri urbani di medie dimensioni e Verbania tra le piccole.
Tra i grandi centri urbani, la città lagunare si riconferma al primo posto. Migliora la depurazione dei reflui che è al 90%; stabili i consumi elettrici; cresce, seppur di poco, la raccolta differenziata (35,4%). Bene il trasporto pubblico con 571 viaggi/ab./anno. Al secondo e terzo posto in classifica: Bologna e Genova. I tre centri urbani sono gli stessi, e nello stesso ordine di podio, della scorsa edizione.
Nella graduatoria delle città medie conquista, invece, la vetta più alta Trento, che l’anno scorso era seconda alle spalle di Bolzano.
Scendono a 42,5 microgrammi al metro cubo le medie relative al biossido di azoto, rispetto ai 49,5 mcrogr./mc della passata edizione. Bene la raccolta differenziata che supera il 60% (64,3%). Nel trasporto pubblico Trento registra 182 viaggi per abitante all’anno. Seguono nella classifica generale delle città medie: Bolzano (2ª), La Spezia (3ª), Parma (4ª), e Perugia (5ª). I centri urbani di medie dimensioni dimostrano, rispetto alle grandi e alle piccole città, una migliore reattività allo stallo generale.
Infine per i piccoli centri urbani, il primo posto va a Verbania, che lo scorso anno era seconda dietro Belluno. Verbania è al top nella raccolta differenziata col 72,1%, seconda solo a Pordenone. Bene anche la superficie urbana complessivamente destinata alle bici con 23,69 metri equivalenti ogni 100 abitanti, che le vale il terzo posto in questa graduatoria, dietro Mantova e Lodi. In classifica dietro Verbania, ci sono Belluno (2ª), Pordenone (3ª), Mantova (4ª) e Aosta (5ª).

Le 3 peggiori. Ottengono la maglia nera Reggio Calabria (44 ª) per le città medie, Vibo Valentia (45 ª) per le città piccole, e Messina (15 ª) per le grandi città. Alla base di questi risultati c’è una lunga sfilza di risposte non date, da parte delle amministrazioni di Messina e Vibo Valentia, che non hanno permesso di valutare le loro performance. Per quanto riguarda Reggio Calabria, le risposte sono arrivate ma non sono state esaustive. E i dati emersi non sono di certo positivi: male i consumi idrici procapite (194,1 litri procapite al giorno), la dispersione idrica si attesta al 38% e non decolla la raccolta differenziata, che seppur in crescita rispetto alla scorsa edizione (8,4%), si ferma quest’anno all’11,4%.

“Nel nostro Paese – spiega Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente – diverse best practices ci dicono che produrre significativi cambiamenti nel modo di gestire e vivere la città è possibile. L’Area C di Milano o il porta a porta dei rifiuti di Andria, i tetti solari delle scuole di Bergamo, la mobilità e l’efficienza energetica di Bolzano, le nuove pedonalizzazioni del centro storico di Firenze sono esperienze che mostrano come - anche in tempi di vacche magre - il vero motore resta la voglia di fare. Anzi a dispetto della crisi (o forse proprio in ragione della crisi) gli interventi appena citati - road pricing, energie pulite, efficiente gestione dei rifiuti - evidenziano che la riduzione degli impatti ambientali sulle città può creando opportunità economiche per il pubblico, il privato, la collettività”.

I risultati del Rapporto: passando ai dati specifici, anche quest’anno le emergenze ambientali da affrontare sono lo smog, i rifiuti, il traffico, l’inefficienza energetica e quella del trasporto pubblico. Nel
2011 salgono a 17, contro i 6 dello scorso anno, i capoluoghi dove si registra un valore medio annuo di polveri sottili superiore al limite dei 40 microgrammi per metro cubo, previsto dalla direttiva comunitaria.
Tra le peggiori città Verona, Milano, Torino e Monza. Risultati non buoni anche per la densità automobilistica, che si attesta a 63,8 auto ogni 100 abitanti. L’auto è ancora il mezzo più usato a discapito del trasporto pubblico locale: un cittadino compie in media appena 83 viaggi l’anno, contro gli 85 dello scorso anno, su bus, tram e metro. Solo le grandi città registrano un leggero aumento del numero di utenti.
Spiccano Venezia e Roma entrambe con i 500 viaggi per abitante l’anno, seguite da Milano con 456 pass/ab/anno. Bari, Catania e Palermo rimangono come lo scorso anno al di sotto dei 100 passeggeri/ab. Pessimo invece il dato che arriva dalla piccola Vibo Valentia dove ogni cittadino, in media, fa un solo viaggio all’anno con i mezzi pubblici.
Restano stazionari i consumi di acqua potabile (164 litri a testa ogni anno, 3 in meno rispetto allo scorso anno) e l’efficienza della depurazione (che dall’86 per cento arriva all’88 per cento). La situazione più critica rimane quella di Imperia, sprovvista di un impianto, seguita da Benevento che tratta solo il 21% delle acque di scarto.
Nessun miglioramento per la dispersione idrica, che ha un valore medio analogo a quello della precedente edizione del Rapporto (32%), ma salgono a 56 le città nelle quali un terzo dell’acqua immessa negli acquedotti si perde lungo il percorso prima di raggiungere i rubinetti degli utenti. Più marcata la riduzione della produzione di rifiuti solidi urbani (20 chili in meno a testa in un anno, soprattutto a causa della riduzione dei consumi) e l’aumento della raccolta differenziata che, pur passando dal 31,97% dello scorso anno all’attuale 37,96%, resta però lontana dal raggiungimento dell’obiettivo normativo del 60% raggiunto solo da 12 città: Novara, Salerno, Trento, Pordenone, Verbania, Belluno, Oristano, Teramo, Benevento, Asti, Nuoro, Rovigo.

Due approfondimenti futuri: abusivismo edilizio e orti urbani La XIX edizione di Ecosistema Urbano ha puntato l’attenzione anche sull’abusivismo edilizio e gli orti urbani, inviando ai comuni due questionari in via sperimentale. In entrambi i casi, le risposte ricevute sono state esaustive. Su 104 città interpellate, 82 hanno restituito la scheda relativa all’abusivismo edilizio, la maggior parte soddisfacendo tutte le richieste, alcuni invece hanno dato risposte incomplete ma comunque utili. I risultati raccolti saranno, infatti, oggetto di una presentazione ad hoc e non si esclude che, in Ecosistema Urbano 2013, s’introduca il parametro dell’abusivismo edilizio. Anche il quesito sugli orti urbani, sottoposto volutamente a un universo più ristretto di città, ha avuto un inatteso livello qualitativo d risposte.
Legambiente ha perciò deciso di riservare a tal proposito un dossier dedicato al tema degli orti urbani, nel quale sarà approfondita l'indagine compiuta.

Ecosistema Urbano, l’annuale ricerca di Legambiente e dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia, realizzata con la collaborazione editoriale de Il Sole 24 Ore, è realizzata attraverso questionari e interviste dirette ai 104 comuni capoluogo di provincia e sulla base di altre fonti statistiche, con informazioni su 25 parametri ambientali per un corpus totale di oltre 100mila dati. I dati di questa edizione del rapporto fanno quindi prevalentemente riferimento all’anno 2011.

Tra le grandi città (sopra i 200mila abitanti) insieme a Venezia (1ª), Ecosistema Urbano ha premiato anche Bologna (2ª) e Genova (3ª).

Tra le città capoluogo, comprese tra 80mila e 200mila, insieme a Trento (1ª), premiate anche Bolzano (2ª), La Spezia (3ª), Parma (4ª), e Perugia (5ª).

Tra le piccole città con meno di 80mila abitanti, oltre Verbania (1ª), riconoscimenti sono andati anche a Belluno (2ª), Pordenone (3ª), Mantova
(4ª) e Aosta (5ª).

Menzioni XIX edizione Ecosistema Urbano: Quest’anno un riconoscimento particolare va alle best practices dell’Area C di Milano, del porta a porta per i rifiuti di Andria, dei tetti solari delle scuole di Bergamo, degli orti urbani di Bologna, degli acquisti verdi di Perugia.
Esperienze che dimostrano come anche in tempi di vacche magre, il vero motore resta la voglia di fare.

L’Ufficio Stampa Legambiente (06.86268376-99-53)

CLASSIFICA FINALE ECOSISTEMA URBANO – XIX edizione
Pos.    Città        Pos.    Città        Pos.    Città
Città Grandi        20    Ancona    52,68%    11    Nuoro    55,40%
1    Venezia    63,48%    21    Bergamo    52,05%    12    Chieti    54,02%
2    Bologna    59,96%    22    Sassari    51,48%    13    Ascoli Piceno    53,69%
3    Genova    56,96%    23    Brescia    49,61%    14    Gorizia    53,30%
4    Padova    53,47%    24    Cagliari    49,57%    15    Oristano    52,54%
5    Firenze    50,92%    25    Vicenza    47,86%    16    Cremona    51,74%
6    Verona    50,69%    26    Salerno    47,27%    17    Rieti    51,33%
7    Milano    50,05%    27    Treviso    46,47%    18    Benevento    50,71%
8    Torino    49,46%    28    Alessandria    46,24%    19    Campobasso    49,88%
9    Trieste    49,24%    29    Foggia    45,96%    20    Teramo    48,96%
10    Roma    45,70%    30    Como    45,88%    21    Siena    48,80%
11    Bari    44,18%    31    Pistoia    45,70%    22    Pavia    48,48%
12    Napoli    35,96%    32    Arezzo    44,88%    23    Caserta    47,56%
13    Catania    28,58%    33    Lecce    44,76%    24    Biella    46,81%
14    Palermo    23,46%    34    Brindisi    44,54%    25    Potenza    46,08%
15    Messina    16,17%    35    Novara    44,52%    26    Avellino    44,81%
Città Medie        36    Grosseto    44,48%    27    Matera    44,76%
1    Trento    68,20%    37    Pescara    42,46%    28    Asti    44,66%
2    Bolzano    66,60%    38    Varese    41,02%    29    Ragusa    44,57%
3    La Spezia    63,57%    39    Monza    37,12%    30    Vercelli    44,35%
4    Parma    61,93%    40    Taranto    35,66%    31    Lecco    44,07%
5    Perugia    61,45%    41    Catanzaro    30,70%    32    Cosenza    42,36%
6    Reggio Emilia    60,48%    42    Latina    28,93%    33    Viterbo    41,40%
7    Pisa    59,59%    43    Siracusa    26,20%    34    Rovigo    36,68%
8    Forlì    59,51%    44    Reggio Calabria    22,20%    35    L'Aquila    36,53%
9    Udine    57,67%        Città Piccole        36    Agrigento    32,70%
10    Ferrara    56,22%    1    Verbania    73,71%    37    Caltanissetta    32,13%
11    Pesaro    56,14%    2    Belluno    69,30%    38    Imperia    31,43%
12    Ravenna    55,69%    3    Pordenone    62,01%    39    Isernia    31,17%
13    Rimini    55,56%    4    Mantova    59,50%    40    Massa    30,68%
14    Terni    54,72%    5    Aosta    59,31%    41    Enna    27,76%
15    Lucca    54,53%    6    Cuneo    58,87%    42    Frosinone    27,32%
16    Piacenza    53,81%    7    Macerata    58,40%    43    Trapani    24,00%
17    Livorno    53,70%    8    Sondrio    58,19%    44    Crotone    23,18%
18    Prato    53,65%    9    Lodi    56,84%    45    Vibo Valentia    20,76%
19    Modena    52,74%    10    Savona    55,60%
Fonte: Legambiente, Ecosistema Urbano (Comuni, dati 2011).
Elaborazione: Ambiente Italia srl



LE MIGLIORI E LE PEGGIORI CITTÁ


Ecco, sinteticamente, alcuni indicatori di Ecosistema Urbano XIX edizione di Legambiente e le performance urbane migliori e peggiori in questi parametri (divise per categorie di città: Grandi, Medie e Piccole).

Indicatori
Le migliori    Le peggiori
NO2 (μg/mc)    Grandi: Bari (37,3); Venezia (37,9);
Medie: Brindisi, Foggia (22,0); Lecce (23,0)
Piccole: Oristano (16,0); Ragusa (18,0)    Grandi: Messina, Napoli,
Palermo (nd);
Medie: Salerno e altre 3 (nd);
Piccole: Vibo V. e altre 11 (nd)
PM10 (mg/mc)    Grandi: Genova (23,3); Bari (24,3);
Medie: Bolzano, Sassari (18,7); Foggia (23,0);
Piccole: Nuoro (14,0); Potenza (17,1)    Grandi: Torino (50,6); Messina,
Napoli (nd);
Medie: Salerno e altre 3 (nd);
Piccole: Vibo V. e altre 12 (nd)
Ozono (gg. sup. media)    Grandi: Bari (7,0); Trieste (13,5);
Medie: Cagliari e altre 5 (0,0);
Piccole: Caltanissetta e Oristano (0,0)    Grandi: Messina, Napoli,
Palermo (nd);
Medie: Reggio C. e altre 6 (nd);
Piccole: Vibo V. e altre 13 (nd)
Perdite rete idrica (%)    Grandi: Milano (11%); Torino (22%);
Medie: Monza (11%); Reggio E. (12%);
Piccole: Pordenone (10%); Lodi e Macerata (13%)    Grandi: Trieste (56%);
Messina (nd);
Medie: Latina (62%); Cagliari (nd);
Piccole: Vibo V., Isernia, Caltanissetta (nd)
Depurazione (%)    Grandi: Milano e Torino (100%);
Medie: Bolzano e altri 4 (100%);
Piccole: Aosta e altre 6 (100%)    Grandi: Catania (22%); Messina (nd);
Medie: Pistoia (56%); Treviso (34%);
Piccole: Imperia (0%); Vibo V. (nd)
Rd - rifiuti (%)    Grandi: Verona (52,7%); Torino (43,7%);
Medie: Novara (72,4%); Salerno (68,5%);
Piccole: Pordenone (77,6%); Verbania (72,1%)    Grandi: Catania (7,4%);
Messina (6,3%);
Medie: Siracusa (3,9%); Foggia(3,8%)
Piccole:Agrigento (7,9%); Enna(1,1%)
T.P.L.- viaggi/ab./anno    Grandi: Venezia (571); Roma (519);
Medie: Trento (182); Brescia (162);
Piccole: Siena (212); Pavia (88)    Grandi: Palermo (44); Messina (nd);
Medie: Latina (8); Salerno (nd);
Piccole: Agrigento, Caserta, Crotone (nd)
AUTO (auto/100 ab.)    Grandi: Venezia (41); Genova (47)
Medie: La Spezia (50); Bolzano (52);
Piccole: Savona e altre 3 (56)    Grandi:Catania (72); Roma (70);
Medie: Latina (73); Perugia (69);
Piccole:Aosta (217); Viterbo, L’Aquila (75)
Isole pedonali (mq/ab.)    Grandi: Venezia (4,87); Firenze (1,07);
Medie: Lucca (1,23); Terni (0,85);
Piccole: Verbania (2,08); Cremona (1,07)    Grandi: Palermo (0,07); Roma
(0,14)
Medie: Brindisi (0,00); Taranto (nd);
Piccole: Agrigento e Viterbo (nd)
Piste Cicl. (m_eq/100ab)    Grandi: Padova (15,19); Venezia (10,71)
Medie: Reggio E. (34,48); Forlì (20,49)
Piccole: Mantova (25,98); Lodi (25,92)    Grandi:Genova (0,07); Napoli
(0,29)
Medie: Siracusa (0,00); Taranto (0,14);
Piccole: Agrigento e altre 3 (nd)

Verde fruibile (mq/ab.) [dato 2010]    [dato 2010]
Grandi: Venezia (18,73); Verona (17,04);
Medie: Lucca (42,10); Monza (41,39);
Piccole:Sondrio (42,77); Pordenone (34,60)    [dato 2010]
Grandi: Bari (2,57); Palermo (2,37);
Medie: Siracusa e Taranto (nd);
Piccole: Matera, Nuoro, Vibo V. (nd)




Fonte: Legambiente, Ecosistema Urbano (Comuni, dati 2011).
Elaborazione: Ambiente Italia srl


domenica 28 ottobre 2012

Antifascismo

90 anni fa il fascismo marciava su Roma e conquistava l'Italia e dava inizio alla ventennale dittatura sull'Italia e sugli italiani. Ancora oggi paghiamo i danni di quella funesta idelogia a causa dei nostalgici e di chi vorrebbe postume e antidemocratiche rivincite.

martedì 23 ottobre 2012

Il blog è il disegno di oggi

«Il blog è il disegno di oggi»

Ai Weiwei (Hans Ulrich Orbist, Ai Weiwei parla, Il Saggiatore, Milano, 2012)

lunedì 22 ottobre 2012

COMUNICATO COORDINAMENTO DEI COMITATI DI ROMA NORD, 20 Ottobre 2012

ELETTROSMOG. IL GOVERNO ITALIANO, ADOTTANDO IL METODO DEL BASTONE E LA CAROTA,  PEGGIORA DRASTICAMENTE LA NORMATIVA SULLA PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE DAI CAMPI ELETTROMAGNETICI A RADIOFREQUENZA E MICROONDE ATTRAVERSO IL DECRETO-BIS SULLO SVILUPPO ECONOMICO. IN QUESTO MODO SALVERA’ IL FUTURO DELLA RADIO VATICANA E PERMETTERA’ AI GESTORI DELLA TELEFONIA MOBILE DI AUMENTARE FORTEMENTE LE LORO EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE ATTRAVERSO L’INSTALLAZIONE DELLE NUOVE RETI DI QUARTA GENERAZIONE (LTE) NEI SITI GIA’ ESISTENTI. CHIEDIAMO ALLE ASSOCIAZIONI E AI COMITATI PER LA TUTELA DELLA SALUTE E DELL’AMBIENTE DI INTERVENIRE IN TUTTE LE POSSIBILI SEDI ISTITUZIONALE AFFINCHE’ QUESTO NUOVO ATTACCO ALLA SALUTE PUBBLICA VENGA BLOCCATO.

Nel decreto legislativo bis sullo sviluppo economico emesso dal governo, all’art. 27, dedicato ai livelli di campo elettromagnetico generati da emittenti radiofoniche e radiotelevisive, da stazioni radio base per la telefonia mobile e da ponti  radio, il valore di attenzione e l’obiettivo di qualità di 6 Volt/metro stabiliti dal DPCM 8 luglio 2003 per l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici generati da quelle sorgenti in tutti i luoghi con permanenza umana non inferiore a 4 ore giornaliere, incluse le pertinenze (ma queste solo nel caso di loro utilizzazione come ambienti abitativi per permanenze non inferiori a quattro ore continuative giornaliere !!!), e nei luoghi all’aperto intensamente frequentati, non dovranno più essere rispettati in qualunque intervallo di 6 minuti, ma come media nelle 24 ore. Per cui in quei luoghi e il lorò prossimità si potrà anche avere:
a)      da 3 a 10 volte (cioè da 20 V/m a 60 V/m), come nel caso di Radio Vaticana e di tutte le emittenti in onde lunghe, medie e corte,
b)      oltre 3 volte (20 V/m), come nel caso delle stazioni radio base della telefonia mobile, delle emittenti radiotelevisive e della radiofonia a modulazione di frequenza,
c)       oltre 6 volte (40 V/m), come nel caso dei ponti radio,

il livello medio massimo ammissibile (6 V/m) nelle 24 ore e per un tempo ben superiore ai 6 minuti attuali.

Inoltre, la necessità di acquisire i valori di campo elettromagnetico nelle 24 ore determinerà grandi difficoltà operative nelle azioni di controllo e di verifica a cura degli Enti istituzionali e dei Cittadini, oltre ad incrementare enormemente il costo di quei controlli.

La strategia del governo è stata quella del “bastone e la carota” recentemente sbandierata dal ministro dell’istruzione Profumo nei confronti degli studenti. Infatti, il governo aveva proposto anche la norma che impediva ai proprietari degli immobili di opporsi ai gestori per l’installazione di nuove antenne per la telefonia mobile sui tetti delle abitazioni. Ritirando quella norma (“la carota”), che aveva un evidente aspetto di incostituzionalità perché lesiva del diritto alla proprietà privata, il governo ha avuto facile gioco con la norma che farà aumentare notevolmente il livello del fondo elettromagnetico dentro e intorno alle case, alle scuole e ai luoghi di lavoro (“il bastone”).   

Tutto ciò rappresenta un totale disprezzo del governo italiano per:

1) le evidenze scientifiche emerse dalla ricerca epidemiologica condotta per il Tribunale di Roma, pubblicata a giugno del 2010 e riguardante il territorio di Roma Nord e dei Comuni vicini intorno alla Radio Vaticana, che ha dimostrato una maggiore incidenza di leucemie e linfomi nei bambini (fino a 4,7 e a 6,9 volte entro 12 km rispetto al valore atteso oltre 12 km, rispettivamente per i bambini da 0 a 14 anni e da 1 a 14 anni) e una maggiore mortalità per leucemia per tutte le età (fino a 4,9 e a 6,6 volte, rispettivamente entro 12 km e fra 6 e 12 km, per più di 10 anni di residenza, o da sempre per i bambini, rispetto a chi vive lì da non oltre 1 anno);

2) le evidenze scientifiche emerse dalla ricerca epidemiologica mondiale riconosciute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che, attraverso la propria Agenzia per la Ricerca sul Cancro (IARC), il 31 maggio 2011 ha annunciato, con il comunicato stampa n. 208, di aver inserito i campi elettromagnetici a radiofrequenza (in particolare quelli emessi dai cellulari, ma l’agente fisico è lo stesso di tutte le sorgenti di campi elettromagnetici oggetto del decreto ministeriale) fra i possibili agenti cancerogeni per l’uomo a causa dell’aumento del rischio di tumori cerebrali come il glioma (+40% di rischio per un uso di 30 minuti al giorno per almeno 10 anni).  

Il governo italiano, invece di adottare misure di tutela nei confronti della popolazione in applicazione del Principio di Precauzione, va nel senso opposto, consentendo a breve un forte incremento dei livelli di esposizione residenziale della popolazione ai campi elettromagnetici. Il Coordinamento dei Comitati di Roma Nord fa appello alle associazioni, ai comitati di tutela della salute e dell’ambiente e a tutti gli amministratori pubblici che vogliono opporsi a quanto sta per avvenire, a porre in essere ogni strumento di contrasto civile fino ad arrivare ad una raccolta di firme per un referendum abrogativo di questa assurda normativa qualora dovesse essere confermata dal Parlamento.

venerdì 19 ottobre 2012

Fiorenzo Magni (1920-2012)

Giro d'Italia 1950, Fiorenzo Magni davanti a Fausto Coppi
Il Leone delle Fiandre se n'è andato. Il 7 dicembre avrebbe compiuto 92 anni. Dovette lottare contro tutti, contro se stesso e contro due enormi campioni del tempo: Fausto Coppi e Gino Bartali. Ciononostante, vinsetre Giri d'Italia, tre Giri delle Fiandre e altre competizioni.

giovedì 18 ottobre 2012

Mediocri, fuori tema Il fallimento dei commenti



Le tecnologie provate Il dibattito online Il creatore di Gawker: dobbiamo arrenderci o reagire?

Nick Denton: i blog non catturano l' intelligenza dei lettori Ogni due commenti interessanti ce ne sono otto tossici

L' idea che i commenti nei blog potessero «catturare l' intelligenza dei lettori»? Era in voga fino a pochi anni fa, ma è stata travolta dalla realtà di pagine e pagine di reazioni fuori tema, prolisse, «tossiche» ai post e agli articoli online. «I commenti su internet si sono rivelati un fallimento». È arrivato a questa conclusione Nick Denton, il 45enne «mercante di pettegolezzi» (così si definisce su Twitter) che sui commenti dei lettori ha costruito la fortuna del suo impero di blog da 500 milioni di «pagine viste» al mese: otto siti, tra cui il primogenito (nel 2002) Gawker, ovvero «il guardone», e il tecnologico Gizmodo, il più cliccato (quello che pubblicò il prototipo dell' iPhone 4G dimenticato da un ingegnere della Apple al bar). Le ragioni del «fallimento» dei commenti, non solo nei suoi blog ma anche nei siti web dei grandi giornali, secondo Denton, non sono tanto i «troll», e cioè i provocatori che amano suscitare la rabbia altrui e sbranarsi: quelli possono essere bloccati. «La vera tragedia è il trionfo della mediocrità», l' appiattimento dei contenuti, il fatto che «per ogni due commenti interessanti, anche se critici, ce ne sono otto che sono fuori tema o tossici». «L' idea di catturare l' intelligenza dei lettori oggi suona come uno scherzo». Il dibattito si è aperto domenica scorsa al festival di musica e tecnologia «South by South West» (SXSW) di Austin, Texas, dove Anil Dash, un pioniere dei blog, ha intervistato Denton, che viene dalla «carta»: ex giornalista del Financial Times, seguì il crollo del comunismo nell' Europa dell' Est («Una rivelazione, quando per un mio pezzo arrivarono tre lettere!», ha raccontato al New Yorker che due anni fa gli ha dedicato un ampio profilo). Cresciuto a Londra da padre inglese e madre ungherese, gay dichiarato, negli anni 90 si è riciclato come imprenditore dei nuovi media a Manhattan. Commenti su Twitter: «Anil Dash indossa la stessa maglietta porpora che portava a SXSW nel 2008», «Nick Denton è alto almeno 1,88». Ma quando i commenti «falliscono», di chi è la colpa? Dei commentatori? Una ex blogger di Gawker rammenta che «i commentatori erano sempre là che incombevano su di noi, impossibile ignorarli. Il tono dei commenti era chiaro 30 secondi dopo che il post andava online e, quando scrivevi qualcosa di personale, ti sentivi attaccato da migliaia di persone insieme». «Ho visto giornalisti in lacrime», ha confermato Denton. Gawker ha chiesto anche ai suoi lettori di chi sia la colpa. E alcuni hanno risposto che è del sito, col suo tono paternalistico (un esempio: «Siete pronti a parlare tra voi come esseri umani? Procedete»). Altri chiedono come Denton possa sperare di ricevere commenti intelligenti quando il suo obiettivo è il «traffico» verso il blog a ogni costo, come evidente dalla scelta degli articoli (vedi il criticato «Ho avuto una scappatella con Christine O' Donnell», ex candidata al Congresso) e dai titoli (ieri spiccava «Facebook non è un posto per vecchi genitali»). Il mantra di Denton, un ammiratore di Murdoch, è: «I pettegolezzi sono le notizie che davvero la gente vuole». Dash (che lo intervistava) in passato ha dato la colpa alla mancanza di moderatori attenti. I giornalisti, replica Denton, non hanno il tempo di moderare. Però l' idea che la «struttura» dei commenti possa facilitare o ostacolare la conversazione li ha visti d' accordo. All' inizio su Gawker potevano commentare in pochi, era un «club esclusivo». Quando i blog sono piccoli, spiega Denton, è più facile discutere. Poi il sito è cresciuto e ha aperto le porte a tutti, ma con una gerarchia: gli utenti più attivi e fidati hanno ricevuto «stellette» che portavano in primo piano i loro commenti e davano loro poteri da moderatori (approvare commenti altrui in sospeso, promuoverli in primo piano). La speranza era di tenere alto (e pertinente) il livello. Non è stato così: i moderatori vip si sono montati la testa. «I commenti migliori - ha scoperto Denton - non vengono dalla gente che ama le "stellette" o che parla di più. Spesso vengono dai nuovi arrivati». Constatato il fallimento, però, Gawker non intende seppellire i commenti. Proverà, per ogni post, a puntare su più filoni di discussione, affidando al commentatore che interviene per primo su ogni tema il compito di moderare. In altri casi, si commenterà su invito: l' obiettivo di Denton è far intervenire «le fonti e gli esperti». Dal pubblico un uomo s' è alzato, dicendo d' esser stato «commentatore dell' anno» su Gawker: «Pensavamo di essere parte di una conversazione illuminata. È triste che tu creda che non sia mai accaduto». Non è l' unico a manifestare perplessità. Non a tutti i giornalisti piace l' idea di porre solo le domande e poi stare a guardare mentre la conversazione (che genera traffico monetizzabile) prende vita nei commenti, ed è quella la «storia» da leggere.
**** Bloccare i «troll» Con «troll» , nel gergo di Internet si indica una persona che interagisce con altri attraverso messaggi provocatori , con lo scopo di disturbare la discussione e far perdere la pazienza agli altri. Per Nick Denton non è questo il problema più grave per i blog: i troll possono essere « gestiti con forza bruta dai moderatori »
**** La quantità e la qualità
I commenti intelligenti, informativi, pertinenti al tema e ben scritti sono pochi e si perdono nella massa , dice Denton. L' obiettivo: aumentare la qualità dei commenti anche a spese della quantità. Come? Creando gruppi più piccoli dove la gente si esprima. Moderati dai commentatori stessi , per renderli responsabili del risultato finale
**** Vip e nuovi arrivati
Per Denton premiare i commentatori più attivi dando loro poteri sugli altri è «un errore» I nuovi arrivati dicono cose interessanti, e bisogna trovare un modo per promuovere i loro commenti. Far decidere ai lettori non funziona: «la maggioranza schiaccia le idee della minoranza»
**** Dieci anni fa
Gawker è un blog fondato nel 2002 dal giornalista Nick Denton. La sede è Manhattan (alcuni programmatori stanno a Budapest). Pubblica pettegolezzi su celebrità e l' industria dei media GalassiaDenton ha fondato vari blog sotto l' etichetta Gawker Media: Gizmodo, Deadspin, Lifehacker, io9, Kotaku, Jalopnik e Jezebel (ha venduto il sito porno Fleshbot)

Viviana Mazza, 
Fonte: Pagina 46 (17 marzo 2012) - Corriere della Sera

Meditazioni su un motorino elettrico presumibilmente cinese

Certo, non è proprio elegante iniziare un blog riguardante le bici con un motorino senza pedali, seppure elettrico. Ma è il destino che mi ha mandato tempo fa questo artefatto, probabilmente prodotto dai compagni cinesi. Il cognato di Massimo, ma non sono sicuro della parentela, gli ha fatto dono del motorino. Massimo lo ha tenuto un po' e poi me l'ha girato. Questo uomo atletico, negli anni, mi ha regalato non so quante bici e telai.e molte ne ha avvistate ai cassonetti, avvisandomi. Grazie, Max. Essendo il mezzo privo di pedali, è inevitabile che finisse cannibalizzato: certamente non avrei provveduto a un restauro. Di dipendere esclusivamente da una batteria elettrica (due e molto pesanti, peraltro) proprio non se ne parla. Tuttavia, alcuni pezzi del mezzo sono molto interessanti.
Le batterie ed elettronica varia alloggiate nel vano del telaio
Il motorino smembrato ai piedi del tecnico
Il manubrio può essere utile per una pieghevole old-style, tipo una graziella che si accartoccia come carta stagnola e si ripone in altre dimensioni di questo universo. Bene, bene, la riflessione s'innesca, costruisce e inizia a delirare sotto le volte austere del Lab, coadiuvata dalle punture di innumerevoli zanzare-tigre.
Particolare della trasmissione elettrica. La catena è più piccola di quella delle bici
Interessante il modo in cui i compagni tecnici, o addirittura ingegneri, cinesi hanno risolto in una botta sola il problema della trasmissione. Senza troppi complimenti, hanno preso quattro bulloni e hanno incastrato il pignone elettrico (con i denti più piccoli) su un volgarissimo pignone a ruota libera, come si vede chiaramente nell'immagine successiva.


Questo blog fa seguito a Rotazioni, blog di ciclismo urbano (2007-2012). Raccoglie materiale relativo alla bici e al fai da te. È il frutto di letture, ritrovamenti, ipotesi e riflessioni, oltre che di esperienze condotte nel Rotazioni Lab.